Chi ama viaggiare, o più semplicemente lo fa per esigenze di lavoro, sa che c’è un “nemico” sempre in agguato. Nati per garantire la sicurezza sulle strade ma ben presto “etichettati” come i nemici n.1 degli automobilisti, gli Autovelox sono la delizia per chi ama andare piano e non preoccuparsi delle prestazioni della sua vettura e la croce per chi guida sportivo o tende ad avere il piede destro pesante.
Temuti da tutti, nel bene e nel male, il termine Autovelox affonda le sue radici nei primi anni ‘70 quando l’azienda Sodi Scientifica, nella persona di Fiorello Sodi, inventa un dispositivo avveniristico per l’epoca e capace di misurare, e registrare, la velocità istantanea di un veicolo in quel momento inquadrato dalla telecamera. Ci fu un precedente in Germania, il Telefunken, dal quale molte aziende si ispirarono per la progettazione dei “nuovi” Autovelox, nati come forniture alle forze di polizia per prevenire gli incidenti stradali. Oggi abbiamo imparato a “convivere” con gli Autovelox, visto che spesso ci capita di incontrarli sia sui classici tragitti casa-lavoro sia in autostrada, dove si sono trasformati nei cosiddetti Tutor, ancor più “spietati” come avremo modo di capire.
L’evoluzione tecnologica in oltre mezzo secolo ha portato a un sostanziale miglioramento di questi dispositivi che, nel frattempo, si sono sempre più differenziati e perfezionati secondo il loro scopo. Ad esempio, è sbagliato definire la pistola laser usata dagli agenti della polizia stradale come un vero e proprio Autovelox, poiché con questo termine si tende a preferire la definizione di strumenti dotati di due fotocellule che proietta un fascio di raggi laser invisibili ma per definizione perpendicolari alla strada: la prima registra il momento in cui il muso del veicolo viene captato e dà avvio al temporizzatore, la seconda calcola quanto tempo ha impiegato quel “muso” a essere captato e, conosciuta la distanza tra le due fotocellule, è facile risalire alla velocità di passaggio. Se quest’ultima supera il valore impostato, ad esempio 50 km/h nel più classico dei centri abitati e variabile ovviamente a seconda del tipo di strada e del Codice della Strada di quel determinato paese, scatta inesorabile la foto alla targa che è solo il primo passaggio che porterà a multare l’automobilista sbadato.
Multare di quanto? Tutto dipende dalla velocità di rilevamento, dall’ora di quest’ultimo e se siete neopatentati. Si da un minimo di 42 euro a un massimo di 173 euro se la velocità rilevata è di 10 km/h superiore a quella considerata con la tolleranza (a breve vi spieghiamo come si calcola) e si arriva a un massimo di 845/3.382 euro se si oltrepassa il limite di 60 km/h. Essere multati dagli Autovelox tra le 22 e le 7 comporta automaticamente la maggiorazione di un terzo sulla base di questi importi. Scatta anche la sottrazione dei punti patente, con i casi più gravi che possono arrivare a 20 se siete neopatentati (il doppio dei neopatentati).
Un modo molto semplice, ma veritiero, di come funzionano gli Autovelox. In questa guida agli Autovelox, capiremo dove sono, se esiste una mappa che li raccoglie tutti, la loro tolleranza e andremo nel dettaglio per capire come funzionano.
Dove sono gli Autovelox? Internet ci può dare una mano
Abbiamo capito che gli Autovelox servono per prevenire possibili incidenti stradali e servono a mitigare la voglia di andare veloci. La domanda successiva al come sono fatti, ne parliamo più approfonditamente tra poche righe, è sicuramente quella relativa al dove sono gli Autovelox e come fare per rintracciarli. Sembra curioso ma è il sito della Polizia dello Stato a dare aggiornamenti costanti sul dove e come trovare gli Autovelox sparsi per il territorio italiano. Si tratta di una fonte che si aggiorna settimanalmente in base alla reale operatività degli Autovelox in Italia. Ci sono diversi elenchi scaricabili gratuitamente tra cui spiccano quelli relativi alle postazioni fisse in Autostrada e su quelle fisse sulla viabilità ordinaria, mentre gli altri sono divisi per regione. La Polizia Stradale, inoltre, pubblica settimanalmente la programmazione dei servizi di controllo della velocità con gli Autovelox mobili indicando puntualmente sia le strade sia le giornate in cui verranno fatti i rilevamenti. Ovviamente questo è un metodo per sapere dove sono gli Autovelox che richiede la visita al sito almeno una volta alla settimana e un minimo di pianificazione.
Più rapide, e sicuramente più pratiche, le tante app scaricaribili sul proprio smartphone che individuano la posizione degli Autovelox, fissi e mobili, e che si aggiornano praticamente in real time grazie al contributo della community. L’app più famosa è Google Maps che visualizza gli Autovelox durante la navigazione, ma app come Waze, Coyote, Radarbot e “Autovelox fissi e mobili” si sono ormai specializzate, grazie agli stessi utenti che segnalano le nuove postazioni agli altri utenti, a veri e propri punti di riferimento per sapere in anticipo, o durante il percorso, se ci sono Autovelox o meno. Insomma, ci sono diversi modi per sapere esattamente dove sono gli Autovelox, ed è ancora più facile e immediato saperlo in pochi secondi grazie all’aiuto della connettività e della tecnologia.
Sempre a proposito dei tutor, gli Autovelox che misurano la velocità media in autostrada in un determinato tratto, l’ultima versione disponibile della mappa dei tutor italiani con la posizione esatta risale al mese di agosto 2022.
La mappa Autovelox in Italia
Abbiamo appena scoperto che è abbastanza facile scoprire dove sono gli Autovelox sia grazie al sito della Polizia di Stato sia con le varie app, e non sono poche, disponibili sia su iOS sia su Android. Con il mirroring disponibile sulle più moderne autovetture, inoltre, è molto facile consultare le mappe senza toccare il telefono. Tutto più immediato, tutto più sicuro. Altra domanda assolutamente lecita è quella relativa all’esistenza di una mappa degli Autovelox. Anche in questo caso internet ci viene in soccorso in men che non si dica. Le app sopra descritte servono sia come mappa degli Autovelox sia come modo per scoprire dove sono posizionati, ma il sito Autovelox.it va oltre.
Sia da PC sia smartphone la mappa è zoomabile e si basa sui software dei principali sistemi di navigazione oggi in commercio, sistemi che sono la base delle mappe delle auto che per la maggior parte integrano navigatori direttamente in vettura. Se si ha più pazienza si può comunque pensare all’app, una su tutte “Autovelox fissi e mobili” che permette di scegliere il paese di residenza appena scaricata e da lì di consultare la mappa degli Autovelox con estrema semplicità. Essendo sempre connessa, e non potrebbe essere da meno per definizione, si può consultare la mappa e segnalare nuovi Autovelox sempre a beneficio degli altri utenti. La rapidità nell’evoluzione della tecnologia ha ormai convinto non solo i più giovani a fare uso di questi sistemi disponibili su smartphone per semplificare la vita di chi viaggia in auto.
Tolleranza Autovelox: perché esiste e come viene calcolata
Come tutti i dispositivi elettronici, anche gli Autovelox hanno una tolleranza che è imposta per legge e che dipende essenzialmente dalla percentuale di errore del dispositivo stesso, non essendo affidabile al 100%. Ci spieghiamo. Da 0 a 100 km/h, quindi possiamo fare ’esempio di un Autovelox posto in una strada statale dove vige il limite dei 90 km/h, la tolleranza è pari a 5 km/h; significa che se la vostra auto viene sorpresa entro i 95 km/h, la tolleranza Autovelox vi permetterà di scamparla. Diverso il caso sopra i 100 km/h: la tolleranza Autovelox è pari al 5% del valore eccedente. Un altro esempio…se il limite è 110 km/h, potrete non essere fotografati anche se procedevate a 116 km/h con questo valore che diventa direttamente proporzionale alla velocità e viene approssimato per eccesso (il calcolo direbbe 115,5 km/h, che diventa automaticamente 116 km/h), con questo valore che diventa direttamente proporzionale alla velocità. A 130 km/h, la tolleranza Autovelox calcolata sul 5% sposta a 136,5 km/h (137 km/h) la velocità massima rilevabile senza incorrere nell’infrazione.
In altri termini, la tolleranza Autovelox è una sorta di “deroga” concessa dal legislatore direttamente attraverso alcune regole del Codice della Strada. Il DM del 29 ottobre 1997 che ha normato per legge gli Autovelox ha fin da subito definito i termini della tolleranza Autovelox, spiegando che…”per gli accertamenti della velocità, al valore rilevato della velocità deve essere applicata una riduzione pari al 5%, con un minimo di 5 km/h. Nella riduzione è compresa anche la tolleranza strumentale”. Meglio ricapitolare in base ai limiti vigenti sulle strade italiane, in ordine crescente, così da riassumere i vari casi per calcolare la tolleranza Autovelox.
Tolleranza Autovelox, caso per caso
- Strade urbane – 50 km/h: si applica la tolleranza minima dei 5 km/h definita per legge
- Strade urbane – 70 km/h: scatta la multa se si viaggia oltre i 75 km/h
- Strade extraurbane – 90 km/h: 5 km/h di tolleranza
- Strade extraurbane – 100 km/h: 5 km/h di tolleranza
- Strade extraurbane – 110 km/h: vale la regola del 5%, quindi 5,5 km/h allora in più, approssimati per eccesso a 6 km/h.
- Strade extraurbane – 130 km/h: vale nuovamente la regola del 5%, quindi 6,5 km/h allora in più, approssimati per eccesso a 7 km/h.
Come funzionano gli Autovelox: ci sono differenze tra i vari “modelli”
Torniamo al discorso appena accennato nell’introduzione sul reale funzionamento degli Autovelox. L’uso comune ormai entrato nel vocabolario viene certificato dall’Enciclopedia Treccani, che definire gli Autovelox come “Nome commerciale di un particolare dispositivo fotografico usato dalla polizia stradale per la rilevazione automatica della velocità dei veicoli”. La legge li ha inquadrati con il già citato DM del 29 ottobre 1997, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 dicembre successivo.
Abbiamo visto che dietro i famigerati Autovelox si nasconde un meccanismo molto semplice, capace di rilevare la velocità di un veicolo nel momento in cui quest’ultimo passa davanti alle fotocellule. La differenza con la pistola laser a volte utilizzata dalle pattuglie è che la velocità viene rilevata nel momento del passaggio effettivo, non a distanza. Solo se viene superato il limite riconosciuto come valore soglia, scatta la fotografia e la polizia procederà con l’invio della multa presso il domicilio di colui al quale è intestata quella targa. La funzione primaria degli Autovelox, che per legge devono essere segnalati a chi passa da quel tratto di strada, è però quella di deterrente nel mantenere la giusta velocità. Sapendo dell’approssimarsi di un Autovelox, infatti, l’automobilista frena e riduce di conseguenza la velocità. Come abbiamo visto nella mappa degli Autovelox, è quindi importante il posizionamento di quest’ultimi per renderli ancora più efficaci come veri e propri deterrenti al superamento dei limiti imposti dal CdS. La differenza che determina come funzionano gli Autovelox sta nel tipo di dispositivo usato dalla polizia: fisso o mobile.
Nel primo caso, si tratta di un dispositivo stabile in quel tratto di strada, tra cui possiamo annoverare anche i famosi Autovelox arancioni che tante polemiche hanno scatenato da quando sono stati introdotti. Rilevano la velocità nel modo che vi abbiamo spiegato e funzionano indistintamente sia di giorno sia di notte: se ci passate davanti di giorno e non avete la prontezza di verificare a che velocità siete transitati, rimarrete col dubbio di essere stati “beccati”. Se transitate di notte, invece, lo scatto del flash sarà la triste conferma che ben presto riceverete la sanzione a casa. Ci sono anche Autovelox che funzionano con raggi infrarossi, in quel caso niente flash e dubbio finché non arriverà la corrispondenza indesiderata…
Un po’ diverso l’Autovelox mobile. In questa guida agli Autovelox e soprattutto a come funzionano gli Autovelox, i mobili sono quelli più temibili perché adoperati direttamente dalle pattuglie che circolano sulle strade. Anche in questo caso ne esistono di due tipi, il Videovelox che funziona esattamente come un fisso ma è allo stesso tempo mobile essendo montato su una pattuglia e scatta la foto alla targa del veicolo che viene sorpreso a una velocità maggiore di quella consentita, senza che ci sia l’intervento diretto delle forze di polizia a meno di casi eccezionali. Il secondo, il più temibile tra tutti gli Autovelox, è il Telelaser o TruCam Telelaser: quest’ultima si presenta minacciosamente come una pistola e non solo permette di rilevare la velocità, bensì anche se state utilizzando il telefonino con le mani o più semplicemente non indossate la cintura di sicurezza. L’agente che lo utilizza può comunicare tempestivamente al collega di fermare il veicolo e procedere con la multa. Praticamente infallibili, inducono l’automobilista a una guida molto più cauta.
Non ultimi, quelli che possiamo chiamare gli Autovelox da autostrada e che hanno eliminato il problema della percezione perpendicolare del veicolo, in altre parole una volta saputo il posizionamento dell’Autovelox bastava rallentare in prossimità aiutati dalla segnalazione obbligatoria per legge. I Tutor o il sistema Vergilius sono andati oltre, calcolando la velocità media in un tratto di autostrada dove c’è un inizio e una fine del rilevamento. Vergilius è anche in grado di calcolare la velocità istantanea, quindi a poco servirà entrare sotto le telecamere a 160 km/h per poi abbassare notevolmente la media nel tratto di cui sopra.
In conclusione, dopo aver visto come funzionano gli Autovelox, ormai tutti abbiamo imparato a conviverci e a temerli. Abbiamo visto che esistono molte app e siti che possono venire in soccorso degli automobilisti, certo è che il rischio di prendere una multa per eccesso di velocità è, letteralmente, sempre dietro l’angolo.
Come sapere dove si trovano gli autovelox?
Esistono diversi sistemi. Ci sono siti specializzati come autovelox.it dove è consultabile una mappa degli Autovelox, così come il sito della Polizia di Stato permette di conoscere, settimanalmente, l’attivazione degli Autovelox fissi e mobili in tutte le regioni italiane. Infine, molte app facilmente scaricabili sugli smartphone fanno della community che le adopera la stessa fonte di informazioni: gli utenti stessi possono segnalare la presenza di un’Autovelox mobile e informare così gli altri utenti che si troveranno ad affrontare lo stesso tratto di strada.
Come fa un Autovelox a calcolare la velocità?
Due fotocellule registrano il passaggio di un veicolo e se la velocità è superiore al limite viene scattata una foto alla targa che servirà alla polizia per mandare la multa al domicilio dell’automobilista che andava di corsa. Ci sono Autovelox fissi e mobili, ed entrambi servono principalmente come deterrente per impedire agli automobilisti di procedere a velocità elevata. Sapendo in anticipo dove si trovano gli Autovelox, inoltre, è facile mantenere una velocità costante.
Qual è la tolleranza degli Autovelox?
La tolleranza degli Autovelox cambia sulla base della velocità. Sotto i 100 km/h si calcola una tolleranza di 5 km/h, mentre sopra ai 100 km/h la tolleranza viene calcolata sulla base del 5% della velocità rilevata. Questo valore cambia proporzionalmente in base alla velocità, e in caso di valore decimale si approssima per eccesso. Per esempio a 130 km/h la tolleranza è di 6,5 km/h (il 5% di 130) e viene approssimata per eccesso a 137 km/h.
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