Il viaggio che mi ha portato a Verona, con tappa al Castello di Toblino, mi ha permesso di guidare in anteprima la nuova Skoda Superb 2024, che mi ha colpito per la sua efficienza e per la sua guidabilità, nonché per la quantità di accessori offerti a un prezzo competitivo rispetto alle avversarie. Al suo fianco, Skoda ci ha dato la possibilità di saggiare le doti della Skoda Kodiaq 2024, il SUV 7 posti che si aggiorna dopo che la prima generazione, da sola, ha venduto qualcosa come 866.000 unità nei mercati in cui è attiva Skoda. Di queste, i clienti hanno scelto esattamente per metà una versione 5 posti e per metà la 7 posti, motivo che ha spinto la Casa boema a proporre già dal secondo allestimento (Executive) la possibilità di installare la terza fila a scomparsa senza che questa incida sul prezzo e sullo spazio a bordo.
Disponibile con motori ibridi (mild e plug-in, quest’ultimo disponibile da settembre ma già ordinabile), ho preferito scegliere per questa prova in anteprima la valida motorizzazione a gasolio 2.0 TDI da 150 CV abbinata al solido cambio DSG.
Per Kodiaq la parola spazio è fondamentale. Partendo dalle dimensioni, rispetto alla prima generazione la nuova Kodiaq 2024 è cresciuta in lunghezza di 6 centimetri (4,76 metri), è rimasta larga uguale (1,86 metri) e anche l’altezza non è variata (1,65 metri). Il passo da 2,79 metri ha quindi permesso, grazie alla parziale riprogettazione della piattaforma MQB-EVO condivisa con Superb e altri modelli Volkswagen, di puntare ancora una volta su una grande e proverbiale abitabilità. Le dimensioni parlano da sole, sebbene siamo ben sotto le misure di Superb e questo si sente prevalentemente sullo spazio per le gambe della seconda fila e sulla capacità del bagagliaio. Qui Kodiaq si fa comunque valere con una capacità già ottima con i 7 posti (340 litri se in posizione, 845 litri se non in posizione, 2.035 litri se abbattute seconda e terza fila) e superiore scegliendo i 5 posti (910 litri fino a 2.105 litri, 75 litri di differenza tra 5 posti e 7 posti). Fa caso a parte la plug-in: solo 5 posti, capacità bagagliaio ridotta a 745 litri per un massimo di 1.945 litri a causa del maggior ingombro della batteria sotto il vano. Ottima la presenza della seconda fila scorrevole, utile ad aumentare lo spazio per chi siede nella terza, insomma a trovare una quadra per fare stare tutti comodi.
Completamente aggiornata la gamma motori, con il debutto del mild hybrid e del plug-in hybrid (204 CV e fino a 100 km in modalità elettrica), ma si punta ancora forte sul Diesel in due varianti: il 2.0 TDI Evo DSG da 150 CV e il 2.0 TDI Evo DSG 4×4 che porta la potenza a 193 CV con le quattro ruote motrici (scelte, nella precedente generazione, dal 30% dei clienti). Kodiaq si divide in quattro allestimenti (Selection, Executive, Style e Sportline). Selection ha già di serie ADAS quali l’Adaptive Predictive Cruise Control e l’Active Departure Warning, sensori parcheggio ant/post, infotainment 10″, Virtual Cockpit 10″, Climatronic 3 zone, sedili anteriori riscaldati e cerchi in lega da 18″. Già la Executive, a breve trovate il listino prezzi completo, aggiunge la terza fila quindi i 7 posti, la vernice metallizzata e l’infotainment con schermo da 13″ e navigatore satellitare compreso. La Kodiaq Style monta in aggiunta i cerchi da 19″, i fari Full LED Matrix, il sistema Kessy full, il portellone posteriore elettrico e pacchetto Chrome. Disponibile nella seconda metà del 2024 la Sportline, che aggiunge il pacchetto estetico dedicato, gli interni sportivi e sterzo progressivo unito all’assetto sportivo del telaio.
Spazio ma anche comfort a bordo, tanto che Skoda ci tiene a definire la nuova generazione di Kodiaq un Open Space da vivere e fidatevi che è come stare in un salotto.
Skoda Kodiaq non cambia eccessivamente fuori, tolte le dimensioni che come abbiamo visto sono cresciute fino a 4,75 metri. Diventa più “muscolosa”, quello sì, ma senza esagerare. Piccole novità a livello dei fari, con i bei Matrix LED delle top di gamma che sotto vedono allungarsi il faretto dei fendinebbia (stile Kamiq), e dietro, con un elemento che unisce orizzontalmente i due gruppi ottici ma solo sulla versione Style. Debutta la calandra Crystal Line, anche in questo caso solo su Style, cioè un elemento LED orizzontale che attraversa la griglia anteriore e si ispira alla calandra dei modelli Enyaq.
Parliamo degli interni per presentarvi le novità in abitacolo della nuova Skoda Kodiaq 2024. Due le varianti dello schermo centrale, da 10″ sulla base e da 13″ con navigatore incorporato sugli altri allestimenti. Debuttano, ve li ho presentati nella prova in anteprima di Superb, gli Smart Dial: si tratta di innovativi comandi a centro plancia che abbinano l’analogico al digitale tramite un funzionale schermo LCD configurabile su più funzioni. Saliti sulla Kodiaq 2024 top di gamma sono tre le funzioni rese disponibili dai sedili top di gamma: regolazione temperatura del clima e regolazione su più livelli sia del riscaldamento sedili sia del raffrescamento. Lo Smart Dial al centro si può regolare su varie funzioni tra cui lo zoom della mappa, l’intensità della ventilazione del clima e altro ancora.
Mi ha colpito la qualità dei materiali e l’ottima scelta (perchè non farlo prima o su tutti i SUV?) di spostare la leva del cambio sul piantone. Così facendo si è liberato enorme spazio sul tunnel centrale, tanto che ora i porta bottiglie/bicchieri sono 4 e si è ricavato spazio per l’installazione di due piastre wireless per caricare gli smartphone, con il calore creato dall’induzione che viene aspirato da due bocchette dedicate: una genialata nel tipico stile Skoda, senza considerare tutte le soluzioni Simply Clever presenti in abitacolo. Le finiture sono da vettura premium, non c’è dubbio: basta osservare le impunture per capirlo e l’ottimo rivestimento scamosciato di alcune parti dell’abitacolo, tra cui il bracciolo, per rendersene conto anche al tatto. Pensare che le tasche delle portiere sono rivestite in moquette, non proprio tutti i SUV di questa categoria possono dire di averle. Mi sono seduto dietro e, seppur ci sia meno spazio rispetto a Superb, è assolutamente facile “estrarre” le terze sedute, specie dopo aver regolato la seconda fila con la maniglia sotto le poltrone.
Proposta per questa prova nella sola motorizzazione a gasolio, non escludiamo di provare l’ibrido più avanti nel corso del 2024 in uno dei nostri long test, la Kodiaq punta ancora forte sul gasolio quale modo più economo per spostarsi su una vettura di segmento D che per forza di cose preferisce l’autostrada ai tratti misti. 150 CV l’anteriore, 193 CV l’integrale, con il primo giusto mix tra prestazioni, consumi e guidabilità. Più economo sulla Superb, visto il peso maggiore della Kodiaq, io e il collega con cui mi sono alternato alla guida nel percorso abbiamo consumato una media di 5,4 l/100 km. Bene il funzionamento del DSG, meno bene il cruise adattivo che frena bruscamente quando si rientra in corsia dopo un sorpasso se non viene ben tarata la distanza dal veicolo che precede. Auto dal fare pacioso, accelera da 0 a 100 km/h in 9,6 secondi per 205 km/h di velocità massima, la coppia di 360 Nm è ben rapportata alla sua mole (1.733 kg in ordine di marcia).
L’assetto è volutamente morbido, da cui la tendenza a rollare un po’ troppo nelle curve, mentre l’insonorizzazione si dimostra ottima nel range di velocità comuni, quindi fino ai 130 km/h da codice che abbiamo mantenuto nel percorso in autostrada. Insomma, a ruote dritte e in curva senza esagerare si è avvolti dal comfort delle sedute, si vede bene la strada e tutto sommato i consumi sono molto buoni.
Vista la mole, nel listino optional sono disponibili l’Assisted Drive Plus Pack che per 680 euro iva inclusa aggiunge su tutti gli allestimenti la funzione di parcheggio autonomo, la funzione di memoria nelle manovre di parcheggio frequenti e le telecamere a 360°. L’head-up display è disponibile nell’Infotainment 13″ Plus e costa 500 euro su Executive e Style che già dispongono di schermo da 13″. Infine, il Performance Pack per 950 euro sulle sole motorizzazioni 4×4 aggiunge il Driving Mode Select con modalità off-road e Hill Descent Control, il Dynamic Chassis Control Plus e lo sterzo progressivo, che senza quest’aggiunta si dimostra sempre affidabile e piuttosto morbido.
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