André Citroën era un uomo molto avanti per la sua epoca. Con estrema semplicità e una dimostrazione di guardare avanti nel tempo strabiliante, specie al fiorente mondo automobilistico dei primi anni del ‘900, lanciò in anticipo elementi che sarebbero poi diventati un must per gli anni successivi. Basti pensare al motore flottante, alla monoscocca e, vera rivoluzione per l’epoca, una trazione completamente anteriore, passata alla storia come la mitica Traction Avant!
Innovativa, audace e elegante, l’auto che segnò la svolta di tutto il mondo a quattro ruote venne presentata al Salone di Parigi il 3 ottobre 1934 per poi essere prodotta in quasi 760.000 unità, in diverse versioni. Già un anno prima il fondatore del aveva dotato le sue vetture costruite in grande serie di tutti i più moderni dispositivi e di ogni comfort, tanto che ancora oggi Citroen è sinonimo di comodità.
Dal servofreno pneumatico Westinghouse al “motore flottante” (ovveroDouble Chevron sospeso su supporti elastici che ne riducevano drasticamente le vibrazioni), da carrozzerie più aerodinamiche con le nuove calandre studiate da Flaminio Bertoni alla “monoscocca” che, unita alla costruzione “tutto acciaio”, le rendeva robuste e leggere. Il suo fine era “democratizzare” la tecnologia perché, come amava ripetere, “il progresso è nulla senza la sua diffusione”.
I primi anni ’30 erano gli anni post crisi del ’29. Le auto di lusso non si vendevano più e, un bel giorno, André Citroën decise di entrare in affari con Gabriel Voisin, industriale entrato in crisi. Quest’ultimo volle segnalargli che un suo ex dipendente, tale André Lefèbvre, vedendosi rifiutare un progetto rivoluzionario da un certo Louis Renault, lo propose ad Andrè Citroën, che capì subito di dover investire su quella meccanica.
Era la fine di marzo del 1933 quando Citroën affidò a Lefèbvre l’incarico di realizzare il suo progetto, affiancandogli i suoi migliori uomini: dallo stilista italiano Flaminio Bertoni all’ingegnere franco-brasiliano Robert Dimitri Sensaud de Lavaud, che avrebbe dovuto dotare la nuova vettura addirittura di un moderno cambio automatico con convertitore di coppia!
La fantastica squadra di tecnici lavorò giorno e notte e in un tempo incredibilmente breve la Traction Avant (come fu ribattezzata la “7”) fu pronta, anche se equipaggiata con un cambio meccanico tradizionale in luogo della prevista trasmissione automatica.
Il 23 marzo del 1934 un gruppo selezionato di concessionari ebbe la possibilità di vederne una. Era bassa e filante: la trazione anteriore eliminava la necessità dell’albero di trasmissione e del differenziale al ponte posteriore e, dal punto di vista aerodinamico, il grande Bertoni si ispirò a un cigno nero per creare le sue forme, pura arte e un po’ di poesia.
Era diversa: essendo così bassa, rivoluzionava anche il modo di intendere l’automobile. Non c’erano i predellini perché non si doveva più “salire in vettura”: era sufficiente accomodarsi a bordo, nelle grandi e comode poltrone di cui era dotata.
La sospensione a barre di torsione garantiva comfort e tenuta di strada. Unita alla trazione anteriore la rendeva imbattibile e imprendibile (e non a caso fu l’auto dei gangster e successivamente dei “maquis”, ovvvero i partigiani francesi durante la Seconda Guerra Mondiale), l’aerodinamica le permetteva di percorrere 13/14 chilometri con un litro e la faceva viaggiare sul filo dei 100 orari.
La vettura fu presentata ufficialmente il 18 aprile successivo e fu annunciata con tre motorizzazioni: 7, 11 e 22 (che era la potenza fiscale francese), a quattro e otto cilindri, anche se quest’ultima non entrò mai in produzione, più tardi rimpiazzata dalla “15” a sei cilindri. La Traction Avant fu prodotta in quasi 760.000 esemplari che furono carrozzati, oltre che in forma di berlina, anche come limousine, familiale, coupé e roadster, queste ultime due disegnate da Jean Daninons, futuro fondatore della Facel Vega.
Ancora oggi, 84 anni dopo la sua presentazione, la Traction Avant è un’auto attuale, capace di attraversare i continenti, come fa il gruppo francese di “Trac-Bar” che porta le proprie Traction dalle steppe mongole alle lande della Patagonia, con raid che definire epici è davvero riduttivo!
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