Ufficiale il dietrofront dell'UE: il motore a benzina è salvo (anche dopo il 2035). E arriva il "Super-Bonus" per le piccole elettriche

Attualità
16 dicembre 2025, 17.17
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Bruxelles riscrive le regole del gioco: addio all'obbligo di emissioni zero totale. Via libera a ibride e biocarburanti, mentre per le utilitarie a batteria "Made in Europe" scattano sconti su pedaggi e parcheggi.
La data che sembrava scolpita nella pietra, quella del 2035 come fine definitiva del motore a combustione, si sgretola sotto il peso del pragmatismo. La Commissione Europea ha presentato oggi l'attesa revisione del regolamento sulle emissioni, ufficializzando quello che nell'ambiente circolava da mesi: il motore termico ha ancora vita.
Non si tratta solo di una proroga tecnica, ma di un cambio di paradigma che introduce il concetto di "neutralità tecnologica" e lancia una nuova sfida: salvare l'industria automobilistica europea con incentivi mirati e meno ideologia.

Addio al "100% elettrico": ecco cosa cambia

Il dogma della riduzione del 100% delle emissioni allo scarico è caduto. La nuova soglia fissata dalla Commissione è un taglio del 90%. Cosa significa in pratica? Che dopo il 2035 non saremo costretti a guidare solo auto elettriche pure. Il margine del 10% consente la sopravvivenza e la vendita di:
  • Auto Ibride Plug-in;
  • Auto Full Hybrid e Mild Hybrid;
  • Veicoli con motore termico e Range Extender.
Per ottenere questo "pass", tuttavia, i costruttori dovranno rispettare condizioni severe. Come spiegato dal vicepresidente della Commissione, Stéphane Séjourné, le emissioni residue dovranno essere compensate a monte. Le case auto potranno usare crediti derivanti dall'utilizzo di acciaio "green" prodotto in Europa o dimostrare l'alimentazione tramite biocarburanti e carburanti sintetici (e-fuels).

La rivoluzione delle "M1e": sconti e privilegi per le utilitarie

La seconda grande novità riguarda il portafoglio dei cittadini e la mobilità urbana. Bruxelles ha istituito una nuova classe normativa, denominata M1e, dedicata alle utilitarie elettriche più corte di 4,2 metri.
L'obiettivo è invadere le città di piccole auto a batteria europee, rendendole più convenienti delle rivali asiatiche. Per queste vetture sono previsti standard normativi semplificati per dieci anni (che ne abbasseranno il costo di produzione) e un pacchetto di vantaggi che la Commissione raccomanda agli Stati membri:
  • Incentivi all'acquisto potenziati.
  • Corsie preferenziali nei parcheggi urbani.
  • Riduzione dei pedaggi autostradali.
  • Costi inferiori per la ricarica pubblica.
Attenzione però alla clausola protezionistica: il "super-bonus" di flessibilità sul calcolo della CO2 sarà concesso ai costruttori solo se queste auto saranno costruite in Europa.

Flotte aziendali e fondi per le batterie

La stretta rimane invece sulle grandi aziende. Per le imprese con oltre 250 dipendenti arrivano target vincolanti di elettrificazione delle flotte, anche se ogni Stato avrà discrezionalità su come applicarli (molto probabilmente tramite leva fiscale). Anche in questo caso, gli incentivi pubblici saranno erogati solo per veicoli "Made in EU".
A supporto della filiera, Ursula von der Leyen ha annunciato lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro per finanziare a tasso zero la produzione di batterie nel Vecchio Continente. "L'Europa rimane in prima linea nella transizione globale verso un'economia pulita", ha commentato la Presidente, sottolineando come la geopolitica stia rimodellando la concorrenza.
Con la flessibilità estesa anche ai target intermedi del 2030-2032 e una possibile nuova revisione delle regole fissata proprio al 2035, il futuro dell'auto appare oggi meno elettrico e più ibrido di quanto immaginato fino a ieri.
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