Non tutto dura in eterno. Nemmeno la Fiesta.
La piccola utilitaria Ford sparirà dai listini con il 2023, anno della fine della produzione dopo il restyling dello scorso anno. Una decisione figlia della crisi economica alimentata (si veda anche il caso Saarlouis) dalla carenza di conduttori e dall’ascesa dei crossover, ormai padroni del mercato. Dopo oltre 40 anni di carriera vogliamo ricordarla così, dalle sue versioni nate negli anni in cui le auto erano compatte e leggere per davvero fino ad oggi.
Ford Fiesta: la risposta alla crisi
La Ford Fiesta, destinata a sparire in tempi di difficoltà economica, è nata proprio durante una delle più importanti crisi del ‘900: quella petrolifera. Nel 1976 il modello sbarca sul mercato destabilizzandolo a suo favore, con non buona pace delle varie Opel Kadett, Volkswagen Polo e Fiat 127. Piccola, parsimoniosa e funzionale, la prima vera utilitaria dell’Ovale Blu rimane sul mercato fino al 1983.
Una curiosità: il nome Fiesta fu scelto da Henry Ford in persona in onore dell’alleanza stretta con il governo spagnolo, il quale contribuì alla creazione dello stabilimento di Valencia in cui venne prodotta. La prima generazione fu presentata al mondo in occasione della 24 ore di Le Mans del 1975.
Ford Fiesta XR2: la nonna delle ST
È il 1981 quando Ford decide di regalare alla Fiesta la prima versione sportiva. Il nome di battesimo è XR2. Il suo 1.6 la porta oltre le 100 miglia orarie (più di quanto serva a viaggiare nel tempo), ovvero 161 km/h. Non male per un’auto da 84 CV. La sua forza? La leggerezza che la rendeva coinvolgente ed allegra anche là dietro, da dove cambia il modo di vivere l’uscita di curva. Questo retaggio della leggerezza sul retrotreno è arrivato, seppur filtrato, fino alle moderne ST, la cui stazza è certo maggiore rispetto a quella della prima XR2, ma il concetto alla base non cambia, rimarcando il carattere allegro delle hatchback pepate marchiate Fiesta.
Gli anni ’80 e la Fiesta europea
La seconda generazione della Ford Fiesta non diventerà mai una cosmopolita. La piccola utilitaria viene commercializzata solo in Europa e si nota subito. Seppur la struttura ossea delle Fiesta prodotte dal 1983 al 1989 somigli a quella della precedente generazione, le linee morbide e bombate con grandi fari rettangolari sposano di più il gusto del pubblico del vecchio continente, più affine a linee moderne e ricercate, distinte dalle più spigolose e vintage “all’americana”.
Tra le novità tecniche più importanti va citato il cambio manuale a cinque rapporti, il quale soppianterà il 4 marce sulle versioni con motori superiori ai 957 cm3, mentre, con il restyling del 1986, la Ford Fiesta guadagna anche il cambio automatico sulle varianti CTX. Tra le motorizzazioni della Ford Fiesta MK2 arriva anche un propulsore a gasolio da 54 CV, il primo ad essere posizionato tra i parafanghi di un’utilitaria dell’Ovale Blu.
La sicurezza degli anni ’90: l’ABS
E’ il 1989 quando viene presentata la terza generazione di Ford Fiesta al Salone di Ginevra.
Stilisticamente è figlia dell’europeizzazione della MK2, con un frontale particolarmente moderno per i tempi in cui spiccano lo sbalzo del paraurti e i grandi fari non perfettamente rettangolari e, ancora una volta, le forme particolarmente morbide e giovanili. Si distingue dal passato per una forma più allungata e la fiancata distesa e rilassata. Questo è dovuto all’aggiunta di due portiere dietro alla prima fila di sedili, escamotage che rende incredibilmente più pratica e agevole l’auto nella vita di tutti i giorni e permette alla Ford Fiesta di difendere la sua porzione di mercato dagli attacchi della concorrenza (Fiat Uno, Opel Corsa, Peugeot 205, Renault Clio e Seat Ibiza).
La Fiesta, però, offre anche qualcosa di più, un dispositivo di sicurezza realmente salvavita mai visto sulle utilitarie fino a quel momento: l’ABS. Addio bloccaggio delle ruote quindi, ma, forse per vincere anche lo scetticismo che accompagna le grandi invenzioni, Ford si è sincerata che fosse realmente utile e affidabile nel tempo. La Ford Fiesta MK3, infatti, vanta 250 esemplari di preserie utilizzati per 3 milioni di km di test su strada effettuati prima della commercializzazione. Un’attività che ha conquistato la fiducia di molti acquirenti (in nemmeno un mese era l’auto più venduta d’Europa e totalizzò 1,8 milioni di immatricolazioni in un biennio) e ha permesso di valutare per davvero la qualità, i consumi e l’affidabilità delle auto. Non si fece nemmeno attendere una versione XR2 equipaggiata con un 1.8 l da 130 CV atto a competere con le agguerritissime (ed amatissime) concorrenti dell’epoca.
Ford Fiesta MK4: lo sbarco nel nuovo millennio
Nel 1995, dopo 6 anni di onorata carriera, la Ford Fiesta MK3 passa il testimone alla nuova generazione, la quale vedrà scoccare la prima mezzanotte e un minuto del nuovo millennio e verrà pagata in euro per qualche mese (da gennaio ad aprile 2002). Lo sguardo vispo ed acceso della precedente generazione si perde in un design più sobrio, forse troppo, che a tratti richiama la Mondeo di quegli anni. Era certo più funzionale all’efficienza, ma perdeva quella sorta di “allegria” che trasmetteva la Fiesta, errore di matita cancellato con la gomma e corretto con un doveroso restyling del 1999.
Della Fiesta MK3 troviamo solo la piattaforma, sulla quale, però, sono montati dei nuovi propulsori benzina da 1.2, 1.4 e 1.6 l l e un Diesel da 1.8 l. Anche gli interni sono stati ampiamente modernizzati.
Arriva la ST: la generazione 2002-2008
La Ford Fiesta V è completamente diversa. Le auto in quegli anni iniziano a diventare esponenzialmente più grandi e la piccola Fiesta rischia di sembrare una KA. C’è bisogno di un cambio di rotta drastico e mirato, nulla di fuori portata per Ford. Ecco quindi che nel 2002 la nuova generazione di Ford Fiesta cambia volto e sottoveste. La linea è moderna, la carrozzeria è vistosamente più grande e caratterizzata dai gruppi ottici che seguono il cofano davanti e scendono paralleli al paraurti dietro. All’interno la plancia con le bocchette rotonde e la radio rettangolare (ripresa anche sui Ford Transit) è inedita come il paffuto volante a tre razze dietro al quale si intravede un accenno di strumentazione digitale (paradossalmente più chiara di alcune di quelle moderne). Altrettanto corposa è la leva del cambio manuale al centro del sottile tunnel inquadrato in un abitacolo spazioso e accogliente (completo di airbag per il passeggero).
Cambia il nome dei motori (ora Duratec all’anagrafe) e la piattaforma su cui poggiano i vari 1.2, 1.3, 1.4, 1.6 a benzina e il 1.4 a gasolio. A questi si aggiunge un poderoso 2.0 da 150 CV che caratterizzerà la capostipite della stirpe Ford Fiesta ST.
Da felice ex-possessore di una Fiesta 1.2 (la prima auto da neopatentato) classe 2006 (già versione restyling con i motivi circolari sui gruppi ottici anteriori e posteriori) rossa con portellone e paraurti posteriori bianchi, posso testimoniare la felice esperienza con la robustezza del motore che, seppur macchiato da grosse lacune nei tagliandi passati, mi ha servito orgogliosamente tra i 190.000 e 250.000 km in poco più di un anno.
Una Ford Fiesta per il Mondo: la MKVI
Presentata a Francoforte nel 2007 per essere posteggiata nelle concessionarie nel 2008, la sesta generazione di Ford Fiesta torna a fare l’attività preferita di Mignolo e Prof: tenta di conquistare il mondo. La produzione è affidata a Spagna, Germania e Cina, avvicinandosi geograficamente anche ad Australia e Stati Uniti, i nuovi mercati per la Fiesta.
Con lei l’Ovale Blu punta all’introduzione del nuovo sistema di infotelematica Sync 2 e a finiture più ricercate per gli interni, convincenti soprattutto sul mercato del Vecchio Continente.
Una menzione curiosa va anche al restyling della Ford Fiesta MKV, datato 2012: la griglia trapezoidale e i fari aggressivi ed allungati attorno al cofano copierebbero il linguaggio stilistico della Mustang, ma in giro c’è anche chi ha visto lo sguardo delle Aston Martin. Quale delle due ricordi di più lo decidete voi, in questa sede è doveroso ricordare che con questa edizione la Ford Fiesta ST entra a far parte dell’olimpo delle segmento B sportive con 200 CV. La ST200, infatti, ha tolto più di qualche soddisfazione ai suoi proprietari con un assetto di serie già ottimo, un motore irruento e una dinamica coinvolgente (grazie ancora una volta alla relativa leggerezza dell’auto), i quali ben sposano il look particolarmente “tamarro” ispirato anche a quel gioiello raro che è la Focus RS, ma questa è un’altra storia.
Verso la fine della Ford Fiesta
Il 2017 è l’anno di quella che in fine si è rivelata essere l’ultima Fiesta, nonostante il recentissimo restyling del 2021. E’ tutt’ora in commercio anche nella sua variante ST da 200 CV e 320 Nm e la sua piattaforma ha dato i natali alla Ford Puma (e Puma ST) che la sta “rimpiazzando”. Con lei la tecnologia è rimasta al passo con i tempi grazie al sistema infotelematico intuitivo e completo e alla gamma di motorizzazioni elettrificate (effettivamente risparmiose ed esenti bollo in quasi tutta Italia), garantendo al contempo praticità, agilità, intuitività e maneggevolezza mai sotto tono rispetto alla concorrenza.
E’ rimasta giovanile e aggressiva anche nella sua ultima evoluzione stilistica, sempre fedele a ciò per cui fu creata nel ’76, servendo davvero tantissime persone anche come unica auto di famiglia (tra cui il sottoscritto) e divertendo gli appassionati con le loro ST e la sua uscita di scena imminente porta via con sé un pezzo di storia dell’automobilismo. Un importante pezzo di storia.
Ciao Ford Fiesta, grazie per tutto!
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