Se siete quegli automobilisti dal piede pesante e siete propensi alle alte velocità, dovreste conoscere bene gli autovelox. Così bene da essere abituati a fare ricorso per le multe da autovelox, ma prima di procedere è bene essere a conoscenza di questi importanti aspetti.
Ammettiamolo dai, chi di noi almeno una volta nella vita non si è spinto volutamente oltre i limiti di velocità consentiti? Altre volte, invece, potremmo esserci trovati involontariamente in questa situazione per una piccola distrazione alla guida, un cambio improvviso del limite imposto o a causa di una segnaletica verticale non ben chiara. In tutti questi casi un autovelox avrebbe potuto multarvi per eccesso di velocità con tutte le conseguenze del caso come sanzione pecuniaria, decurtazione dei punti dalla patente e, nei casi più gravi, persino sospensione della stessa.
Capita spesso però alcuni di noi siano tentati dal fare ricorso a un verbale simile per i più svariati motivi. Magari perché ritengono la sanzione ingiusta, perché secondo questi il dispositivo di rilevamento era nascosto o non debitamente segnalato o perché su quel tratto stradale il limite di velocità massima non era ben chiaro. Prima però di avventurarsi in un ricorso al giudice è bene essere a conoscenza di alcuni importanti dettagli così da non perdere inutilmente tempo, evitare di perdere la scontistica del 30% che si ha nei primi 5 giorni e non rischiare di ricevere persino una maggiorazione all’importo per le spese processuali.
Controllate bene il verbale!
I verbali per poter essere ritenuti validi devono rispettare dei canoni e delle regole ben precise, pena il ricorso da parte del malcapitato automobilista e, in caso di ragione, l’annullamento degli stessi verbali. Nella fattispecie quelli elevati da parte di un autovelox per velocità troppo elevata devono riportare gli estremi del decreto prefettizio che autorizza l’installazione del dispositivo di accertamento in quel tratto di strada.
Se mancano queste informazioni all’interno del verbale allora la sanzione elevata dall’autovelox in oggetto non può essere ritenuta valida e quindi per la legge va annullata perché la mancata indicazione degli estremi del decreto nel verbale di contestazione integra un vizio di motivazione del provvedimento sanzionatorio e non una mera irregolarità formale e pregiudica irrimediabilmente il diritto di difesa del presunto trasgressore.
Ricorso autovelox? La palla passa al giudice
Se doveste decidere di ricorrere al ricorso potrebbe venire in vostro favore un altro importante dettaglio sul quale la legge si è espressa in modo chiaro. Per la legge è, infatti, importante che l’apparecchio sia in perfetto stato di funzionamento e che le sue componenti non siano starate perché soggette ad eccessivo invecchiamento. Per questo motivo tali dispositivi devo essere sottoposti a regolare taratura periodica e i verbali e i relativi certificati di queste tarature dovranno esibiti in caso di verifica.
Non basteranno più solamente i certificati di messa in opera o di omologazione dell’apparecchio per dimostrarne il corretto funzionamento. In caso di ricorso il giudice di pace sarà obbligato a dimostrare che l’apparecchio sia stato sottoposto a una regolare manutenzione (soprattutto, come detto, in termini di taratura) perché in caso contrario, per impossibilità di dimostrarlo o per mancanza dei relativi certificati di taratura, la multa dovrà essere ritenuta non valida e il giudice si vedrà costretto a dover annullare la relativa contravvenzione.
La cartellonistica è importante ma…
Più volte è stato sottolineato da parte della legge che le postazioni fisse per il rilevamento della velocità debbano essere accompagnati da cartelli di segnalazione non solo ben visibili e leggibili ma anche posizionati a una distanza massima non superiore ai 4 chilometri alla postazione di rilevamento e a una distanza minima non troppo a ridosso della stessa postazione, pur non precisando esattamente l’entità di questa distanza minima, pena l’annullamento della suddetta contravvenzione.
Il tribunale supremo ha però precisato che in caso di ricorso per multa Autovelox, quando si ha a che fare con dispositivi mobili per il rilevamento delle infrazioni non sussiste per gli operatori di polizia presenti l’obbligo di apporre un secondo cartello che segnala l’autovelox mobile. Basta il primo cartello, cioè quello che indica la rilevazione elettronica della velocità tramite autovelox fissi. Nessuna disposizione impone, infatti, che la postazione mobile di rilevamento della velocità debba obbligatoriamente essere preannunciata dall’apposizione di cartelli mobili.
Non tutte le strade sono adatte
Questo piccolo cavillo potrebbe però spingere molti di voi a impugnare con maggiore frequenza una contravvenzione per eccesso di velocità. Il Codice della Strada precisa, infatti, che se un autovelox viene installato su una strada dove non sono presenti piazzole o una banchina di almeno un metro di larghezza, allora la sanzione può essere contestata perché la multa non risulta valida. Questo perché l’installazione di dispositivi mobili senza la contestuale presenza degli agenti può essere effettuata unicamente su strade extraurbane principali e su quelle extraurbane secondarie e tali tratti stradali, per definizione, devono avere una banchina di almeno un metro di larghezza. La legge sottolinea anche che l’installazione di una postazione mobile in ambito urbano richiede sempre la presenza della relativa pattuglia degli agenti di Polizia preposti a fermare l’automobilista. In caso contrario la contravvenzione può essere ritenuta non valida.
Ricorso per multa da autovelox? Vietato giocare a nascondino
La Suprema Corte di Cassazione ha poi messo in chiaro un ulteriore aspetto molto importante che troppo spesso viene abusato dagli agenti di Polizia più che per fare prevenzione per fare cassa, creando a volte anche delle possibili situazioni di pericolo stradale. Stiamo parlando naturalmente della piena visibilità sia del dispositivo di rilevazione che della relativa pattuglia delle Forze dell’Ordine. Per la Cassazione non basta che la postazione con l’apparecchio di controllo sia preceduta a debita distanza dal cartello di segnalazione previsto dalla normativa. Se l’apparecchio o la pattuglia non si vedono bene allora la multa è contestabile, l’accertamento risulta illegittimo e di conseguenza la sanzione nulla.
Siamo in Italia non in Francia
Ultimo aspetto da tenere in considerazione se si vuole fare ricorso per una multa da autovelox è la posizione di installazione dell’apparecchiatura di rilevamento. Contrariamente a quello che avviene per esempio in Francia, dove gli autovelox vengono posizionati anche nel senso opposto di marcia e le foto della contravvenzione possono essere effettuate anche nella parte frontale del veicolo con annessa ripresa del viso del conducente, lo stesso non può essere fatto in Italia. Per gli “Ermellini“, infatti, se la multa viene elevata da un Autovelox montato in direzione contraria a quella di marcia allora la sanzione è impugnabile, facendo ricorso. La Suprema Corte ha sottolineato come non sia obbligatoria l’indicazione nel decreto prefettizio del lato della carreggiata in cui deve essere sistemato l’Autovelox, ma se questa indicazione è stata precisata allora va rispettata dalle Forze dell’Ordine e se ciò non avviene allora il ricorso viene sicuramente accolto con successo.
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