L’introduzione del limite di velocità a 50 km/h sulla
tangenziale di Parigi non ha prodotto gli effetti sperati sulla fluidità del
traffico. Secondo i dati più recenti, infatti, il quadro risulta piuttosto
critico. Consultando il rapporto mensile pubblicato dal Comune di Parigi, nel
novembre 2025 la congestione sull’anello stradale a scorrimento veloce di circa
35 km è aumentata del 15% rispetto allo stesso periodo del 2023, anno precedente
alla trasformazione dell’infrastruttura.
Il bollettino, che inizialmente veniva diffuso con cadenza
settimanale e che oggi è diventato mensile, continua a basarsi sugli stessi
cinque indicatori chiave: traffico, velocità media, incidentalità, qualità
dell’aria e inquinamento acustico. Questi parametri consentono di valutare nel
tempo l’impatto concreto del nuovo limite di velocità, entrato in vigore
nell’ottobre 2024.
I dati raccolti da Airparif, Bruitparif e dall’Osservatorio
della Mobilità di Parigi per il periodo compreso tra il 1° e il 30 novembre
2025 confermano, poi, una tendenza già osservata nei mesi precedenti: gli
ingorghi continuano ad aumentare. Un risultato che smentisce le previsioni
dell’amministrazione comunale, convinta che una riduzione della velocità
massima avrebbe favorito una maggiore scorrevolezza del traffico.
I benefici sul fronte ambientale
Sul fronte ambientale, i benefici restano difficili da
individuare. I livelli di inquinamento atmosferico non mostrano variazioni
significative rispetto al novembre 2023: la concentrazione media di biossido di
azoto si attesta a 45,4 µg/m³, mentre quella delle polveri sottili PM10
raggiunge i 23,2 µg/m³, valori sostanzialmente stabili.
La velocità media dei veicoli evidenzia una diminuzione più
marcata nelle ore notturne, con un calo del 17% (51 km/h nel 2025 contro i 62
km/h del 2023). Durante il giorno, invece, la differenza è minima: 33 km/h nel
novembre scorso rispetto ai 34 km/h registrati quando il limite era ancora
fissato a 70 km/h.
Per quanto riguarda il rumore, si osserva una lieve
riduzione dell’inquinamento acustico notturno, pari a 2,2 dB(A): la media è
scesa da 79,8 a 77,6 dB(A). I livelli diurni, tuttavia, non mostrano
cambiamenti rilevanti.
L’aspetto più positivo riguarda la sicurezza stradale. Nel
periodo analizzato, il numero di incidenti sulla tangenziale è diminuito in
modo netto: 87 sinistri nel novembre 2025 contro i 132 dello stesso mese del
2023, pari a una riduzione del 34%. Il rapporto include anche un indicatore
dedicato alla corsia riservata al car pooling, ma il suo impatto risulta,
almeno per ora, marginale e poco rappresentativo.
La riduzione della velocità è solo una delle misure adottate dalla Città di
Parigi
Negli ultimi anni il Comune di Parigi ha messo in campo un
insieme articolato di misure per contenere l’inquinamento atmosferico e
acustico, puntando soprattutto sulla riduzione del traffico automobilistico e
sulla trasformazione dello spazio urbano. Tra gli interventi principali
figurano l’estensione delle Zone a Basse Emissioni (ZFE), con restrizioni
progressive ai veicoli più inquinanti secondo le categorie Crit’Air,
l’abbassamento dei limiti di velocità su gran parte della rete stradale,
inclusa la tangenziale, e la riduzione dello spazio dedicato alle auto a favore
di piste ciclabili, trasporto pubblico e mobilità pedonale.
A queste misure si
affiancano lo sviluppo delle corsie riservate al car pooling e ai mezzi
collettivi, il potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico e politiche di
disincentivazione dell’uso dell’auto privata, come l’aumento delle tariffe di
parcheggio per i veicoli più pesanti e inquinanti. Parallelamente, il Comune ha
promosso azioni per la riduzione dell’inquinamento acustico, intervenendo su
pavimentazioni stradali, regolazione del traffico notturno e monitoraggio
continuo del rumore, con l’obiettivo dichiarato di migliorare la qualità della
vita e la salute dei residenti.
Nell’ottica di questa riqualificazione che ha messo al
centro la fruizione dell’ambiente e del verde pubblico, il comune ha inoltre
avviato l’iniziativa di riapertura della Senna alla balneazione, accompagnata
da importanti interventi di depurazione delle acque e di riduzione degli
scarichi inquinanti, con l’obiettivo di migliorare la qualità ambientale del
fiume e rafforzare il legame tra salute pubblica, ambiente e qualità della vita
cittadina.
Ridurre la velocità in Italia può essere la soluzione?
Alla luce dei risultati osservati a Parigi e del confronto
con le politiche adottate in Italia, emerge un quadro complesso che invita alla
prudenza nelle valutazioni. Anche nelle
principali città italiane, come Milano,
Roma, Torino e Bologna (di cui
avevamo precedentemente parlato), le misure di contenimento dell’inquinamento si sono concentrate
su zone a traffico limitato, aree a basse emissioni, riduzione dei limiti di
velocità, incentivi alla mobilità ciclabile e al trasporto pubblico, con esiti
spesso disomogenei.
L’esperienza italiana mostra che gli interventi regolatori
sul traffico producono benefici tangibili soprattutto quando sono integrati,
graduali e accompagnati da un reale potenziamento delle alternative all’auto
privata. In assenza di un’offerta di mobilità efficiente e capillare, il
rischio è quello di aggravare la congestione senza incidere in modo
significativo sulla qualità dell’aria, come suggeriscono alcuni indicatori
parigini. Allo stesso tempo, sia in Francia sia in Italia, i dati confermano
che la riduzione della velocità ha un impatto positivo sulla sicurezza stradale
e sul rumore urbano, elementi spesso sottovalutati nel dibattito pubblico ma l’abbassamento
delle velocità non coincide con la diminuzione delle congestioni del traffico.
Le politiche ambientali urbane appaiono dunque efficaci solo
se inserite in una strategia di lungo periodo, basata su investimenti
strutturali, monitoraggio trasparente dei risultati e capacità di adattare le
misure in funzione degli effetti reali, evitando approcci ideologici e
privilegiando soluzioni pragmatiche e basate sui dati.