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Seggiolini antiabbandono: tante parole per salvare i bebé, pochi fatti

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Ancora un bebè morto in auto per ipertermia o asfissia, perché dimenticato sotto il Sole da un genitore: ieri, a Marcon (Venezia), una piccina di un anno è deceduta dopo essere rimasta chiusa nella vettura per alcune ore. Il padre (sotto choc) ha parcheggiato per andare a lavorare e, una volta tornato sul posto, s’è reso conto della tragedia, chiamando i soccorsi.

Per la creaturina, portata al pronto soccorso, non c’era più nulla da fare. Trattasi di Forgotten Baby Syndrome (FBS), un vuoto di memoria tale per cui l’adulto, spesso profondamente sotto stress, è convinto che il figlio sia da qualche altra parte. Un fenomeno di portata enorme nel mondo: solo in Italia 12 vittime dal 1998. 

Cosa fanno le istituzioni nel nostro Paese per contrastare questo triste fenomeno?

L’obbligo di seggiolini antiabbandono per gli under 4 anni esiste dal 6 marzo 2020: da quel giorno, però, due esiti mortali più parecchi altri casi che fortunatamente hanno avuto un epilogo felice, spesso perché qualche passante s’è accorto del minore nell’abitacolo al chiuso. Questo significa che la norma, giusta e corretta, serve a poco o a nulla se i controlli da parte delle Forze dell’ordine sul campo sono scarsi.

Non è neppure sufficiente la multa per mancato utilizzo del dispositivo salvabebé: 81 euro e il taglio di 5 punti della patente, 10 per i neopatentati. In caso di recidiva nel biennio, 81 euro, la decurtazione di 5 punti e la sospensione della stessa da 15 giorni a 2 mesi. La norma arrivò sull’onda emotiva di piccini morti in auto sotto il Sole. Così come innumerevoli altre norme, che si possono rendere più severe quanto si vuole, questa ha uno scarso potere deterrente, al limite dello zero: il genitore sa che le verifiche sono rarissime da parte degli enti locali. È invece consapevole del numero abnorme di autovelox e ZTL, in costante aumento, con altrettanti cartelli verticali e pannelli elettronici di preavviso, più i segnali orizzontali sull’asfalto. 

Il problema è che le telecamere non potranno mai arginare guai come questo, oppure come la guida per stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di droghe. Analogamente, poco efficace è la regola che obbliga a usare sistemi di ritenuta per i bambini di statura inferiore a 150 cm: 83 euro, 5 punti; più la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi con la recidiva. Scarsi i controlli.

Forse, sarebbe opportuno un coordinamento fra governo centrale e amministrazioni locali affinché aumentino i controlli su strada e diminuiscano quelli di dubbia efficacia, elettronici e a distanza: tant’è vero che i sinistri salgono, o scendono di pochissimo, nonostante vetture più moderne e sicure e un Grande Fratello imperante.

Eppure i dispositivi antiabbandono in commercio risultano numerosi, di vario genere, con prezzi differenti. A volte sono una dotazione o un optional dell’auto, specie dei modelli più recenti che stanno aumentando a dismisura i loro dispositivi di sicurezza attiva. Il dispositivo segnala l’abbandono mediante segnali visivi (luci) o acustici (clacson o altro) o aptici (vibrazioni). L’attivazione dello strumento è automatica. Talvolta c’è la possibilità di attivare un sistema di comunicazione per l’invio, sempre automatico, di un alert allo smartphone del conducente o di un familiare. 

Autore: Mr. Limone

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