Per concludere il nostro ripasso fatto per i Segnali stradali e cartelli chiudiamo con i segnali di divieto che risultano tra quelli più facilmente riconoscibili e facili da vedere.
Il motivo è presto detto: sono tutti circolari bordati di rosso o ancora perché sono esattamente ciò che non si deve fare mentre si guida. Oppure, ancora più semplicemente, lo sono per via dell’ampia diffusione e dei tanti esempi. Riportiamo qui l’elenco per quali sono i segnali di divieto, a fare la differenza è l’esperienza alla guida. In pratica, ai conducenti più o meno esperti basta un colpo d’occhio per riconoscere i segnali di divieto, distinguerli dai segnali di pericolo e dagli altri segnali di prescrizione, oltre a capire il loro significato.
Segnali di divieto: quali sono
I segnali di divieto indicano il comportamento che l’automobilista non può tenere mentre si trova alla guida della propria vettura. Nella maggior parte dei casi si distinguono due elementi. Innanzitutto per la forma circolare e poi per il bordo rosso su sfondo bianco con il simbolo di riferimento nero. Esistono anche alcune eccezioni e queste sono rappresentate dai cartelli rettangolari relativi alla fermata, alla sosta e al parcheggio dei veicoli. Pensiamo ad esempio al divieto di sosta temporaneo e al divieto di transito per autotreni e autoarticolati. In ogni caso, i segnali di divieto sono raggruppati in 5 categorie:
- generici;
- specifici;
- limitazione in riferimento alle dimensioni e alla massa dei veicoli;
- relativi a fermata, sosta e parcheggio;
- fine divieto
Segnali di divieto: cosa significano
Prendendo tra le mani un testo di scuola guida noteremo che esistono numerosi segnali di divieto che devono avere forma, dimensioni, colori e caratteristiche conformi alle norme. In buona sostanza, i segnali stradali devono essere intuitivi e comprensibili da tutti, compresi coloro che non hanno mai preso la patente di guida. I segnali di divieto generici più comuni sono:
- divieto di transito: non è possibile transitare ove posto il cartello;
- senso vietato: il senso nel quale si vuole percorrere un tratto di strada dal lato;
- divieto di sorpasso: non è possibile sorpassare nel tratto di strada indicato;
- vietato usare il clacson: nelle zone ove il segnale è presente non si possono utilizzare segnali acustici;
- limite massimo di velocità: indica la velocità massima consentita;
- distanziamento minimo obbligatorio: indicata distanza minima da osservare tra un veicolo e l’altro.
Al fine di risultare sempre ben visibili, alcuni segnali di divieto sono realizzati utilizzando pellicole rifrangenti ad elevata efficienza. Il Codice della Strada prevede l’uso di queste pellicole per “dare precedenza, fermarsi e dare precedenza, dare precedenza a destra, divieto di sorpasso, nonché per i segnali permanenti di preavviso e di direzione di nuova installazione”. Vicino ai segnali di divieto generici ci sono quindi quelli più specifici che riguardano situazioni particolari. Ad esempio è facile incontrare:
- divieto di sorpasso per mezzi di oltre 3,5 t; ovvero i veicoli con peso superiore alle tonnellate indicate, in questo caso 3,5, non possono sorpassare;
- divieto di transito per veicoli a trazione animale: i veicoli trainati da animali non possono circolare;
- restrizione passaggio pedoni: la strada subisce un restringimento a causa di un passaggio pedonale;
- blocco della circolazione per auto che trasportano merci pericolose: per i mezzi che trasportano merce pericolosa e potenzialmente lesiva è vietato il transito.
Nella famiglia dei segnali di divieto rientrano anche quelli relativi alle limitazioni alle dimensioni e alla massa dei veicoli, stiamo parlando di limitazioni di peso o restrizioni di larghezza o altezza, al fine di riuscire a passare con i mezzi delle grandezze indicate dai cartelli:
- divieto di transito veicoli larghi più di 2,30 m (o altra larghezza);
- restrizione al transito veicoli alti più di 3,5 m (o altra altezza);
- proibizione del transito veicoli superiori a 10 m (o altra lunghezza);
- divieto di transito veicoli superiori a 7 t (o differente peso).
Veniamo ora ai segnali di divieto più conosciuti e richiesti anche in fase d’esame per la patente dato che danno empre adito a numerosi dubbi, stiamo parlando di quelli relativi alla fermata, alla sosta e al parcheggio. Meglio non farsi ingannare dalla forma rettangolare di alcuni di loro. Tra i cartelli più comuni ricordiamo:
- divieto di sosta e divieto di fermata: il primo riporta l’impossibilità di lasciare la macchina ferma con il motore spento per un tempo imprecisato, il secondo anche solo il tempo di fermarsi con motore acceso risulta essere impossibile data la zona di pericolosità;
- area di parcheggio: non è possibile parcheggiare in quella zona;
- divieto di sosta per passo carrabile: l’impossibilità di arrestare ed allontanarsi dal veicolo se questo viene lasciato davanti ad un passo carraio;
- sosta consentita solo con contrassegno disabili: la sosta viene garantita ai disabili provvisti di tagliando, per gli altri vi è la rimozione ed il divieto di sosta.
Sappiamo anche bene per esperienza che ricordare tutti i segnali stradali di divieto non è affatto semplice. Il colore ne identifica la maggior parte e risultano essere semplici e d’impatto, ma esisono anche i segnali di fine divieto, ad esempio, perdono il bordo rosso, sono circolari e si riconoscono per la presenza di una barra trasversale spessa di colore nero che divide il cartello in due parti uguali. Tra i segnali di fine divieto ricordiamo:
- fine prescrizione limite massimo di velocità: ovvero non vi è più un limitazione di velocità se non quello previsto dalla tipologia di strada che si transita;
- termine del divieto di sorpasso: risulta possibile nuovamente effettuare un sorpasso;
- fine del divieto di sorpasso per mezzi superiori a 3,5 t: anche ei mezzi con tonnellata superiore a 3.5 possono tornare a sorpassare.
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