Quando nel 1990 fece la sua comparsa al Rally di Monte Carlo, la
Lamborghini Diablo non fu semplicemente una nuova vettura, ma un punto di svolta nella storia delle supersportive. Con una velocità massima di 337 km/h e un design che ancora oggi resta scolpito nella memoria collettiva, la Diablo ridefinì i confini dell’automobile stradale, elevandola a status symbol globale.
Il sogno nato dal “Progetto 132”
La sua storia parte nel 1985, con l’obiettivo di dare un’erede alla Countach e di creare l’auto più veloce del mondo. Con l’arrivo di Chrysler nel 1987, il progetto trovò nuova linfa: le linee aggressive furono armonizzate, mantenendo però quell’aura visionaria che ancora oggi rende la Diablo immediatamente riconoscibile. Portiere a forbice, proporzioni muscolari, un posteriore imponente e un abitacolo più confortevole rispetto alle antenate: tutto concorreva a un equilibrio tra brutalità e raffinatezza.
Prestazioni da record
Il cuore pulsante della Diablo era il V12 da 5,7 litri, 492 CV e 580 Nm di coppia. Bastavano 4,5 secondi per scattare da 0 a 100 km/h, numeri che nei primi anni ’90 appartenevano al regno della fantascienza. Con il telaio tubolare, l’uso pionieristico della fibra di carbonio e soluzioni tecniche raffinate, la Lamborghini riuscì a fondere performance assolute e inedito comfort: sedili regolabili, impianto stereo Alpine e dotazioni di lusso che rendevano la guida estrema anche più accessibile.
Evoluzione continua e debutto nelle competizioni
Dal 1993 la Diablo si arricchì di varianti sempre più radicali: la VT, con trazione integrale, aprì la strada a una nuova filosofia tecnica per le V12 Lamborghini; la SE30 e la sua versione Jota spinsero la potenza a livelli da pista; la VT Roadster aprì le supersportive a cielo aperto; la GT del 1999 toccò i 338 km/h. Parallelamente, la Diablo entrò ufficialmente nel motorsport con il campionato monomarca Super Sport Trophy e con versioni da corsa come la SV-R e la rarissima GT1 Stradale.
Un’icona pop oltre l’asfalto
Non era solo una supercar: la Diablo divenne una star globale. Comparve in film come Scemo & più scemo e La morte può attendere, fu protagonista dei videogiochi Need for Speed, apparve accanto a Cindy Crawford in uno spot leggendario e nel videoclip Cosmic Girl dei Jamiroquai. Collezionisti e celebrità la scelsero come status symbol: da Nicolas Cage a Jay Leno, da Mike Tyson a Rod Stewart.
Numeri e successo commerciale
Con 2.903 unità prodotte e oltre 60 colori disponibili – 40 dei quali personalizzabili – la Diablo anticipò il programma “Ad Personam”. Il rosso rimase la tinta più iconica, scelta per oltre 550 esemplari. Fu la Lamborghini più venduta fino al 2001, segnando un record assoluto per il marchio.
Il mito oggi: tra restauri e valore collezionistico
A distanza di 35 anni dal debutto, la Diablo è ancora protagonista. Il Lamborghini Polo Storico ne tutela autenticità e valore, con un crescente numero di richieste di restauro e certificazioni. Alle aste internazionali, le versioni speciali registrano rialzi costanti, confermando il fascino senza tempo di questa icona.
Una leggenda che apre nuove strade
La produzione terminò nel 2001, ma la Diablo non segnò una fine: aprì una nuova era. Tracciò il percorso per le supersportive successive, da Murciélago ad Aventador, consolidando il DNA Lamborghini fatto di potenza estrema, innovazione tecnica e design che non invecchia.