I nuovi dazi dell’UE sulle auto elettriche cinesi stanno spingendo Pechino a bloccare i progetti di espansione in Europa, colpendo anche i piani di insediamento produttivo in Italia, come quello di Dongfeng. Mentre alcuni produttori cinesi sospendono le loro attività europee, aziende come BYD cercano vie alternative, investendo in Turchia per sfruttare il libero scambio con l’Unione Europea. Questo scenario potrebbe complicare le strategie dell’Italia per attrarre investimenti cinesi nel settore automobilistico elettrico.
Dazi europei sulle elettriche cinesi: niente fabbrica Dongfeng in Italia
L’Unione Europea ha introdotto nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi, una decisione che potrebbe rallentare gli sforzi dell’Italia per attrarre investimenti dall’industria automobilistica cinese. Stando a quanto si apprende, Pechino avrebbe ordinato ai propri costruttori di sospendere le strategie di espansione in Europa a causa delle crescenti tensioni commerciali con Bruxelles. Questa direttiva colpisce anche i piani di Dongfeng, azienda su cui il governo italiano aveva puntato per nuovi investimenti produttivi.
Ordine di Pechino: stop agli accordi in Europa
Le autorità cinesi hanno chiesto ai produttori nazionali di mantenere un “basso profilo” in Europa fino alla conclusione dei negoziati con l’Unione Europea. L’indicazione include la sospensione di accordi commerciali e la ricerca di siti per nuovi impianti produttivi. Sebbene non sia un’ordinanza ufficiale, l’invito di Pechino risulta molto influente, soprattutto per le aziende di proprietà statale o con legami governativi. Le preoccupazioni cinesi non riguardano solo i dazi, ma anche il rischio di una sovracapacità produttiva in un mercato europeo ancora in transizione verso l’elettrico.
Progetti sospesi: Dongfeng, Changan e Chery
Dongfeng ha informato le autorità italiane della sospensione del progetto, motivando la decisione con l’appoggio italiano ai dazi UE. Altri costruttori cinesi hanno adottato un approccio simile: Changan ha annullato un evento di lancio a Milano, e Chery ha rinviato al 2025 l’inizio della produzione a Barcellona, valutando se proseguire o meno con il progetto. Nonostante questi stop, le case costruttrici cinesi continuano a considerare l’Europa come un mercato interessante per i prezzi di vendita più alti rispetto alla Cina.
Alcuni produttori cinesi non rinunciano però all’Europa. BYD ha confermato i suoi piani per un impianto in Ungheria e ha deciso di investire anche in Turchia, con un piano da un miliardo di euro. Grazie all’accordo di libero scambio tra UE e Turchia, BYD potrà esportare auto elettriche in Europa senza dazi, aggirando così le barriere imposte da Bruxelles e trovando una via di accesso alternativa al mercato europeo.