Prove su strada

Polestar 2 Performance: prova su strada, interni, motore, prezzo

Tempo di lettura: 6 minuti

Dopo anni di attesa, è arrivata anche sul mercato italiano la Polestar, un marchio svedese nato da una “costola”, quella che potremmo definire più “green”, di Volvo Cars. Qualche anno di vita per la Polestar 1, le cui tracce in Italia sono praticamente inesistenti, per poi arrivare alla Polestar 2, berlina entry level della gamma che propone potenze da 272 CV ai 476 CV della Performance, oltre a dare la scelta tra la versione single motor e dual motor con trazione integrale.

Con uno spirito e un’estetica più che scandinave, in fatto di powertrain la Polestar 2 viene concepita dal pubblico come concorrente diretta delle elettriche di maggiore successo targate Tesla, con la versione da noi provata, la Polestar 2 Performance, che si pone in antitesi alla Model 3 più sportiva, ma anche alla Hyundai Ioniq 5, ad esempio.

Scopriamo se la svedese completamente elettrica è all’altezza della situazione, ma soprattutto scopriamo com’è e come va nella nostra prova su strada.

Esterni e interni Polestar 2: minimal, ma quasi full optional

Con una lunghezza di 4,60 metri, la Polestar 2 ha dimensioni da segmento D e soprattutto un design minimale, che richiama in parte quello di Volvo, in parte la concezione estetica propria della cultura scandinava, fatta di materiali pregiati, linee pulite e generalmente sobrie, che ben si sposano con la tecnologia e i giochi di luci.

Il bel colore Midnight aiuta la vettura a passare sotto gli occhi in maniera sobria ed elegante, mentre i cerchi da 20” pollici mostrano tra un raggio e l’altro le grosse pinze freno dorate firmate da Brembo. La vettura, però, non mostra la sua sportività al di fuori dell’impianto frenante, anzi, i passaruota in plastica, che contornano l’intero diametro della vettura, fanno percepire l’auto come rialzata da terra in stile Volvo Cross Country. Bellissimi gli specchietti retrovisori esterni, molto compatti e privi di cornice, una vera “chicca”.

Tra i segni distintivi ci sono i fari a martello di Thor che, però, insieme alla calandra geometrica (che diventa piatta con il restyling), sposano un disegno semplice ma d’impatto, mentre il gruppo ottico posteriore avvolge un bagagliaio dalle linee scolpite e si contraddistingue proprio come firma di Polestar.

Gli interni della Polestar 2 accentuano ulteriormente l’esasperazione del minimalismo elegante che contraddistingue il Marchio. Lo schema generale è lo scandinavo, con la precisione delle forme che incontra l’eccellente qualità dei materiali solidamente assemblati, anche se ricordiamo che la vettura viene prodotta in Cina. Bella la configurazione dove il nero totale degli interni va in contrasto con il solo giallo delle cinture di sicurezza del Performance Pack, che riprende a sua volta le pinze dei freni. A questo nero opaco imperante, si aggiungono delle piccole parti lucide nella zona del cambio (dal design molto originale) e sul volante. Presente anche il grigio in tessuto nei rivestimenti delle portiere e sulla parte destra del cruscotto.

L’infotainment si sviluppa in verticale (di nuovo in stile Volvo), ma soprattutto adotta un’interfaccia dove Android e Google dominano, garantendo un’ampia gamma di servizi annessi e connessi, oltre agli aggiornamenti software da remoto, Da questo grande display si gestisce praticamente tutto, anche il climatizzatore, sempre un po’ macchinoso e poco intuitivo da manovrare tramite lo schermo nella guida quotidiana. La navigazione con Google Maps (con indicatore di percentuale residua di batteria prevista al termine del viaggio) e la presenza di Spotify rappresentano, invece, due plus non da poco, ma scaricando l’apposita app si può avere Apple Carplay wireless, che, attenzione, a un primo sguardo sembra presente solo via cavo.

Ricco di informazioni è anche il quadro strumenti digitale da cui si visualizzano con una grafica immediata i parametri fondamentali di marcia ed il menù degli ADAS in costante funzionamento. Sobrio anche il sistema di illuminazione interna, che, però, regala un tocco di originalità sull’imperiale, dove si trova il logo Polestar retroilluminato, visibile anche al di fuori dell’ampio tetto in vetro (opzionale).

Pochi i portaoggetti interni, mentre lo spazio per due passeggeri posteriori è buono, per tre un po’ troppo risicato, anche per colpa del rialzamento centrale del pavimento, e l’ingresso posteriore non è ampissimo. Due i portabagagli, non troppo generosi, ma funzionali, grazie anche a un ampio doppio fondo: 406 litri al posteriore e 41 litri disponibili sotto al cofano anteriore, utili per i cavi di ricarica.

Alla guida della Polestar 2 Performance 476 CV: motore da sportiva, comfort da premium

476 cavalli e una coppia che ti “strappa i capelli”, pari a 740 Nm. Con questi numeri la Polestar 2 accelera da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi e arriva a una velocità massima autolimitata a 205 km/h, facilmente raggiungibili.

I due motori le forniscono la trazione integrale, ma questa ha un funzionamento particolare, come vedremo nelle prossime righe. Quello che piace fin da subito è la spinta esagerata di questo powertrain, in grado di scattare, riprendere velocità e sorpassare ogni auto in un batter d’occhio. Il tutto avviene in una ottima silenziosità, segno che il comfort di questa vettura è uno dei principi cardine, anche nella sua versione più sportiva.

Piace molto anche l’assenza di modalità di guida, sostituite da una buona personalizzazione di ogni parametro: si può, infatti, regolare l’intensità dello sterzo, la potenza della frenata rigenerativa, fino a ottenere la guida one pedal (perfettamente funzionante), e la possibilità di modificare il settaggio dell’ESC in Sport, dando una licenza più permissiva all’auto nella guida sportiva.

Ciò detto, dopo le prime curve, si nota subito che la Polestar 2 non è un’auto che ama la guida estrema e questo ce lo comunica fin da subito lo sterzo, preciso ma non troppo e con un carico che anche nella sua configurazione più “intensa” non è comunque abbastanza comunicativo. Il suo ruolo però lo svolge bene, insieme a un assetto che è impreziosito dalle molle della Ohlins regolabili a piacimento (sul ponte). Con questa scelta, la Polestar 2 cerca di adattarsi maggiormente ai diversi stili di guida, senza mai essere un bisturi in curva. In ingresso è precisa, ma leggermente sottosterzante, mentre in uscita la trazione anteriore viene privilegiata, con quella posteriore che si occupa di mantenervi in traiettoria: avremmo preferito il contrario.

In questo la piattaforma CMA probabilmente ci mette del suo, nascendo per auto termiche e declinandosi prima su Volvo XC40 Recharge e poi su Polestar, ma dobbiamo dire che nel complesso l’auto sa essere veramente veloce e solo un filo meno affilata di una vera sportiva. Potremmo definire la “2” una GT elettrica in tutto e per tutto, con un buon piacere di guida e tutti gli elementi al posto giusto per fare più che egregiamente il proprio lavoro, compreso l’impianto frenante Brembo, che gode di un ottimo mordente.

Gli oltre 2.100 kg di peso non aiutano nei cambi di direzione repentini, come i cerchi da 20” non assicurano un comfort tout court, ma la Polestar di segmento D è in grado di portarvi a fare la spesa quasi come una citycar, farvi fare un viaggio in pieno relax e, al tempo stesso, farvi divertire su una tortuosa strada di montagna.

A proposito di viaggio, gli ADAS permettono una guida autonoma di secondo livello, ma non tutti gli accessori sono di serie, quindi, attenzione a cosa selezionate in fase di acquisto, soprattutto se l’intenzione è quella di percorrere molti chilometri in autostrada.

E se fate molti chilometri è fondamentale parlare di batterie. I circa 75 kW effettivi della batteria possono essere ricaricati da colonnine veloci fino a oltre 150 kWh, permettendo di immagazzinare oltre 100 km di autonomia in soli 10 minuti. Per una carica completa, invece, serve circa 1 ora alla massima velocità e circa 40 ore alla velocità minima (ricarica domestica). Un pieno di energia vi permette di coprire un tragitto misto di circa 400 km, con un consumo medio che riesce a stare sotto i 20 kWh/km. Il dichiarato va bene oltre questi numeri, ma si sa che in città si riescono a ottenere risultati migliori, come in autostrada possono essere ben peggiori.

Prezzo Polestar 2 Performance

Svedese, premium ed elettrica. La Polestar 2 parte da un prezzo 54.550 euro per la single motor standard range. Il prezzo della Polestar 2 Dual Motor con il Performance Pack è di 68.550 euro, una versione praticamente full optional alla quale vanno aggiunti solamente il prezzo del colore (1.200 euro per la tinta Midnight che vedete in foto) e per alcuni pack, come il Pilot Pack 2.500 euro e il Plus Pack 4.500 euro. Attenzione, inoltre, ad acquistare con la vettura i cavi necessari alle vostre esigenze, tutti proposti e spiegati nel configuratore ufficiale.

Il prezzo finale della Polestar 2 da noi provata si attesta poco sotto i 75.000 euro, una cifra che, guardando alla concorrenza, risulta più alto di una Model 3 Performance, offrendo una sportività minore, ma una qualità complessiva maggiore rispetto alla più mainstream americana.

Una menzione va anche alla metodologia di vendita di Polestar, che utilizza il sito internet in maniera fondamentale per rapportarsi con il cliente. Sul portale della Casa svedese, infatti, si può acquistare e finanziare l’auto, vedere quali vetture sono disponibili in “tempo reale”, ma soprattutto vedere i tempi di attesa stimati (oggi siamo intorno ai soli 5 mesi per un nuovo ordine).

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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Guido Casetta

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