Il mondo dell’auto è in una fase, mai vista prima, di fermento e trasformazione. Tra colossi dell’auto che prosperano e altri, apparentemente, in difficoltà, si stanno affacciando sul mercato italiano marchi inediti come la cinese DFSK, che oggi lancia il suo ultimo modello sul mercato italiano, la DFSK E5. Questo marchio, di proprietà del Gruppo Seres e nato nel 2003 in joint-venture con un altro colosso del Dragone, Dongfeng, è presente in Italia con una gamma di SUV piuttosto completa, dalla piccola DFSK Glory 500 alla sette posti Glory 580, per arrivare alle ultime nate della Casa, la Glory 600 e la protagonista della nostra prova, la E5.
Si tratta di un SUV medio-grande, con dimensioni di oltre 4,70 metri e una motorizzazione ibrida Plug-In, la prima della storia DFSK, e un ottimo livello di tecnologia. Oltre ai nuovi modelli inediti, DFSK ha colto l’occasione per presentare al mercato italiano la struttura, i programmi e il futuro del brand cinese, oggi appoggiatosi ad un importatore ufficiale, la China Car Company. Scopriamo allora come va la DFSK E5 nella nostra prova in anteprima, dai prezzi alle informazioni tecniche fino alla tecnologia.
Partiamo subito da una caratteristica particolarmente interessante e richiesta della DFSK E5, i prezzi. Lanciata sul mercato in questi giorni, la E5 è proposta in una sola versione, la Plug-In Hybrid, e con un solo allestimento, molto ricco. Il listino è quindi così composto:
Questo allestimento top di gamma offre di serie il clima automatico bizona, il Cruise Control, i fari a LED, i sedili in pelle con quelli anteriori riscaldabili e ventilati e il sedile lato guida elettrico, sensori di parcheggio anteriori e posteriori con telecamera a 360°, il tetto panoramico elettrico, il sensore per l’angolo cieco e i due schermi da 12,3 pollici per quadro strumenti digitale e sistema di infotainment con navigatore.
Prima di conoscere meglio la E5 e come si comporta su strada, è necessario fare un passo indietro, e conoscere meglio la Casa che la produce, la DFSK. La Dongfeng Sokon (questo il significato dell’acronimo DFSK) è una joint-venture nata nel 2003 tra la Sokon, oggi nota anche come Seres, e il colosso cinese Dongfeng, storico partner per il mercato asiatico del Gruppo PSA. In Italia, il marchio DFSK si è fatto conoscere con un altro nome, quello dell’importatore storico del brand nel nostro Paese, la toscana Giotti Victoria.
Con questo nome si sono fatti strada nel mercato dei piccoli veicoli commerciali, soprattutto con il Gladiator, minuscolo van che si è fatto apprezzare per le sue dimensioni compatte e per il prezzo contenuto. Nel corso degli anni, questo importatore ha affiancato i modelli di SUV della gamma Glory, a partire dal Glory 500 d’accesso, fino alla decisione della Casa cinese di fare un ulteriore passo verso il mercato italiano. Dal 2023, infatti, DFSK è presente in maniera ufficiale in Italia grazie alla collaborazione con la China Car Company, oggi considerato l’unico importatore e distributore ufficiale in Italia della gamma DFSK.
Con l’approdo in via ufficiale di DFSK, la Casa cinese ha deciso di importare un numero sempre maggiore dei suoi modelli, già in vendita in Cina e non solo. La Dongfeng Sokon è infatti presente in 72 Paesi nel mondo, con più di 500.000 vetture vendute fuori dai confini nazionali cinesi. Le automobili prodotte da DFSK sono principalmente SUV, andando ad attaccare quella fascia di mercato così amata dal pubblico mondiale. In Italia, poi, DFSK non è presente con modelli elettrici: la prima elettrica della Casa arriverà nel 2025, e sarà un quadriciclo pesante L7e chiamato Mini-EV, che avrà la particolarità di avere quattro posti e un’autonomia intorno ai 200 km omologati.
Come altre Case cinesi, infatti, anche DFSK sta puntando su modelli termici in Europa, e in Italia spinge con forza sul GPL. Per questo, vista la grande considerazione del mercato italiano per questo carburante, la Casa cinese ha siglato un accordo con Land Renzo, una delle aziende leader del settore degli impianti GPL, per la realizzazione di kit specifici per tutti i modelli DFSK dalla piccola Glory 500 alla nuova Glory 600.
Nel dettaglio, la gamma DFSK era già composta di tre Sport Utility: la Glory 500, un C-SUV da 4,39 metri dallo stile classico e un motore 1.5 aspirato da 106 CV (con un nuovo 1.5 Turbo da 145 CV in arrivo); la Glory 580, un più grande SUV a sette posti da 4,72 metri con motore 1.5 Turbo e stile classico; la Glory F5 (nota come iX5 fino a poche settimane fa), basata sulla Glory 580 ma dotata di una carrozzeria da SUV-Coupé più aggressiva.
Oggi, nella gamma del brand del Gruppo Seres debuttano due nuovi modelli, la Glory 600 e l’inedita E5, prima ibrida della Casa. La Glory 600 ha dimensioni simili alla 580 (è lunga 4,72 metri, esattamente come la 580), ma ha uno stile più moderno, interni più curati e la stessa possibilità di avere i sette posti. Più potente, poi, il motore: è sempre un 1.5, sempre a quattro cilindri, ma con 185 CV e 300 Nm, disponibile sia a benzina che con doppia alimentazione benzina-GPL. Il secondo nuovo modello è il protagonista della nostra prova, la DFSK E5.
Parliamo allora della DFSK E5, il modello più avanzato e raffinato del giovane marchio asiatico. Per inquadrarla al meglio, partiamo dalle dimensioni, che la collocano nel segmento dei D-SUV e le danno una presenza decisamente degna di nota. Lunga 4,76 metri e larga 1,87 metri, ha un’altezza molto generosa di 1,71 metri, mentre il passo di 2,79 metri lascia spazio a degli sbalzi piuttosto generosi sia davanti che dietro, mentre i cerchi in lega da 19 pollici completano un aspetto imponente e molto massiccio.
Disponibile di serie in configurazione a sette posti, la E5 non ha però un vano di carico particolarmente generoso. In configurazione a cinque posti, i due sedili posteriori abbattuti e la batteria del sistema ibrido Plug-In rendono la soglia di carico molto alta: per questo, non stupiscono i “soli” 375 litri di capacità, non eccezionali per le dimensioni esterne così generose. La situazione migliora abbattendo anche la seconda fila, con una capacità di carico che sale a 2.215 litri.
A livello estetico, la E5 ha linee gradevoli e piuttosto personali, soprattutto all’anteriore. Il frontale è infatti la parte più riuscita dell’auto, dove spiccano una grande griglia carenata che ha una finitura con decine di punti cromati che richiamano le matrici di LED, mentre più in alto i fari, anch’essi a LED, sono uniti da una barra luminosa a tutta larghezza integrata in una fascia nera lucida dove spicca un logo, diverso da quello delle altre DFSK, che riprende il motivo a matrice della mascherina.
Il cofano non troppo lungo lascia poi spazio ad una fiancata pulita ed elegante, con una linea dei finestrini piuttosto originale soprattutto dietro, dove ha un profilo ascendente che si sposa con un montante centrale piuttosto massiccio. La generosa altezza del corpo vettura si unisce ad un’altezza da terra di 18 cm, generosa per un veicolo privo della trazione integrale.
In coda, infine, troviamo uno stile piuttosto squadrato, con dei fari a sviluppo orizzontale integrati interamente nel portellone posteriore, una soluzione che ricorda alcuni modelli Audi come Q5 e Q7. Per questo, troviamo un secondo set di gruppi ottici integrati nel paraurti posteriore, mentre quelli principali sono uniti da una barra luminosa trasversale, seppur (come all’anteriore), non continua. Sono quattro, infine, i colori disponibili: Nero, Verde, Beige e Bianco.
Salendo a bordo della E5 non avevo idea di che cosa aspettarmi, e ho trovato un ambiente con luci e ombre. Mi ha colpito positivamente la qualità dei materiali, con una plancia dal disegno pulito ed elegante realizzata in morbida plastica, replicata anche sui pannelli porta, così come gli assemblaggi, piuttosto robusti e privi di scricchiolii. Stupisce, poi, la presenza di serie dei doppi vetri, che garantisce, come vedremo tra poco, un grande comfort su strada. Anche la pelle dei sedili, in color biscotto sul nostro esemplare, è gradevole alla vista e al tatto, mentre i comandi fisici hanno un buon “peso” sotto le dita.
Si è rivelata meno piacevole, invece, la finitura in simil-legno su plancia e tunnel centrale, così come i comandi al volante, non così rapidi, mentre la leva del cambio non ha il miglior feedback, ma funziona bene. Lo stile del tunnel centrale, invece, riprende molto gli stilemi visti su alcune Mercedes-Benz, compresi i tasti del clima (molto simili, ad esempio, a quelli di una Classe A) e i comandi a bilanciere intorno alla leva del cambio. Davanti alla leva del cambio, poi, c’è un vano piuttosto profondo, dove trova posto un pad per la ricarica wireless del cellulare.
Molto particolare, infine, la posizione di guida. Sappiamo bene che sul mercato cinese è l’abitabilità posteriore a ricoprire uno degli aspetti più amati dalla clientela, e questo si vede benissimo sulla E5. Nonostante io non sia un giocatore di basket, infatti, la mia altezza di 1,87 metri mi ha costretto ad arretrare il sedile fino alla fine della sua slitta, mantenendo comunque le gambe piuttosto piegate. La posizione di guida è poi alta e molto “seduta”, con il volante piuttosto basso e dotato di una regolazione in profondità piuttosto limitata. La E5 si adatta bene fino agli 1,80 metri di altezza: se li si supera, si sta un po’ stretti. In compenso, dietro si sta molto comodi, e grazie al tetto in cristallo apribile molto luminoso l’ambiente è arioso e mai cupo.
La dotazione tecnologica della E5 non è povera, anzi. Di serie, infatti, troviamo il quadro strumenti digitale con schermo LCD da 7 pollici, affiancato da uno schermo dell’infotainment con risoluzione SD da 10,25 pollici a sviluppo orizzontale. Il pannello su cui sono incastonati ha però un trattamento anti-riflesso da rivedere: in una giornata soleggiata come quella che abbiamo incontrato, infatti, i riflessi sono importanti, e complice la bassa luminosità dei pannelli rende piuttosto complicato consultarli, soprattutto in marcia.
Il quadro strumenti digitale, poi, ha scritte piuttosto piccole e ha logiche di funzionamento un po’ complicate, che richiedono qualche minuto di apprendistato. Le informazioni riportate successivamente, poi, sono molto complete, compresa la temperatura degli pneumatici in tempo reale e i consumi di parte termica ed elettrica. Curiosa la scelta di mostrare i consumi degli ultimi 100 km sotto forma di un’equazione, una soluzione che fino ad oggi non avevo mai visto.
La stessa complicazione si ritrova nel display dell’infotainment, dotato di serie di Apple CarPlay e Android Auto wireless piuttosto veloci e rapidi nell’utilizzo. Grazie al supporto ai due protocolli mobili, utilizzati dalla stragrande maggioranza dei guidatori, questo schermo ha già tutto quello che serve. Ho però trovato un sistema operativo dalla grafica semplice e non modernissima, che condivide con il quadro strumenti digitale dei caratteri piuttosto piccoli e delle logiche di funzionamento a volte molto complesse, come quelle per gestire le telecamere a 360 gradi (dalla buona qualità), l’accoppiamento del cellulare al sistema e il clima, monozona.
Da rivedere, infine, le traduzioni: le modalità dello sterzo, ad esempio, sono rese in italiano come “Modalità di gira direzione”, con la possibilità di scegliere tra Normale, Sportivo e “Accogliente”. Niente che non si possa risolvere con un aggiornamento software del sistema, ma è un dettaglio che denota un’attenzione ai dettagli ancora acerba rispetto ai grandi costruttori (e comune a tanti brand di origine cinese). Scadente, invece, l’impianto audio, molto indietro rispetto alle rivali occidentali.
Come anticipato in precedenza, la DFSK E5 è proposta con un solo powertrain ibrido Plug-In, il primo nella storia dell’azienda. Realizzata sulla stessa piattaforma della DFSK Glory 600, con quest’ultima condivide uno schema sospensivo piuttosto raffinato, con sospensioni McPherson all’anteriore e schema Multilink a ruote indipendenti dietro.
Sotto il cofano, invece, si nasconde un sistema definito powertrain ibrido Plug-In piuttosto particolare, del quale ci sono ancora dei dettagli non ufficializzati dalla Casa cinese. Nello specifico, la E5 è dotata di un motore termico 1.5 quattro cilindri aspirato da 105 CV, accoppiato ad un cambio denominato E-CVT e ad un motore elettrico da 130 kW, ovvero 177 CV, e 300 Nm di coppia.
Questa è anche la potenza massima di sistema, capace di spingere la E5 da 0 a 100 km/h in circa 7 secondi e di raggiungere, anche in modalità elettrica, la velocità massima di 165 km/h. La batteria agli ioni di litio ha una capacità di 17,52 kWh, che secondo DFSK è sufficiente per percorrere 87 km in un ciclo misto. I consumi dichiarati sono, poi, particolari: secondo i dati ufficiali DFSK, la E5 ha un consumo nel ciclo combinato di 5,5 l/100 km, circa 18 km/l, mentre le emissioni sono omologate a 224 g/km.
Come si comporta quindi su strada la DFSK E5? La prova su strada è stata molto breve, permettendomi di fare solo la prima conoscenza del SUV ibrido che viene da Oriente. Nonostante i pochi chilometri a disposizione, comunque, la E5 ha dimostrato lati positivi e alcuni limiti, ma offrendo comunque una dinamica di guida piuttosto interessante. Il sistema ibrido Plug-In, per cominciare, è fluido e regolare nell’erogazione, con il classico comportamento dei motori elettrici che erogano potenza e coppia fin da 0 km/h. Il motore termico, invece, si sente poco all’interno dell’abitacolo grazie all’ottima insonorizzazione, ma anche perché si accende quasi sempre solo per ricaricare la batteria e supportare il powertrain elettrico nelle accelerazioni più vigorose.
Le prestazioni sono vivaci, che consentono ad un’auto di queste dimensioni di muoversi con sufficiente brio e agilità in città. Lo sterzo, invece, è molto leggero e senza grande feedback, come ci si aspetta da un’auto del genere, mentre le sospensioni sono morbide e tarate per offrire più comfort che supporto in curva. Da questi primi chilometri, la E5 sembra quindi più adatta alla guida tranquilla e rilassata rispetto a cercare le massime prestazioni, complici le gomme Chaoyang di primo equipaggiamento piuttosto “turistiche”.
Piuttosto particolare la risposta dei freni, con un pedale non troppo lineare, mentre il raggio di sterzata è nella media per un’auto di queste dimensioni. Non proprio contenuti i consumi, nell’ordine degli 8 l/100 km nella nostra breve prova, ma ci riserviamo di riprovare la E5 in un percorso più lungo e per più tempo, in modo da capire al massimo le capacità di quest’auto. Si tratta quindi, in definitiva, di un’auto piuttosto tranquilla e rilassata, che offre un’esperienza di guida più fluida e silenziosa di quanto ci si possa aspettare ad un prezzo contenuto.
Per la DFSK E5, le rivali sono già segnate: simili per prezzo, prestazioni e provenienza, il D-SUV cinese sfida le quasi-connazionali MG EHS e DR 6.0 PHEV, entrambe più piccole e più costose, ma anche più potenti e con un sistema Plug-In Hybrid più tradizionale. Sarà in grado di spiccare tra le dirette rivali? L’obiettivo della Casa è quello di arrivare a 1.000 unità in Italia nel 2024, toccando le 4.000 nel 2025. Ce la farà? La speranza del Gruppo cinese, ovviamente, è quella di riuscire a bissare il successo di DR ed MG, e riuscire a fare breccia nel cuore degli italiani.
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