L’occidente sta avendo problemi per quanto riguarda la soddisfazione dell’Agenda 2030. Tra investimenti troppo bassi, costi di produzione troppo alti delle alternative, politiche insufficienti e disparità economiche, la dipendenza dai combustibili fossili rimane ancora troppo alta. Troppo alta per aspettarsi che molti obiettivi dell’Agenda siano rispettati.
Effettivamente il proposito è difficile da raggiungere, soprattutto in un mondo che non ha mai avuto un sistema economico e sovrastrutture così complesse come oggi. Mondo dove la corsa verso la sostenibilità rischia di diventare, paradossalmente, insostenibile.
Le risposte più fattibili allora possono risiedere nelle vie di mezzo, di modo che il cambiamento sia graduale. Quindi meno destabilizzante e realmente sostenibile.
Una delle risposte su questa linea è lo sviluppo del motore Omega 1. Da un punto di vista tecnico ne abbiamo già parlato 2 anni fa in un articolo dedicato, quando era appena trapelata la notizia del suo sviluppo.
Oggi, dando comunque qualche cenno tecnico, andiamo a vedere a che punto è lo sviluppo e cosa può rappresentare questa innovazione nel panorama attuale.
A che punto siamo con lo sviluppo del motore Omega 1? Quali vantaggi offre riguardo la sostenibilità?
Il motore Omega 1 di Astron Aerospace è ancora in fase di sviluppo ma già esiste un prototipo funzionante, non ancora disponibile per il mercato commerciale.
Rispetto a quando ne abbiamo parlato l’ultima volta, quindi, sono stati fatti progressi significativi. La tecnologia è stata brevettata e continua a essere perfezionata. Tuttavia non ci sono ancora applicazioni pratiche su larga scala, né conferme sull’integrazione in veicoli di produzione.
Integrazione auspicabile, dal momento che parliamo di un motore rotativo rivoluzionario, perché a differenza di altri motori rotativi come il Wankel offre vantaggi significativi. Vantaggi che rendono più sostenibile la tecnologia dei motori a combustione interna.
Questo apre le porte, come dicevamo all’inizio, a un approccio diverso riguardo la sostenibilità ambientale: piuttosto che sostituire subito in tronco le tecnologie attuali, andando ad avere impatti devastanti sui mercati, si cercano di rendere più pulite possibile.
Più efficienza e prestazioni, meno peso e maggiore versatilità
Nei motori rotativi che ci sono oggi le quattro fasi del ciclo termico avvengono all’interno della stessa camera. Nell’Omega 1, invece, queste fasi sono suddivise in camere diverse. Quindi abbiamo due rotori per aspirazione e compressione, e due rotori per combustione e scarico. In questo modo il flusso d’aria è più efficiente e la combustione più pulita.
Il motore Omega 1, poi, riduce al minimo perdite di energia dovute all’accumulo di calore e fuoriuscita di gas. Questo lo fa utilizzando tolleranze meccaniche estremamente precise. E può funzionare con benzina, diesel e idrogeno.
In più offre una potenza di 160 CV con un peso di soli 15,9 kg. Parliamo di un rapporto peso-potenza ottimo. Il regime di giri arriva fino a 25.000 giri al minuto, il che lo rende particolarmente adatto a un’ampia gamma di applicazioni, dall’automotive all’aviazione.
Infine il motore Omega 1 è caratterizzato da una quasi totale assenza di vibrazioni durante il suo funzionamento.