Quando
Opel presentò la seconda generazione del
Grandland nell’aprile 2024, poi arrivata sul mercato in autunno, la novità più scenografica fu il logo illuminato al centro della calandra: il primo all’interno del Gruppo Stellantis. Oggi però un prototipo del SUV tedesco dimostra che quel logo può sparire, e non per ragioni estetiche o di marketing, bensì per motivi legati alla
sicurezza e alla guida autonoma.
Dal Blitz ai pittogrammi
Il modello sperimentale sviluppato da Opel in collaborazione con l’Università Tecnica di Darmstadt sostituisce in determinate condizioni l’emblema Blitz con simboli luminosi destinati ai pedoni. È parte di un progetto avviato nel 2022, quando Stellantis e l’ateneo hanno siglato un accordo strategico per la ricerca su nuove tecnologie di illuminazione applicate all’automotive. Il marchio finanzia tre dottorandi impegnati nello sviluppo di queste soluzioni, che oggi trovano concrete applicazioni sul Grandland.
Guida autonoma e intelligenza artificiale
Il SUV è configurato con guida autonoma di livello 3, capace quindi di muoversi in determinate circostanze senza intervento umano. Grazie a un sistema di telecamere evoluto e a un algoritmo basato su intelligenza artificiale, il veicolo riesce a riconoscere non solo oggetti e gesti, ma anche le intenzioni: dall’adulto che scende da un’auto in sosta fino al bambino che insegue un pallone in strada.
Quando l’auto opera in modalità autonoma, i gruppi ottici adottano una luce color ciano, scelta per la sua immediatezza percettiva. Se invece viene rilevato un pedone sulla traiettoria, la vettura frena automaticamente e i fari LED passano dal bianco al magenta. Contemporaneamente, lo schermo frontale al posto del logo Opel mostra un pittogramma con la sagoma di un pedone e il gesto di stop. Una volta arrestata, l’illuminazione diventa verde e il display raffigura un pedone che cammina, riprendendo il linguaggio universale dei semafori.
Un linguaggio visivo universale
La finalità è chiara: stabilire un dialogo immediato e intuitivo tra veicolo e pedoni. I segnali luminosi diventano una sorta di “lingua franca” della mobilità autonoma, capace di ridurre le incertezze negli attraversamenti. Resta comunque al centro la sicurezza: se l’algoritmo non riesce a interpretare una situazione complessa, il sistema chiede al conducente di riprendere il controllo immediatamente.
Dalla sperimentazione al futuro della mobilità
Il progetto non è ancora destinato alla produzione di serie, ma anticipa come Opel e Stellantis immaginino la convivenza tra auto autonome e utenti della strada. Un domani, il logo illuminato potrà diventare non solo un elemento di stile, ma uno strumento attivo di comunicazione, capace di trasformare la calandra in un’interfaccia visiva tra auto e persone.