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Come funzionano le nuove multe per le emissioni volute dall’Unione Europea

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Nel percorso di avvicinamento all’obiettivo delle “emissioni zero” per il 2035 , l’anno appena iniziato costituisce un momento cruciale per l’industria dell’auto. Elettrico o termico? Molti consumatori si troveranno a dover decidere tra queste due possibilità all’acquisto di un’auto nuova (i numeri sono ancora a favore del termico ma il desiderio di possedere un’auto elettrica è in decisa crescita) mentre i costruttori dovranno fare i conti con la media delle emissioni delle auto prodotte cercando di salvarsi da multe salate.

Ebbene sì, da ieri, infatti, sono entrate in vigore le norme che penalizzano fortemente i costruttori automobilistici che superano il livello di emissioni stabilito dalle normative. In un clima di grande incertezza, sono notevoli le preoccupazioni a punto tale da spingere i produttori a non mettere in commercio auto elettriche troppo economiche o a chiedere un rinvio dell’entrata in vigore delle sanzioni.

Nonostante gli appelli, la normativa è entrata in vigore

Fino ad adesso, neppure gli appelli di Acea in cui recentemente è rientrata anche Stellantis sono serviti a rivedere le scelte europee. Più volte lo scorso anno il presidente dell’associazione dei costruttori europei Luca De Meo, ora sostituito dall’uomo di Mercedes Ola Källenius, ha sottolineato le difficoltà del settore chiedendo una revisione della normativa sulle sanzioni.

Con l’avvento del 2025 è entrata in vigore una delle disposizioni del regolamento comunitario (per essere più precisi la 851/2023) che ha incluso l’obiettivo delle emissioni zero per il 2035. Con l’avvento dell’anno nuovo i costruttori dovranno così rispettare il limite medio di 93,6 grammi per chilometro di CO2 per il periodo 2025-2029 delle auto vendute nel corso dell’anno che scende così notevolmente rispetto ai 115,1 in vigore per il 2020-2024.

Quanto costano le multe ai produttori?

Secondo quanto precisato dalla normativa, i costruttori debbono versare 95 euro per ogni grammo/km in eccesso in proporzione ai veicoli immatricolati per ogni singolo Stato. Può sembrare poco ma conti alla mano significa che l’intero settore potrebbe trovarsi a dover versare delle cifre record per oltre 15 miliardi di euro.

Il motivo di questi importi è anche legato ad un conteggio in cui rientrano non solo le vetture per il trasporto passeggeri ma anche i veicoli commerciali leggeri per cui il rapporto grammi/km resta sempre problematico attestandosi a 153,9 g/km (motivo molto semplice, pesano più di un’auto normale e per muoversi richiedono più energia). Per sfuggire a queste regole, quindi, o le auto elettriche spiccano il volo a livello di consegne, o i costruttori dovranno mettere mano al portafogli.

L’altra soluzione, in parallelo e non in alternativa, è immatricolare meno auto a termiche (benzina, Diesel e ibride leggere), attorno a 2,5 milioni di veicoli annui, così che la media delle emissioni scenda. Affinché le vetture tradizionali, di gran lunga le più richieste, siano meno vendute, può darsi che le Case procedano ad alzare i listini.

Molti posti di lavoro potrebbero essere a rischio

Se effettivamente le immatricolazioni a fronte di un rialzo dei listini vedranno una contrazione, potrebbero esserci pesanti ripercussioni a livello occupazionale. Che il periodo non sia semplice lo abbiamo visto più volte anche con il caso Volkswagen che recentemente ha scongiurato la chiusura delle fabbriche, ma con le nuove normative la situazione potrebbe assumere contorni ancora più tetri. Si correrà ai ripari oppure le elettriche vivranno un vero e proprio boom?

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