La notizia non è ancora stata resa ufficiale ma è ormai cosa fatta. Stefano Domenicali, attuale presidente di Lamborghini, lascerà la Casa di Sant’Agata per tornare al mondo dal quale fu in parte cacciato nel 2014, negli ultimi mesi della dirigenza Ferrari di Luca Cordero di Montezemolo. Il manager imolese diventerà infatti CEO della F1 al posto di Chase Carey, il traghettatore di Liberty Media (bravo a sopravvivere alle onde burrascose della pandemia e dei suoi effetti sul calendario iridato) succeduto a Bernie Ecclestone nell’amministrazione della massima serie dell’automobilismo, attesa a una nuova rivoluzione a partire dal 2022.
Nell’accordo, ormai sulla scrivania di Domenicali, si parla di un’entrata in ruolo a partire dal 2021, giusto il tempo di preparare il cambio regolamentare di cui sopra e riprendere confidenza con l’ambiente da lui più amato, quello delle competizioni. Team Principal della Scuderia Ferrari, in successione a Jean Todt, dal 2008 al 2014, Domenicali vanta una certa esperienza nel motorsport: entrò in Ferrari, dopo la laurea in economia, già nel 1991 e nel 1998 venne promosso direttore sportive, diventando poi una delle figure chiave nell’epoca dei successi di Michael Schumacher.
Dopo l’esperienza in Ferrari, Domenicali è stato subito chiamato da Volkswagen per amministrare le “attività sperimentali” di Audi, da lì, complice il Dieselgate, lo sbarco, anzi il ritorno nella sua amata Emilia, in Lamborghini, nel 2016. A lui si deve l’entrata a listino di Urus, modello che ha raddoppiato gli utili di Sant’Agata ma forse in pochi sanno che alla FIA Domenicali ha mantenuto il ruolo di presidente della commissione monoposto.
La sua candidatura è stata fortemente voluta da Ross Brawn e dal presidente della FIA Todt, ex colleghi nel dream team Ferrari e vecchi amici. Il futuro della F1, nelle mani del talentuoso manager emiliano, sembra essere in ottime mani.
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