Le citycar economiche non esisteranno più. O meglio, non ci saranno più nella forma con la quale abbiamo imparato a conoscerle negli ultimi decenni. A farcelo capire definitivamente è stata Toyota Aygo X, erede di una delle “superutilitarie” più amate degli ultimi 20 anni. Con la terza generazione, Aygo cambia in quasi tutti i suoi aspetti. Abbandonata la collaborazione con il Gruppo PSA nelle due popolari generazioni precedenti, con la terza serie Toyota Aygo guadagna centimetri, dotazioni, stile e, soprattutto, una X che cambia tutto.
Questa X (che per Toyota va letta “Cross”, come le sorelle più grandi Yaris e Corolla Cross) fa diventare più ricercata, più moderna e, ovviamente, più “suvveggiante” Toyota Aygo, piccola che ha brillato per il suo ruolo di perfetta cittadina, ma che difficilmente ha fatto innamorare qualcuno per il suo stile e la sua personalità. Oggi, Toyota Aygo X ha un prezzo superiore alla precedente Aygo, è più lunga di oltre 20 cm, ha uno stile più ricercato e personale. L’obiettivo? Non essere solo una cittadina che si sceglie con la testa, ma una che convinca anche il cuore.
Rispetto alla precedente Aygo (e alle gemelle Peugeot 108 e Citroen C1), Aygo X oggi ha una base meccanica interamente Toyota, derivata dalla più grande Yaris. Più spaziosa e ricca, nonostante la sua trasformazione in citycar “cool” Toyota Aygo X vuole essere ancora una delle citycar più agili e funzionali in città, aggiungendo un tocco in più tra passaruota in plastica, cerchi da 18 pollici e tecnologia “da grande”. Scopriamo allora i suoi pregi e difetti scoprendo esterni e interni, motori, consumi e prezzo di Toyota Aygo X nella prova su strada della top di gamma 1.0 VVT-i Lounge con cambio manuale.
La rivoluzione che ha interessato Toyota Aygo X è visibile fin dal primo sguardo. Chi è abituato o possiede una Toyota Aygo di prima o seconda generazione, riconoscerà alcuni tratti tipici del progetto. Il portellone posteriore, ad esempio, è ancora in vetro, ed è circondato da due fari a sviluppo verticale. I fari anteriori, invece, sono ancora alti e filanti. Il resto, invece, sa di totale trasformazione, a partire dalle dimensioni. La precedente Toyota Aygo era una delle automobili più piccole sul mercato con i suoi 3,47 metri. Oggi, la nuova Toyota Aygo X aggiunge quasi 25 cm, arrivando a 3,70 metri. I 23 cm in più in lunghezza trovano man forte in 12 cm in più in larghezza, 7 cm di altezza in più e un passo 9 cm più lungo di prima. Queste sono, nel dettaglio, le dimensioni di Toyota Aygo X:
Già da questo primo approccio capiamo quanto Toyota Aygo X sia cambiata. Alla trasformazione dimensionale segue di pari passo quella estetica, che regala alla compatta giapponese un look molto più moderno e accattivante che in passato. Partendo dal frontale, al fianco dei già citati fari Full LED (di serie sull’allestimento più ricco Lounge della nostra prova) troviamo un frontale più moderno e personale, con un cofano relativamente lungo per il mondo Aygo e una grande calandra nella parte bassa del paraurti, che fa il paio con le parti in plastica grezza e le protezioni sottoscocca che rendono la piccola Aygo una “Cross“. La parte alta del paraurti è invece carenata, e qui spicca il grande logo Toyota al centro.
Spostando la vista di qualche grado, ai grandi fari anteriori fanno da contraltare ai passaruota in plastica grezza dall’andamento piuttosto squadrato, che uniti ai cerchi in lega da 18 pollici, di serie sul nostro esemplare Lounge, rendono la piccola Toyota molto accattivante. Rispetto alla precedente Aygo, molto tradizionale nella sua vista laterale, Toyota Aygo X cambia tante cose, a partire dall’ormai noto fascione in plastica grezza nella parte bassa della vettura. L’andamento delle portiere è totalmente inedito. Sia la forma del montante molto inclinata sia quella dei finestrini regalano una fiancata molto dinamica e personale, che fa il paio con due dettagli ricercati che sulla precedente Aygo erano pura utopia.
Il montante posteriore (nonché il tetto) è infatti verniciato in nero, a contrasto con la verniciatura Chili Red Perlata, e fa il paio con i passaruota posteriori molto bombati, per un look personale e cool che sfida direttamente le più stilose del segmento. In coda, a dominare la vista è il portellone in cristallo, che però nasconde un segreto. Se infatti nelle precedenti Aygo il portellone era interamente in cristallo, oggi Toyota Aygo X utilizza un classico sportello in lamiera, sopra il quale è incollato un cristallo nero. Si tratta di una soluzione furba per conservare il family feeling con le altre Aygo, ma senza rinunciare alla silenziosità e alla maggiore robustezza di un classico portellone in metallo.
Per il resto, convince l’unione tra il nero lucido della parte alta del posteriore, “ereditato” dai montanti a contrasto, e la sottile fascia in rosso dove è alloggiata la targa, per una coda personale e riconoscibile. Qui si notano ancora di più i passaruota posteriori bombati, che regalano una bella dose di personalità alla citycar-crossover Toyota. Concludendo con le dimensioni di Toyota Aygo X, il bagagliaio è sensibilmente più grande del modello uscente. Se la seconda serie di Aygo poteva ospitare fino a 168 litri, oggi Toyota Aygo X arriva a 231 litri, con un vano profondo e sviluppato in altezza, piuttosto versatile e sfruttabile.
Voglio infine citare la versione Air, che aggiunge un tocco sbarazzino all’auto. Scegliendo le versioni Air affiancate agli allestimenti Trend e Lounge si accede ad un semplice tetto in tela apribile che parte dal parabrezza e finisce prima del portellone. Non cambia quindi il telaio né l’estetica di Toyota Aygo X, ma si guadagna un’auto più simpatica e dotata dell’impagabile sensazione di guida all’aria aperta.
Passando agli interni di Toyota Aygo X, l’impostazione cambia grazie alle dimensioni maggiorate. Le prime due generazioni di Aygo hanno dovuto fare i conti con un abitacolo dalla larghezza contenuta, che quindi ha costretto i tecnici a sfruttare la fantasia per la plancia. Dalle consolle sviluppate in larghezza della seconda serie e in profondità della prima, oggi Toyota Aygo X può contare su 12 cm in più di larghezza. Questi si riflettono nello stile e nell’abitabilità degli interni di Toyota Aygo X. La plancia ha infatti un andamento molto personale, disegnata attorno a forme tondeggianti e con uno sviluppo in larghezza ben visibile. Al centro dell’enorme ovale che riprende il bronzo, colore di lancio e di Aygo X, trova posto il grande schermo dell’infotelematica da 9 pollici.
Il più grande in listino per Aygo X (la versione Active ha un display da 7 pollici e la Trend da 8″, entrambi dotati di Apple CarPlay e Android Auto via cavo), questo schermo è dotato dell’ultimo sistema operativo Toyota e ha Apple CarPlay e Android Auto wireless, una rarità in questo segmento. Il sistema è piuttosto veloce e si comporta molto bene utilizzando i sistemi di mirroring. Nella nostra prova, ha dimostrato ha una buona stabilità, e anche il navigatore proprietario non è affatto male. Decisamente meno positiva è l’assenza di altoparlanti al posteriore. Da un’auto del 2023 mi sarei aspettato un paio di casse anche dietro. Il sistema non è neanche un granché a livello acustico. Caldamente consigliato l’optional del sistema audio Premium curato da JBL, che a 500 euro aggiunge un subwoofer e due speaker posteriori.
Al netto della qualità audio deludente e “dedicata” ai passeggeri anteriori, gli interni di Toyota Aygo X sono ben fatti, ben assemblati e disegnati con cura. I materiali sono da compatta di segmento A, quindi praticamente tutti rigidi e lucidi, ma solidi e fatti per durare. Peccato poi per la presenza del Piano Black, per fortuna qui concentrato solo intorno allo schermo dell’infotainment, che come tutte le auto dotate di questo rivestimento non brilla per durata nel tempo e resistenza alle ditate. Poco più in basso troviamo i comandi per il climatizzatore automatico. Sebbene siano un po’ troppo in basso, sono facili da usare anche in marcia. Grazie ad un abitacolo molto compatto, non ci mette molto a raggiungere la temperatura desiderata.
Convince il look e la posizione della leva del cambio, mentre il volante è lo stesso visto (e apprezzato) su Toyota di categoria superiore. Dietro al volante, regolabile in altezza e profondità, trova posto un piccolo quadro strumenti misto analogico-digitale. All’esterno del corpo semicircolare troviamo il tachimetro analogico, all’esterno del quale trovano posto il contagiri (forse un po’ piccolo) e l’indicatore di quantità di benzina. Al centro, invece, troviamo un computer di bordo da 4,2 pollici. Si tratta di uno schermo e di un setup non modernissimi, che non riprendono le indicazioni del navigatore o regalano informazioni troppo complesse. Grazie ad un funzionamento e una grafica chiara e completa di tutto ciò che serve come consumo medio, velocità e stato del Cruise Control Adattivo e i limiti di velocità rilevati dalla telecamera, è sufficiente per le richieste di un’auto cittadina come Aygo X.
Per il resto, colpisce la presenza di una piastra per la ricarica wireless dietro ai portabicchieri, dotata anche del pratico tasto per l’accensione, merce rara anche su auto ben più costose. Convincono i sedili, comodi anche se non troppo contenitivi e impreziositi dalla trama del tessuto (di buona qualità) che richiama la X. Ottima l’abitabilità anteriore, che propone una posizione di guida di guida distesa e piuttosto comoda ma anche rialzata rispetto alle altre citycar, per una seduta rialzata che tanto va di moda oggi. Lo spazio è ottimo anche se si superano gli 1,85 m di altezza, con regolazioni di volante e sedile precise e intuitive. Non convincerà tutti, invece, il pannello porta con tanta lamiera verniciata a vista. Rende l’abitacolo più colorato, ma non isola altrettanto bene rispetto ad un pannello rivestito a livello acustico e termico.
Concludendo con gli interni di Toyota Aygo X, salendo dietro scopriamo come la situazione sia migliore rispetto alla precedente Aygo. Lo spazio per le gambe e per la testa sono superiori, e anche le porte sono più grandi e facilitano l’ingresso. Non bisogna dimenticare che si è comunque su una citycar. Pretendere di viaggiare in quattro adulti è quindi un po’ troppo, e i più alti possono toccare il tetto con la testa. L’attenzione ai passeggeri posteriori non è infine esagerata. I finestrini posteriori si aprono a compasso, una soluzione che non fa entrare molta aria a bordo, mentre l’apertura delle portiere è ancora solo discreta. Infine, proprio queste ultime fanno un rumore poco appagante quando si chiudono, un po’ come sulla sorella maggiore Yaris.
Il collegamento precedente con la più grande Yaris non è casuale. Per la prima volta, infatti, a livello di meccanica e motori Toyota Aygo X non condivide il progetto con Peugeot 108 e Citroen C1. Dalla decisione del Gruppo Stellantis di abbandonare il segmento delle Citycar con i brand Citroen e Peugeot, Toyota ha deciso di portare Aygo X ad un livello superiore. Abbandonata la piattaforma condivisa con Peugeot e Citroen, la Casa giapponese ha deciso per una soluzione molto raffinata. Quale? Adattare la base meccanica della quarta serie di Yaris alla piccola Aygo.
Per questo, a livello di meccanica e motori, Toyota Aygo X utilizza la stessa piattaforma modulare TNGA-B di Yaris, Yaris Cross e della gemella di Yaris, Mazda 2 Hybrid. Si tratta di una base meccanica molto apprezzata per una guidabilità di ottimo livello unita ad un peso contenuto e ad una sicurezza all’altezza delle migliori rivali. Tutte queste caratteristiche sono ereditate anche da Aygo X, che può contare su una meccanica moderna e matura rispetto alla spartana piattaforma utilizzata fino al 2021.
Le sospensioni di Toyota Aygo X usano lo stesso schema della precedente, con un classico avantreno McPherson e un retrotreno a ruote interconnesse. Quello di oggi è però più moderno, e tarato per offrire maggiore guidabilità e comfort. Anche lo sterzo è lo stesso visto su Yaris, e torneremo a parlare di questo comando durante la prova su strada. La rigidità torsionale è decisamente superiore alla precedente Aygo, così come la dotazione di sicurezza. Grazie ad una piattaforma così moderna, infatti, Toyota Aygo X è dotata di serie di Cruise Control Adattivo, una rarità in questo segmento anche come optional. La versione Lounge può contare anche su frenata automatica, mantenitore attivo di corsia e su retrocamera e sensori di parcheggio anteriori e posteriori, per una dotazione da vettura di categoria superiore.
Dove non ci sono stati stravolgimenti è nella gamma motori di Toyota Aygo X. Sotto il cofano troviamo infatti lo stesso motore della generazione precedente, il 1.0 VVT-i 1KR-FE. Niente ibrido né elettrico. Per il momento, Toyota Aygo X rimane una classica utilitaria termica. Lo storico tre cilindri aspirato di Casa Toyota è dotato, come in passato, di 72 CV e 93 Nm di coppia, doppio albero a camme in testa e fasatura variabile in aspirazione e scarico. Il 1.0 VVT-i è accoppiato di serie ad un cambio manuale a 5 marce o, a richiesta, ad un automatico.
Al posto del manuale automatizzato della precedente Aygo, però, qui trova posto un cambio CVT, o meglio un S-CVT. Questa trasmissione (non presente sull’esemplare provato) è dotato di una prima marcia fisica, pensata per le partenze, a cui si aggiunge poi il sistema di variazione continua a cinghia, in grado di simulare 9 marce. La risicata gamma motori di Toyota Aygo X deve però fare i conti con una differenza sostanziale rispetto al passato: il peso. Se la seconda serie di Aygo pesa infatti 855 kg, Aygo X arriva a superare il muro psicologico della tonnellata, fissando la bilancia a 1.015 kg. Per questo, le prestazioni non fanno gridare al miracolo. Il 1.0 VVT-i aspirato è in grado di spingere Aygo X da 0 a 100 km/h in 14,9 secondi. La velocità massima, invece, è di 158 km/h.
Più grande, più pesante, ma con lo stesso motore e un telaio più raffinato. Come si guiderà Toyota Aygo X nella prova su strada? Ho percorso oltre 800 km alla guida della piccola giapponese, scoprendone pregi e difetti in diverse situazioni. Iniziamo dal suo habitat naturale, la città. Nonostante le dimensioni più generose, Toyota Aygo X rimane un’auto davvero compatta. Questo permette alla piccola giapponese (costruita ancora in Repubblica Ceca, a Kolin, dove vennero costruite anche le precedenti Aygo) di essere agile e maneggevole quasi come in passato. I cerchi da 18 pollici non devono infatti spaventare. Le dimensioni delle gomme sono infatti umane (175/60 R18), con un battistrada relativamente contenuto e una spalla alta, adatta anche alle buche più grandi.
Questo permette a Toyota Aygo X di essere ancora estremamente a suo agio in città, dove si muove con agilità. Lo sterzo e la frizione sono molto leggeri, rendendo la guida in città un gioco da ragazzi anche con il cambio manuale. Certo, i passaggi più stretti e i parcheggi più piccoli non sono più facili prede come in passato.
Il raggio di sterzata dichiarato è però di soli 9,4 metri, che garantisce una maneggevolezza ottimale tra le mura cittadine. Rispetto al passato, poi, è migliorata l’insonorizzazione del motore, che risulta più ovattato nelle accelerazioni più vigorose. In più, la taratura delle sospensioni è più rigida che in passato, ma comunque in grado di sopportare discretamente bene anche le asperità più grandi.
Peccato per qualche scricchiolio, avvertibile sul nostro esemplare sulle asperità continue. La posizione di guida alta piacerà agli amanti dei SUV, anche se la visibilità, soprattutto dietro, rimane solo discreta. Dove Toyota Aygo X non convince a pieno è però nello scatto. Il peso in più si sente, e complici i rapporti del cambio lunghi è adeguata al traffico, ovviamente, ma non da mai l’impressione di essere un’auto vivace. Il piccolo 1.0 ha un sound piacevole, è fluido ed elastico, ma non è mai vivace o pronto come, ad esempio, il 1.2 da 83 CV della Suzuki Swift (qui trovate la nostra prova su strada).
Questa caratteristica è accettabile in città, dove comunque si muove con sicurezza, ma diventa un vero peccato fuori dalle mura cittadine. Toyota Aygo è sempre stata un’auto divertente da guidare, grazie a cambio e sterzo ben tarati e a un telaio sincero. L’adozione della piattaforma TNGA-B ha giovato al comportamento dinamico di Toyota Aygo X, che si guida in maniera quasi sorprendente.
Lo sterzo è infatti lo stesso apprezzato su Toyota Yaris e sulla cugina Mazda 2 Hybrid. Preciso e diretto, anche se forse un po’ troppo leggero e non un campione di feeling con l’asfalto, lo sterzo fa il paio con un telaio molto più stabile e preciso che in passato e un assetto riuscito. Con questi ingredienti, Toyota Aygo X colpisce per la stabilità e l’agilità dimostrata fra le curve. Grazie ad un cambio manuale dagli innesti concreti e piacevoli, non è un’utopia percorrere le curve con piglio sportivo. Il cambio è preciso e con una leva posizionata nel posto giusto, con innesti buoni e una corsa della leva forse un po’ troppo lunga.
Tutta l’auto è ben contenta di sopportare una guida più sportiva, anche i freni (a disco autoventilati davanti, a tamburo dietro). Tutta, eccetto il motore. Il piccolo 1.0 aspirato fa quello che può, e con una terza davvero molto lunga non riesce ad esprimere quello che potrebbe dare il telaio. A lasciare l’amaro in bocca non sono tanto le prestazioni, quanto la reattività del motore, un po’ “strozzato” dalle normative Euro 6D e tarpato da un cambio pensato per i consumi e non per il divertimento alla guida. Come vedremo tra un attimo, questa impostazione ha un enorme vantaggio al distributore.
Se si deve fare un sorpasso, però, è imprescindibile scalare una o due marce. In terza, infatti, Aygo è in grado di superare i 130 km/h in autostrada. Questo fa capire perfettamente la rapportatura lunga del cambio, che se non usato in statale non permette di completare in sicurezza alcun sorpasso. Scalando dalla quinta alla terza marcia, invece, il 1.0 si risveglia, e grazie alla fasatura variabile ha una discreta grinta agli alti regimi prima di “murare” a circa 6.500 giri. L’indicazione è sommaria perché il contagiri digitale con una barra per ogni 500 giri non consente di capire con precisione il regime del motore. Problemi solo per i più esigenti.
Infine, nella mia prova su strada la piccola Toyota Aygo X si è comportata piuttosto bene nella marcia autostradale. Non ci si può aspettare la silenziosità di una Mercedes, ovviamente, e infatti il rumore è piuttosto presente in abitacolo. In presenza di asfalto molto abrasivo, poi, il suono di rotolamento degli pneumatici è davvero presente, rendendo poco piacevole la marcia autostradale. Su un asfalto “normale”, invece, la rumorosità è piuttosto contenuta. La stabilità è molto superiore alla precedente Aygo, che nei curvoni a velocità autostradale risultava divertente e agile, ma non stabilissima.
Nonostante sia una cittadina, Aygo X affronta molto bene l’autostrada, grazie a degli ADAS tarati piuttosto bene. Il mantenitore attivo di corsia è molto preciso, superiore a vetture ben più costose. Il Cruise Control Adattivo, invece, è fluido in accelerazione, e mantiene la sua impostazione anche agendo sul cambio. Quest’ultima cosa non è scontata sulle vetture con cambio manuale, che spesso disattivano il Cruise in corrispondenza di un cambio marcia. Peccato solo per la gestione delle frenate in corrispondenza di un’auto di fronte lenta, un po’ brusche. A velocità autostradale, infine, Toyota Aygo X non riprende con grande velocità, rimanendo un po’ “piantata” soprattutto se si rimane con la lunga quinta marcia. Scalando e facendo salire di giri il 1.0, la piccola giapponese riesce a stare al passo col traffico, completando anche qualche sorpasso.
Nonostante sia priva di un sistema di elettrificazione anche leggera, i consumi di Toyota Aygo X che abbiamo rilevato sono decisamente positivi. In città, non riesce ad ottenere risultati eccezionali a causa del “solo” motore termico, attestando comunque le percorrenze medie a 15/16 km/l. Uscendo dall’ambiente cittadino, invece, i risultati si vedono. In statale, a velocità fissa di 90 km/h, Toyota Aygo X riesce a percorrere 3,7 l/100 km, ovvero ben 27 km/l. Un risultato che scende a 3,4-3,5 l/100 km nei tratti a 70 km/h, avvicinandosi ai 29 km/l.
Il merito di questi consumi è dei rapporti lunghi del cambio a 5 marce. Viaggiando in quinta a 90 km/h, il 1.0 ronfa a meno di 2.000 giri, consumando davvero poco. Questo risultato dimostra anche una buona efficienza aerodinamica, confermata dalle percorrenze autostradali. Spesso queste piccole vetture soffrono l’autostrada, costrette a spingere per rimanere al passo. Nonostante non sia la più vivace del lotto, i consumi di Toyota Aygo X in autostrada sono più che buoni. Viaggiando a 110 km/h, con il motore ben sotto i 3.000 giri, il consumo medio si attesta infatti a 4,3 l/100 km, ovvero oltre 23 km/l. Arrivando a limite autostradale, invece, il consumo a 130 km/h oscilla tra i 5,2 e i 5,5 l/100 km, ovvero tra 18 e 19 km/l.
In media, Toyota Aygo X ha consumi nell’ordine dei 5,1 l/100 km, ovvero poco meno di 20 km/l. Un risultato che non tiene troppo conto dello stile di guida, e raggiunto senza una guida troppo attenta. Anche spingendo al massimo tra le curve chiedendo tutto al 1.0 VVT-i, infatti, il consumo medio di Toyota Aygo X non supera mai gli 11 km/l, permettendo anche ai “piedi pesanti” di ottenere percorrenze ottime. L’unico limite a livello di consumi di Toyota Aygo X è nell’autonomia. Nonostante il consumo sia più che buono, infatti, il serbatoio da soli 35 litri compromette le lunghe percorrenze. Con una media di 20 km/l, l’autonomia è di 700 km, che diventano circa 550 in città. Per contro, anche con gli attuali prezzi del carburante un “pieno” costa poco più di 60 euro.
Concludiamo la nostra prova su strada di Toyota Aygo X tirando delle conclusioni, partendo dai prezzi. Rispetto alla precedente Aygo, a causa delle dotazioni tecnologiche e di sicurezza superiori, il prezzo di Toyota Aygo X è più alto, e non di poco. L’esemplare che ho provato, una Aygo X 1.0 VVT-i Lounge, parte da 20.950 euro. La dotazione di serie, però, è decisamente buona. L’Aygo X Lounge comprende di serie Cruise Control Adattivo, mantenitore attivo di corsia, schermo infotainment da 9 pollici con Apple CarPlay e Android Auto Wireless, fari Full LED anteriori, fendinebbia, cerchi da 18 pollici, Keyless Entry, sensori luce e pioggia, retrovisori elettrici riscaldabili, sistema per il riconoscimento dei segnali stradali, clima automatico, retrocamera e sensori di parcheggio anteriori e posteriori, pad per ricarica wireless, vetri elettrici anteriori e posteriori oscurati.
Il nostro esemplare è dotato della verniciatura bicolore Chili Red Perlata con tetto nero lucido, dal costo di 350 euro, per un prezzo finale di 21.300 euro. Il prezzo di Toyota Aygo X può scendere scegliendo un allestimento più economico, ma mai povero. La versione d’accesso Active, ad esempio, rinuncia ai cerchi in lega, ai fari full LED, alla verniciatura bicolore, al clima automatico e ai sensori di parcheggio. Di serie, però, offre clima manuale, infotainment da 7 pollici con Apple CarPlay e Android Auto e, soprattuto, frenata automatica, Cruise Control Adattivo e mantenitore attivo di corsia. L‘allestimento Active ha quindi tutto ciò che serve, e parte da 17.950 euro.
Sfruttando in più le scontistiche Toyota in vigore al momento in cui scriviamo, il prezzo di Toyota Aygo X può scendere di circa 3.000 euro. Così, per portarsi a casa una Aygo X Active possono bastare 14.700 euro, che diventano 17.700 euro per la Lounge. Il tetto apribile delle versioni Air, infine, costa 1.000 euro in più. Toyota Aygo X non è quindi la più economica citycar in commercio, né la più razionale.
Le concorrenti di Toyota Aygo sono ancora tante, nonostante l’addio di alcune Case a questo segmento come Citroen, Peugeot o Opel. Toyota Aygo X se la deve vedere ad esempio con le più vendute citycar come FIAT Panda e 500, Volkswagen up!, Hyundai i10 e KIA Picanto, tutte più piccole di lei. Tra le rivali troviamo anche le più grandi Suzuki Swift, Lancia Ypsilon e la sfiziosa MINI o le elettriche Renault Twingo E-Tech e Honda e. Ci sono concorrenti di Toyota Aygo X più spaziose, più veloci, più ecologiche tra motori elettrici o elettrificati. Aygo X ha alcuni limiti, come la scarsa vivacità del suo motore, la scarsa abitabilità posteriore, il cambio dai rapporti molto lunghi e qualche scricchiolio qua e là. Per alcuni, poi, la lunghezza maggiorata potrebbe diventare uno scoglio difficilmente sormontabile.
La guidabilità è però molto buona, così come il livello di tecnologia. Al netto di alcuni difetti, Toyota Aygo X migliora in ogni aspetto la precedente generazione, diventando una piccola a tutto tondo, capace di viaggiare in autostrada, colpire tra le curve e di svicolare nel traffico. Il suo stile la rende poi un oggetto desiderabile, rivale delle più cool del segmento come MINI, FIAT 500 o Lancia Ypsilon. Aygo X è una piccola auto tecnologica, sicura, completa e divertente da guidare. Toyota Aygo X è soprattutto una speranza. La speranza è quella di vedere altre auto come lei, altre piccole vetture dedicate alla città. Questo tipo di automobili sono amate in Italia e in Europa per le dimensioni compatte, il prezzo contenuto e la praticità, e negli ultimi anni sempre più costruttori stanno abbandonando questo segmento.
Grazie alla raffinata soluzione di utilizzare il pianale della più grande Yaris, Aygo X dimostra che, se si vuole, c’è ancora modo per vetture così di arrivare sul mercato. Per la città, per i pendolari o per chi semplicemente desidera un’auto piccola e compatta, le citycar sono ancora una soluzione perfetta. Aygo X ha aggiunto alla classica ricetta quel tocco da SUV che oggi sembra indispensabile per qualsiasi auto per essere apprezzata. Abbiamo visto nella più longeva e venduta delle concorrenti di Toyota Aygo X, FIAT Panda, come questa soluzione funzioni, rendendo la Cross la versione più venduta e ricercata del Pandino. Che il futuro della mobilità urbana siano proprio le citycar-crossover rialzate? Speriamo di si, perché non siamo pronti a dire addio alle “superutilitarie”. Soprattutto quando sono valide come la piccola Toyota Aygo X.
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