Ve la ricordate la “prima” Nissan Juke? Venne presentata al Salone di Ginevra del 2010 e subito divise l’opinione pubblica su due fronti contrapposti: troppo audace da una parte, avveniristica dall’altra; in poche parole, un modello di forte rottura, come ogni tanto ne capitano in quella lotteria che è l’arrivo di nuovi modelli.
Ne sono passati di anni da quella prima volta e intanto è arrivata la seconda generazione, oggetto del nostro test drive. Un’auto sicuramente adatta per la città ma soprattutto più vicina a quella che oggi è la nuova Nissan Qashqai, colei che ha praticamente inventato un segmento, oggi quello più di successo insieme ai B-SUV.
Nel 2021 Nissan ha lanciato una versione limitata del suo crossover, ora meno audace ma sicuramente sempre in grado di lasciare il segno. Si chiama Enigma, è la top di gamma, ed è la protagonista di questo long test che, tra l’altre cose, mi ha permesso di scoprire le novità, non troppe a dire il vero, del Model Year 2021. Tanto è cambiato fin dalle origini di questa 2° serie, visto che la piattaforma, la CMF-B, è la stessa delle cugine Renault Clio e Renault Captur, sebbene la Nissan Juke non abbia (ancora) accolto l’elettrificazione come le cugine francesi. Come loro, infatti, Juke è pronta ad accogliere per la prima volta un quanto mai necessario motore ibrido che arriverà nel corso del 2023. Noi, per questa prova, ci siamo concentrati sull’unico motore disponibile, il vivace turbo benzina tre cilindri 1.0 da 114 CV accompagnato da un non altrettanto vivace cambio automatico DCT.
Vediamo come si è comportata la nuova Nissan Juke in questa prova su strada.
Partiamo dalle consuete dimensioni. Nuova Juke si è allungata di 7 centimetri rispetto al passato, ora è lunga 4,21 metri (prima era 4,14 metri) e il colpo d’occhio è sempre lo stesso; parliamo di una vettura compatta, dal look chiaramente ispirato al mondo dei SUV/Crossover, ma senza le “esagerazioni”, quelle che le ami o le odi della 1° generazione.
Parliamo di fanali ora a filo della carrozzeria, non più sporgenti come in passato e quindi audaci, di un posteriore più armonico, con gruppi ottici compatti e a lieve sviluppo orizzontale, ma soprattutto di una vettura che ha consapevolmente perso certi azzardi stilistici ora che si era fatta ampiamente conoscere. Non dimentichiamo che di Juke Nissan ne ha vendute tante, veramente tante, obiettivo di questa 2° serie era quindi quello di confermare e migliorare ove possibile una vettura di successo.
Ne ha guadagnato un look sicuramente più maturo ma capace, in ogni caso, di catturare l’attenzione. Sono rimasti ad esempio i gruppi ottici rotondi all’anteriore, ora ospitanti luci Full LED con un motivo a croce (non sono disponibile le Matrix LED). La vernice di questa versione speciale, la Enigma è invece la Dark Metal Grey con tetto a contrasto Black Metallic, dall’aspetto sportivo ma allo stesso tempo elegante. Gli sticker ad effetto tridimensionale sul montante C sono esclusivi di questo allestimento, così come i cerchi da 19” nero lucido. Nuova Juke è anche rispettivamente più alta (1,6 metri) e più larga (1,8 metri) rispetto alla progenitrice.
Dentro, invece, Juke ha in parte confermato il suo design controcorrente ma non sono pochi gli elementi a essersi profondamente evoluti. Pensiamo allo schermo, prima centrale ora a sbalzo sulla plancia. Con una diagonale da 8” (di serie da Acenta, il primo allestimento Visia propone solo la radio DAB con presa USB e Bluetooth), e qualche cigolio di troppo se percosso, offre Apple CarPlay e Android Auto ma soprattutto grafiche semplici e menu diretti.
Questa versione Enigma raffigurata nel nostro servizio dedicato pone l’accento su colorazioni scure dalla buona fattura. Lo schermo domina l’abitacolo, mentre un piccolo quadrante digitale TFT da 7” è “incastonato” tra i contagiri e tachimetro, che rimangono analogici. Le bocchette d’aerazione sono “importanti” nel loro ingombro e si trovano sotto lo schermo centrale mentre piace la pelle morbida che adorna la parte superiore del cruscotto. Tolto qualche cigolio, come quello riportato sullo schermo centrale, la qualità percepita è comunque buona. Il volante è invece ricco di tasti, tutto il contrario il tunnel centrale dove non può che spiccare la leva del cambio, poco dietro quest’ultima spazio al comando per la selezione delle modalità di guida e il tasto per azionare il freno di stazionamento elettronico. Comode i due vani portabicchieri che, rimanendo più in basso, non intralciano con l’azionamento della leva.
Importante novità è invece la presenza dell’assistente virtuale Amazon Alexa: configurandolo, si può interagire a due vie, da una parte quindi, comodamente dal divano di casa, si può monitorare lo stato dell’auto, dall’altra dall’abitacolo, comodamente seduti sul sedile del conducente o del passeggero, si possono azionare i dispositivi domestici collegati al celebre assistente vocale della piattaforma di e-commerce più famosa del mondo. Chiudendo con gli interni, stanno comodi 4 passeggeri ma dietro si è un po’ sacrificati se si eccede con l’altezza, un po’ come accadeva già con la prima generazione.
Invece, non è sacrificato affatto il bagagliaio, con una capacità minima di 422 litri e una massima di 1.305 litri con schienali abbattuti. Il piano nel vano bagagli si può regolare su due livelli ed è facile pensare che, posizionandolo sul livello più basso, si viene a creare uno scalino abbattendo i sedili che può risultare scomodo nel caricamento di oggetti lunghi. Rispetto ai 353 litri della generazione passata, un grosso salto in avanti in termini di abitabilità e capacità di carico.
Abbiamo detto che Nissan Juke nasce sulla stessa piattaforma di Clio (5° serie) e Captur (2°), rivali di segmento, specie la seconda, che già hanno sposato più tipi di elettrificazione. Nissan è andata controcorrente in questa prima fase di commercializzazione del suo crossover di successo, volendo puntare su un “classico” tre cilindri turbo benzina da 114 CV a 5.000 giri/min e 200 Nm di coppia che fanno il loro dovere in città.
La pratica 0-100 km/h si chiude in 11,8 secondi (10,7 secondi con il manuale), non un fulmine di guerra, mentre la trasmissione è a scelta tra un manuale a sei rapporti e l’automatico a sette rapporti, come quella montata su questa vettura. Un cambio, automatico, che non mi ha lasciato pienamente soddisfatto specie per quanto riguarda “l’intelligenza” delle cambiate. Rimane la curiosità, forzata, di come sarebbe andata con il manuale tra le mani.
Tutto bene se non si alza il ritmo, mentre in città e a marcia costante questa unità fa il suo dovere senza esagerare. Le tre modalità di guida (Eco, Standard e Sport) incidono poco sul piacere di guida, anche se selezionando Sport la vivacità della compatta giapponese e dell’altrettanto compatto motore, piuttosto brioso, si esprimono al massimo.
Ci si rende conto, specie tra le curve, che la Juke anche in questo allestimento sportivo, è votata al comfort: lo sterzo è docile ma potrebbe essere più diretto, mentre è piacevole il comportamento in città dove l’assorbimento delle asperità è buono nonostante i cerchi da 19” di questa versione davvero full optional.
Capitolo consumi: con una guida sportiva, l’ago della bilancia (virtuale) pende verso un non troppo promettente 7,5 l/100 km, ma con la consapevolezza che con un cambio manuale il discorso sarebbe cambiato…in meglio.
Proprio qui si sente l’assenza dell’elettrificazione, seppur leggera. Molte concorrenti, pensiamo alla coreana Hyundai Bayon, hanno scelto un modulo 48V per recuperare energia in frenata e restituirla in accelerazione, mentre altre concorrenti come la Toyota Yaris Cross e Renault Captur (ricordiamo ancora una volta che la piattaforma della francese è la stessa di Juke) puntano in toto sul full hybrid e sugli innegabili vantaggi di quest’alimentazione specie in città. Perchè loro sì e Juke no? Parte della risposta andrebbe ricercata nella necessità di dare più spazio a Qashqai, che ora è presente sul mercato con una leggerissima elettrificazione (12V) e che nel 2022 arriverà con l’inedito E-Power, dove l’elettrico non verrà ricaricato da una colonnina ma direttamente da un range extender alimentato a benzina.
Insomma, Nissan Juke non è poi l’unico B-SUV presente sul mercato senza qualsivoglia forma di ibrido, basti pensare a una rivale come Volkswagen T-Cross, proposta solo benzina come lei, o Seat Arona, che a differenza della giapponese punta ancora forte su alimentazioni come il metano. Che la Juke abbia perso lo smalto degli anni migliori? Un motore solo a listino è sicuramente un grande azzardo , questo è un dato oggettivo. La situazione potrà migliorare con l’arrivo del nuovo ibrido multi-mode della Juke Hybrid, il quale promette sulla carta il 40% in meno di consumi nel ciclo urbano e il 25% di potenza in più (142 CV).
In conclusione, Nissan Juke è un crossover estremamente compatto e ricco di tecnologia, ma pecca sulla poca offerta motoristica e su un cambio automatico, japan style, difficile da comprendere. Juke lascerà al nuovo Qashqai il ruolo di apripista nell’elettrificazione di Nissan, esclusa l’elettrica Ariya, cui abbiamo dedicato queste righe, mentre Juke dovrà “cavarsela” con un semplice motore benzina, che, sia chiaro, è al passo coi tempi.
Nissan Juke 2022 parte da un prezzo di 21.580 euro (cambio manuale) e viene offerta in ben 7 allestimenti (Visia, Acenta, Business, N-Connecta, N-Design, Tekna ed Enigma). Quest’ultima versione, che è poi quella che abbiamo provato, parte da 26.000 euro e da 27.700 se la volete con l’automatico, come in questo caso. Su questo allestimento è praticamente tutto di serie, compreso lo Smart Drive Pack e il Look Pack, così come sono compresi i cerchi in lega 19″ nero lucido, i vari loghi Enigma, i sensori di parcheggio anteriori e il ruotino di scorta.
Tra i vari optional, il ProPilot Pack porta anche il Traffic Jam Assist (solo con cambio automatico) di serie e Lane Assist: Juke è ricca di sistemi di assistenza alla guida, ma i sensori di parcheggio posteriori, ormai uno standard, sono di serie solo dall’allestimento Business, il Cruise Control da Tekna che porta anche il sistema di rilevamento attenzione conducente, il sistema di avviso e monitoraggio dell’angolo cieco e di rilevamento degli ostacoli in movimento nella zona posteriore, così come i sensori di parcheggio anteriori.
Rivali e concorrenti della Nissan Juke 2022 ce ne sono tante. Basti pensare alle già citate Volkswagen T-Cross e Seat Arona, per poi aggiungere Skoda Kamiq, Renault Captur, Toyota Yaris Cross, Fiat 500X, Jeep Renegade, Ford Ecosport e Puma, Opel Mokka, Peugeot 2008, DS 3 Crossback (quest’ultime 3 anche elettriche) e, perchè no, le coreane Kia Stonic e Hyundai Kona.
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