È già polemica sull’Alfa Romeo Milano, il B-SUV del Biscione presentato qualche giorno addietro. A far discutere, soprattutto politicamente, è il fatto che la vettura venga assemblata all’estero e non Italia, come accusato dal ministro Urso. A rispondere al politico è stato Carlos Tavares in persona, CEO di Stellantis, il quale ha dichiarato che Alfa Romeo Milano viene costruita in Polonia perché costa meno. Scopriamo meglio cos’ha detto Tavares.
Alfa Romeo non perderà la sua italianità
L’Alfa Romeo Milano rappresenta una novità significativa per il marchio di Arese, essendo la prima vettura del Biscione venduta in Italia ma prodotta all’estero, precisamente nella fabbrica di Tychy in Polonia, insieme alle sue “cugine” Jeep Avenger e FIAT 600. Questa decisione, spiegata dal CEO di Stellantis, Carlos Tavares, è motivata principalmente da fattori di natura economica. Tavares ha sottolineato che se l’Alfa Romeo Milano fosse stata costruita in Italia, il prezzo sarebbe partito da circa 40.000 euro anziché 30.000 euro, come attualmente. Da Stellantis garantiscono che, nonostante la produzione estera, il Biscione rimarrà saldamente legato al suo territorio d’origine. Tavares ha garantito che le prossime generazioni dell’Alfa Romeo Stelvio, prevista per il 2025, e dell’Alfa Romeo Giulia, in arrivo nel 2026, saranno prodotte a Cassino, dove Stellantis investirà oltre 100 milioni di euro per installare una linea di produzione dedicata alla piattaforma STLA Large.
Tavares non ha nascosto di aver ricevuto un’offerta per la vendita di Alfa Romeo, ma ha prontamente respinto l’offerta in quanto il marchio è tornato redditizio negli ultimi anni. Nel 2023, nonostante volumi di vendita relativamente bassi, pari a 70.500 vetture, il brand di Arese ha generato un utile operativo di circa 500 milioni di euro, con un utile per veicolo di circa 7.100 euro. Questo risultato è particolarmente sorprendente considerando che negli anni precedenti alla fusione tra FCA e PSA nel 2021, Alfa Romeo rappresentava una costante perdita di denaro. Sarebbe tutto dovuto al cambiamento di rotta e alla maggiore efficienza negli investimenti rispetto ai concorrenti, grazie alle dimensioni e all’organizzazione snella del marchio. Questo permette di investire il 30% in meno per offrire le stesse funzionalità o di investire lo stesso importo e offrire al cliente il 30% in più di funzionalità.