Categorie: Prove su strada

Test – Infiniti M35h

Tempo di lettura: 3 minuti

Farsi notare senza far rumore sembra un paradosso ma alla guida dell’Infiniti M35h tutto questo è possibile. L’occhio dei passanti è catturato da una berlina dalla forme sinuose – diremmo mediterranee se non arrivasse dall’oriente – pronti ad etichettare chi è seduto a bordo come un rumoroso esibizionista e nemico dell’ambiente. Poi scorri sotto i loro occhi silente e l’osservatore rimane basito, sorpreso ed esclama: “ma non fa rumore”.

Mai farsi ingannare dalle apparenze, l’Infiniti M35h, che abbiamo testato per voi, è infatti una vettura full hybrid con due motori: un 3.5 litri V6 da 364 CV (268 kW) ed un motore elettrico 68 CV (50 kW) capace di funzionare in modalità parallela o in serie, il che consente alla vettura di essere alimentata dall’uno o dall’altro motore indipendentemente o da entrambi. Contrariamente all’apparenza non solo non si è nemici dell’ambiente a bordo della M35h ma nemmeno amici del benzinaio grazie ai suoi  5,7 lx100km nel ciclo extraurbano (dato ufficiale).

Interni: Un salotto su 4 ruote

L’abitabilità interna è ottimale, una volta saliti non si vorrebbe veramente più scendere. Trovare la posizione di guida ideale è agevole grazie alle 10 regolazioni elettriche dei sedili, di serie per entrambi gli anteriori. La plancia è avvolgente, arricchita da alcuni inserti in radica ben contestualizzati nel mezzo senza renderlo pacchiano, conferisce una forte sensazione di sicurezza grazie al suo andamento sensuale.

La strumentazione presenta controlli elettroluminescenti (con intensità regolabili) e raggruppati logicamente per la massima facilità di utilizzo. In tutte le versioni il volante rivestito in pelle è riscaldato, finalmente un riscaldamento non invasivo che scalda senza bruciare, dotato inoltre di regolazione elettrica dell’altezza e della profondità del piantone. Chicca comoda è la I-Key, in dotazione su tutti i modelli memorizza la posizione del volante, del sedile e degli specchietti. 
I sedili posteriori sono un divanetto, quasi da autista tanto è piacevole viaggiare dietro. Peccato per le bocchette di areazione posteriori che risultano trascurate rispetto alla cura maniacale di tutti gli altri dettagli, un peccato veniale.

Un accorgimento unico è l’impianto di climatizzazione Forest Air in grado di controllare la temperatura, l’umidità e l’inquinamento dell’aria in modo non paragonabile ad altri, ricreando la gentile atmosfera e i sottili profumi di un ambiente noto per la sua capacità di promuovere la vigilanza e rilasciare lo stress: la foresta. Un diffusore di aromi profuma leggermente l’aria della ventilazione in entrata con fragranze scelte per le loro proprietà favorevoli alla guida; ad esempio, il profumo di alberi tropicali del Borneo ha un effetto calmante e favorisce al tempo stesso la concentrazione. L’innovativo sistema diffonde una lieve brezza, modulando il flusso dell’aria in modo da renderlo molto più naturale.

Alla guida: passista con un cambio da favola

Se le batterie sono cariche è possibile muoversi in città, sfruttando al massimo il motore elettrico, basta premere con dolcezza l’acceleratore altrimenti entrerà in funzione il motore termico. L’intero meccanismo con l’indicazione dei flussi di energia può essere tenuto sotto controllo grazie al display delle vettura.

Il cambio automatico a sette rapporti è una scheggia, impercettibili le cambiate, sembra di scorrere con un rapporto unico tanto sono dolci le variazioni. Il viaggio scorre nel massimo comfort e affrontare lunghi viaggi non è certo un problema.

Dinamicamente la vettura è molto prestante, anche forzando l’andatura non si rimane delusi e ci si può divertire. Certo con i suoi 1830 kg e una lunghezza 4,95 l’auto non è delle più brillanti nell’inserimento in curva ma nel complesso è un perfetto compromesso tra sportività e comodità.

Prezzi, allestimenti e concorrenti

Le versione da noi provata era la Premium: dotata dell’impianto di climatizzazione Forest Air, dell’impianto audio Bose Premium Surround Sound System a 16 altoparlanti e della piattaforma di informazione e intrattenimento Connectiviti+ di Infiniti, quest’ultima completa di navigatore satellitare su hard disk da 30 GB, touch-screen ad alta risoluzione, grafica 3D e informazioni delle guide Michelin. La nostra versione era anche dotata dell’Eco Pedal, un sistema che aiuta a risparmiare carburante opponendo una leggera resistenza alla pressione dell’acceleratore qualora questo sia premuto in modo eccessivo senza necessità.

Le avversarie di questa Infiniti M35h le abbiamo provate tutte: la Lexus GS 450h (V6 da 340 cv 0-100 km/h 5,9 sec) e la Porsche Panamera S Hybrid (V6 da 380 cv con 0-100 km/h in 6,0 sec). Sullo scatto l’Infiniti primeggia grazie al suo 5,5 sec da 0-100 km/h e anche sul prezzo risulta la migliore del trio con i 62 mila euro della versione da noi provata, la spunta di poco sulla Lexus e di molto sulla Porsche (110 mila euro per la versione base). Sul bagagliaio grazie ai suoi 482 litri la Lexus GS 450h primeggi rispetto alla M35 h che ne ha 350 litri.

Certo non porterete nel garage il prestigio del marchio Porsche e probabilmente il vostro vicino di casa vi dirà: “Infiniti ?! Non la conosco”. La Casa giapponese ha davvero tutte le carte in regola per lottare tra le vetture premium del segmento, la notorietà del marchio sta inoltre aumentando molto velocemente grazie alla partnership con il team Read Bull di F1 e il suo pilota campione del mondo Sebastian Vettel.

Federico Ferrero

Direttore Autoappassionati.it

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Federico Ferrero

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