Il parcheggio, a torto o a ragione, è una manovra complicata. Inutile non ammettere che abbassare il volume dello stereo permette più tranquillità nel calcolare le distanze, il centro dell’equilibrio si trova nelle orecchie, anche se a volte c’è chi avrebbe bisogno di cambiare direttamente tutto l’apparato motorio.
Non sono solo le donne quelle che trovano difficoltà, soprattutto chi ha avuto utilitarie si trova spesso a fare i conti con dei barconi aziendali che dovrebbero trovare posto solamente davanti a trattorie fuori mano con menù fisso esposto fuori. Non c’è ragione di allarmarsi quando le auto stanno dietro a suonare, il panico è il nostro peggiore nemico e in questo caso ci sentiamo di approvare il parcheggio assistito.
Crediamo però che parcheggiare da soli sia la cosa migliore, permette di avere dimestichezza con il veicolo, valutando le distanze guidare con più sicurezza. Ci sono delle cose che non vanno cambiate, come mettersi le dita nel naso al semaforo, parlare da soli “con il capo” in macchina oppure ascoltare la radio cambiando stazione ogni 3 secondi. Il futuro inizia a farsi troppo avvolgente rispetto la nostra vita, sarebbe più opportuno concedersi del tempo per se stessi, per imparare che anche un parcheggio necessita di dedizione.
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