Dopo più di 10 anni di assenza dal mercato, Mitsubishi ha rilanciato uno dei suoi modelli più iconici, la Colt, con una nuova generazione che beneficia dell’ingresso della Casa giapponese nel Gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi. La nuova Mitsubishi Colt torna sul mercato con la settima serie, dando seguito ad una storia nata agli albori della Casa dei Tre Diamanti, con la prima generazione nata oltre 60 anni fa, nel 1962.
Per il suo ritorno sulle scene, la nuova Mitsubishi Colt (che sostituisce la più piccola Space Star, che nel 2012 aveva preso il posto sul mercato mondiale della Colt sesta serie) condivide diversi aspetti con la Renault Clio V, rinnovando lo stile Mitsubishi con linee più moderne e sportive, sia dentro che fuori. Disponibile con motorizzazioni benzina e con una parca variante Full Hybrid, la nuova Colt di sesta generazione si propone come una compatta di Segmento B versatile e moderna, capace di convincere sia alla vista che alla guida. Scopriamo allora come cambia la nuova Mitsubishi Colt dentro, fuori e sotto il cofano.
Prima di parlare di come cambia la nuova Mitsubishi Colt, è bene fare un piccolo ripasso di che cosa sia la Colt per la Casa giapponese, e perché è un modello così importante. Mitsubishi è uno dei più conosciuti costruttori di automobili giapponesi, nonché una delle aziende più grandi e longeve del panorama nipponico. La fondazione della Mitsubishi è infatti datata 1870, quando Yataro Iwasaki fondò una azienda di costruzioni navali con il nome Mitsubishi. Questo nome in giapponese significa letteralmente “tre petali di castagna d’acqua“: il tre deriva dal simbolo della famiglia Yamauchi che governava la Prefettura di Tosa, luogo di nascita del fondatore Iwasaki, mentre la castagna d’acqua si rifà al rombo, presente nel logo Mitsubishi. In giapponese, Mitsubishi significa anche “tre diamanti“, nome con cui l’azienda è nota in tutto il mondo.
Da quell’iniziale azienda produttrice di imbarcazioni, Mitsubishi si sviluppò diventando una delle prime keiretsu, le holding moderne nipponiche. Mitsubishi, infatti, spazia dall’industria navale a quella pesante con la divisione Mitsubishi Heavy Industries, dall’elettronica alla fotografia (dove è presente con il celeberrimo marchio Nikon) fino alla produzione automobilistica.
La fondazione della Mitsubishi Motors Corporation è datata infatti 1970, ma già in precedenza la Mitsubishi Heavy Industries produceva automobili, come ad esempio la Colt. Una delle prime automobili prodotte dalla Casa nipponica fu proprio la Colt, lanciata nel 1962 e prodotta ininterrottamente fino al 2012 in sei differenti generazioni. In Italia, la Mitsubishi Colt è stata importata dal 1980 grazie all’importatore milanese Bepi Koelliker, che da allora è ancora partner per il mercato italiano della Casa giapponese. La prima generazione ad arrivare in Italia è stata la seconda serie, lanciata nel 1978 in Giappone e venduta su molti mercati con il nome Mirage.
Alla prima Colt sono poi seguite la terza serie, importata dal 1988 al 1992, con le successive quarta e quinta generazione che hanno segnato la gamma Colt tra il 1992 e il 2002, ottenendo un tiepido ma crescente successo. Molto interessante, sulla quarta e quinta serie, la presenza di un raro ma raffinato 1.6 V6, il più piccolo motore a sei cilindri mai prodotto in serie. Nel 2004, Mitsubishi ha lanciato una nuova generazione di Colt pensata anche per l’Europa, dotata di dimensioni compatte (è lunga 3,87 metri) e di uno stile più simile ad una monovolume, con tetto alto e tanto spazio a bordo.
Questa generazione di Colt è stata una delle più apprezzate, grazie ad uno stile piuttosto riuscito, diventato persino sportivo con l’adozione, dal 2009, del frontale della mitica Mitsubishi Lancer Evolution, di motori affidabili e robusti e della versione sportiva CZT, diventata dopo il restyling Ralliart, dotata di un motore 1.5 Turbo da 150 CV e di prestazioni davvero vivaci (0-100 km/h in 7,7 secondi). Sulla base di questa Colt è stata prodotta anche la smart forfour tra il 2004 e il 2006, mentre la Colt è arrivata fino al 2012. In quell’anno, Mitsubishi decise di sostituire la Colt con un modello più piccolo, la Space Star. Dotata di cinque porte e di dimensioni più piccole, è una vettura con un’indole più cittadina ed essenziale, che ha sostanzialmente interrotto la carriera della Colt in Europa.
Dopo oltre 10 anni di assenza, il nome Colt torna sul mercato, e “veste” una compatta di Segmento B moderna e totalmente diversa dalla precedente, dall’estetica alla meccanica. Come cambia fuori la nuova Mitsubishi Colt? Lo stile della nuova compatta della Casa dei Tre Diamanti abbandona l’impostazione simil-MPV che aveva caratterizzato l’ultima generazione importata in Italia, adottando uno stile elegante e sportivo. Il frontale è infatti ben più moderno, con la presenza al centro della calandra anteriore del logo a Tre Diamanti che domina la vista anteriore. Ai lati, troviamo poi due vistosi “baffi” cromati incastonati in questo fascione nero lucido, collegati ai fari anteriori full LED.
Prima Mitsubishi compatta ad avere di serie i fari Full LED, la Colt è dotata anche di lunghe fasce verticali a LED che partono dai fari anteriori e arrivano fino alla base del paraurti, che fanno il paio con il cofano anteriore piuttosto muscoloso. Lateralmente, la Mitsubishi Colt riprende da vicino lo stile della Renault Clio V da cui deriva, con la quale condivide le dimensioni e lo stile generale. Ciò che cambia fuori della nuova Mitsubishi Colt sono proprio le dimensioni, più generose rispetto alla precedente. Queste sono, nel dettaglio, le dimensioni della Mitsubishi Colt 2024:
Lateralmente, la Mitsubishi Colt è caratterizzata da una fiancata con dei passaruota prominenti ma molto ben integrati, che accolgono cerchi in lega con diametro fino a 17 pollici. Le superfici vetrate sono piuttosto generose davanti, mentre la linea dei finestrini sale andando verso la coda, dando una maggiore sensazione di sportività. Per la prima volta su una Mitsubishi moderna troviamo poi le maniglie posteriori incassate nel montante posteriore, andando a creare un look che ricorda un’auto a tre porte. Al contrario della vecchia Colt, proposta sia con carrozzeria a tre porte sia in versione a cinque porte (nonché nella particolarissima versione CZC coupé-cabriolet con tetto rigido), infatti, la nuova generazione è disponibile in una sola variante di carrozzeria, due volumi e cinque porte.
In coda, la nuova Mitsubishi Colt è più morbida e meno aggressiva rispetto alla vista frontale, con un lunotto piuttosto alto ma generoso nelle dimensioni e dei fari posteriori Full LED con lente rossa. Questa è una delle principali differenze tra la Colt e la “cugina” Clio, che con il restyling ha adottato nuovi fari con lente trasparente. Il portellone posteriore, piuttosto alto nella soglia, accoglie poi il lettering Mitsubishi a tutta larghezza, mentre le versioni più ricche sfoggiano al centro una vistosa telecamera di retromarcia. Nella parte bassa del paraurti, le varianti con motore turbobenzina accolgono un terminale di scarico, mentre la variante Hybrid ne fa a meno.
Se all’esterno le differenze tra la vecchia e la nuova Colt erano molto grandi, vedere come cambia dentro la nuova Mitsubishi Colt è ancora più sorprendente. Con questa nuova settima generazione, infatti, la Casa nipponica segna un taglio netto con il suo passato, salutando un’impostazione austera e robusta per accogliere linee e materiali che si avvicinano alle compatte premium. La precedente Colt è caratterizzata da un layout molto semplice, con una consolle centrale sviluppata verticalmente, una dotazione razionale e un grande uso di plastica rigida, fatta per durare. La nuova Colt, invece, alza l’asticella introducendo plastiche morbide, tanta tecnologia e un’impostazione di sedili e plancia più sportiva e dinamica.
Fin dalla versione base, infatti, troviamo di serie un quadro strumenti digitale da 7 pollici, mentre al centro della plancia domina la consolle centrale un display touch da 7 pollici, con Apple CarPlay e Android Auto. Le varianti top di gamma, invece, introducono un quadro strumenti da 10 pollici, con una ottima qualità di visione, mentre la consolle centrale guadagna in estetica e presenza scenica con l’adozione dell’infotainment con schermo verticale a sbalzo da 9,3 pollici, dotato di Apple CarPlay e Android Auto wireless. Poco più in basso, troviamo i comandi del clima manuale o automatico, mentre dietro l’alloggiamento per le prese USB, AUX e 12 V e il cassettino che, sulle versioni top di gamma, è dotato di ricarica wireless, c’è la leva del cambio rialzata.
Per il resto, la plancia della Mistubishi Colt è realizzata in plastica morbida nella parte superiore, con una finitura longitudinale che richiama le feritoie delle bocchette dell’aria. La posizione di guida è piuttosto bassa e distesa, mentre il volante multifunzione ha un disegno decisamente sportivo su tutte le versioni. Per il resto, lo spazio è ottimo davanti, mentre dietro i più alti potrebbero avere qualche problema con la testa. Il bagagliaio della Mitsubishi Colt 2024, infine, ha una capacità minima di 300 litri per le versioni termiche, mentre la Hybrid scende a 254 litri con i cinque posti in posizione. Abbattendo il divano, la termica sale ad una capacità massima di 1.069 litri, che diventano 969 per la Hybrid.
A cambiare completamente, infine, è la meccanica della nuova Mitsubishi Colt. Se infatti la precedente Colt del 2004 era realizzata sulla piattaforma Z, condivisa anche con la smart forfour di prima generazione e sviluppata in collaborazione tra Mitsubishi e il Gruppo DaimlerChrysler, la sesta serie della Colt era disponibile in tre varianti di carrozzeria: tre porte due volumi, cinque porte tre volumi e nella particolare variante coupé-cabriolet CZC, disegnata e assemblata da Pininfarina nei suoi stabilimenti di Torino. La Colt di sesta serie, inoltre, era costruita anche ad Okazaki, in Giappone, per il mercato asiatico, mentre le Colt “normali” europee erano costruite dalla NedCar di Born, nei Paesi Bassi.
La precedente Colt è stata prodotta con diversi motori a tre e quattro cilindri, a benzina e Diesel. Parlando della gamma a benzina è formata da un 1.1 tre cilindri da 75 CV, da un più grande 1.3 quattro cilindri da 95 CV e da un generoso 1.5, sempre quattro cilindri, da 109 CV. Al top della gamma troviamo la potente CZT, nota come Ralliart dopo il restyling, e dotata del 1.5 quattro cilindri ma turbocompresso, con 150 CV e 210 Nm di coppia. Molto particolare, invece, il motore Diesel, un 1.5 tre cilindri turbo di origine Mercedes-Benz da 95 CV e 210 Nm di coppia.
Ben diversa è la meccanica della nuova Mitsubishi Colt, realizzata sulla piattaforma CMF-B HS condivisa con la Renault Clio V e con tanti altri modelli del Gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi, dalla Nissan Juke alla Dacia Sandero fino alla “sorellona” Mitsubishi ASX. Dotata di uno schema McPherson all’anteriore e di un classico ponte torcente dietro, la nuova Mitsubishi Colt grazie alla sua base meccanica molto moderna è disponibile con una serie di sistemi di sicurezza attiva che permettono la guida autonoma di Livello 2, dal Cruise Control Adattivo al mantenimento attivo di corsia fino alla frenata automatica.
A livello di motori, la nuova Mitsubishi Colt 2024 è disponibile con tre motorizzazioni, due a benzina e una Full Hybrid. Il motore d’accesso è il 1.0 tre cilindri aspirato da 67 CV e 95 Nm di coppia, scaricati a terra sulle ruote anteriori da un cambio manuale a 5 marce. Le prestazioni sono molto tranquille (lo 0-100 km/h è coperto in 17,1 secondi), mentre i consumi sono decisamente contenuti (19,2 km/l nel ciclo misto WLTP). Per chi cerca più brio, la Colt offre la versione turbo del 1.0 tre cilindri. Il 1.0 turbo arriva a 91 CV e 160 Nm di coppia, con uno spunto decisamente più vivace (0-100 km/h in 12,2 secondi) con consumi in linea con la 1.0 aspirata (19,6 km/l nel ciclo WLTP).
La variante più raffinata tra i motori della Mitsubishi Colt è la HEV, dotata di un raffinato sistema Full Hybrid. Sotto il cofano troviamo un motore 1.6 quattro cilindri aspirato da 91 CV, più due motori elettrici, uno da 49 e l’altro da 20 CV e una batteria agli ioni di litio da 1,2 kWh. Tutti e tre sono collegati ad un cambio con innesti a denti privo di frizioni e di sincronizzatori, con quattro marce per il motore termico e due per quello elettrico più grande. Il motore elettrico più piccolo, invece, oltre a fare da motorino d’avviamento e da alternatore, si occupa di sincronizzare i giri del motore termico, permettendo cambi di marcia fluidi. La potenza complessiva è di 143 CV, le prestazioni sono molto vivaci (0-100 km/h coperto in 9,3 secondi) e i consumi WLTP sono vicini ai 25 km/l.
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