Dopo la pubblicazione della nostra intervista a Emanuele Pirro, Campionissimo della 24 Ore di Le Mans e grande amante dello sci e degli sport invernali, è il momento di raccontarvi la nostra esperienza di guida al volante dell’Audi A6 allroad quattro, vettura a bordo della quale abbiamo raggiunto le celebri località sciistiche della Val Gardena e dell’Alta Badia per assistere alla Coppa del Mondo maschile di Sci Alpino – manifestazione della quale Audi AG è sponsor ufficiale.
La vettura in prova:
La vettura che ci ha accompagnati nel nostro mini-itinerario invernale è un’Audi A6 allroad equipaggiata con il 3.0 TDI da 204 CV: motorizzazione d’accesso al mondo della Segmento E tuttoterreno di Ingolstadt, ma non per questo priva di quella verve sportiveggiante che ci si aspetta da un 6 cilindri a V della Casa dei Quattro Anelli.
Sotto il profilo estetico, la allroad si distingue dalla sorella A6 Avant per le estensioni dei passaruota rivestiti in plastica, la calandra single-frame con montanti verticali in look alluminio e le protezioni in acciaio legato che coprono tutta la larghezza del paraurti anteriore e posteriore. Gli interni, invece, non differiscono in alcun modo da quelli di una normale A6, garantendo per materiali e finiture standard qualitativi tipicamente tedeschi.
Sotto il profilo tecnico, invece, la principale differenza è dettata dal sistema di sospensioni pneumatiche adattive offerto di serie sulla allroad, che controllano automaticamente l’altezza da terra del veicolo e il livello di smorzamento degli ammortizzatori. Con il sistema Audi drive select, disponibile come optional, è possibile scegliere tra cinque modalità preimpostate (allroad, efficiency, comfort, auto, dynamic, individual), che sollevano l’auto fino a 18,5 cm dal suolo – ben 6 cm in più di una A6 Avant.
Alla guida:
Scenario della nostra prova, come preannunciato, le tortuose strade che congiungono Bolzano – località dove abbiamo soggiornato – a La Villa (Alta Badia), passando per Santa Cristina Val Gardena (teatro della gara di Discesa Libera maschile di Coppa del Mondo). È su queste strade, infatti, che abbiamo avuto modo di apprezzare le diverse anime della A6 allroad, divertendoci a giocare con l’elettronica di bordo per cercare di avvicinare il più possibile le reazioni dell’auto alle nostre esigenze.
Al mattino, destati anzitempo dal tepore del letto per raggiungere la pista Saslong e la mitica Gran Risa, ci siamo lasciati cullare dalla modalità ‘efficiency‘, che ben si sposa con uno stile di guida cauto e risparmioso. Le sospensioni a controllo elettronico prevedono una taratura votata al comfort, e il cambio S tronic a 7 rapporti snocciola le marce una dietro l’altra, sfruttando la robusta erogazione del 3.0 litri diesel da 204 CV.
Così facendo si possono apprezzare le ottime doti da passista della allroad, che filtra alla perfezione le asperità del manto stradale (anche grazie alla spalla ‘generosa’ delle Continental Winter Contact), e fa segnare consumi nel ciclo combinato di poco superiori ai 6 l/100 km. Altro aspetto degno di nota è legato alla grande stabilità di marcia che la allroad infonde nei tratti extraurbani a scorrimento veloce, complice il passo generoso (291 cm) della quarta generazione Audi A6.
Giunti a Ponte Gardena, però, il richiamo della SS 242 di Val Gardena e Passo Sella ci induce rapidamente a switchare in modalità ‘dynamic‘ e spostare la cloche del cambio automatico in ‘manual‘, così da essere coinvolti maggiormente nell’esperienza di guida. La allroad si acquatta sulle sospensioni, irrigidisce lo sterzo e risveglia dal torpore il V6 TDI, che ora risponde solerte agli stimoli dell’acceleratore. Premendo a fondo sul pedale destro restiamo sorpresi dalla pronta erogazione della coppia motrice, il cui valore massimo è pari a 450 Nm tra 1250 e 3000 giri/min.
Rispetto alla tradizionale configurazione da 245 CV del 3.0 TDI Audi, questa versione ‘entry-level’ (o ‘fiscally-friendly’, che dir si voglia) si caratterizza, infatti, per la diversa distribuzione della coppia, il cui picco interviene in anticipo di circa 500 giri/min. Questo fa sì che nel misto il piacere di guida non venga in alcun modo compromesso, forte della generosa cilindrata del propulsore turbodiesel e dell’azzeccata messa a punto dell’elettronica che ne controlla il funzionamento. Rapido e preciso – as usual – il funzionamento del cambio S tronic, che in modalità sequenziale si attiene bene agli input impartiti attraverso i bilancieri al volante.
È sul Passo Gardena (2136 m s.l.m.), tuttavia, che le leggi della fisica presentano il conto alla A6 allroad. Dove la strada si fa più tecnica e tortuosa, e la meccanica viene messa più duramente alla prova, l’Audi paga le quasi 2 tonnellate di peso e un baricentro vettura piuttosto alto. Se si forza l’andatura tra le curve, anche a elettronica disinserita, la sensazione di sicurezza non viene mai meno; tuttavia si ha l’impressione di far fare all’auto qualcosa che non è a pieno nel suo DNA. Meglio, allora, adottare un’andatura turistico/sportiveggiante, che consenta di godere della spinta vigorosa del 6 cilindri a V, ma senza affaticare l’impianto frenante. Del resto la gamma A6 Avant ha molte declinazioni: due delle quali permettono di anteporre una ‘S’ o la sigla ‘RS’ davanti al 6, così da venire in contro ai vostri desideri più bassi e inconfessabili.
In conclusione:
Seguire a bordo dell’Audi A6 allroad le tappe italiane della Coppa del Mondo maschile di Sci Alpino è stato un vero privilegio. Pur non essendo l’interpretazione più sportiva della Segmento E made in Ingolstadt, la A6 allroad si è dimostrata un’auto piacevole e capace: un’ottima compagna di viaggio – e a tratti anche di divertimento – a bordo della quale raggiungere le piste teatro delle gare di Discesa Libera e Slalom Gigante.
In condizioni di manto stradale innevato, la trazione integrale permanente ‘quattro’ ha dato ancora una volta prova delle sue capacità, garantendo livelli di motricità sconosciuti alle concorrenti. L’allroad, tuttavia, non è una semplice station-wagon 4×4. La possibilità di regolare l’altezza da terra della vettura (e di beneficiare di 6 cm in più di escursione rispetto a una normale A6), le protezioni del sottoscocca e di entrambi i paraurti fanno della A6 allroad una tuttoterreno credibile, con la quale è possibile affrontare senza timori terreni accidentati (anche d’inverno), laddove il proprietario di un’Audi A6 quattro sarebbe costretto a proseguire a piedi. Se non amate i SUV, ma siete assidui frequentatori delle strade di campagna e di montagna, è lei insomma l’auto che fa per voi.
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