Nata nell’ormai lontano 2012, la Mitsubishi Outlander PHEV rappresentava una grande innovazione, trattandosi di una delle primissime vettura ibride plug-in basate su carrozzeria SUV e dotate della trazione integrale.
Oggi Mitsubishi Outlander PHEV si rinnova, in modo da portare nuovi contenuti e, soprattutto, una motorizzazione Euro 6d-Temp, aggiornata alle ultimissime regolamentazioni in fatto di emissioni. Noi l’abbiamo provata in anteprima, proprio nel momento in cui sta approdando sul mercato italiano. Ecco com’è e come va la nuova Mitsubishi Outlander PHEV 2019.
Design: cambia poco e sa il fatto suo
Lunga 4,69 metri, larga 1,80 m e alta 1,71 m, con un passo di 2,67, la Outlander non passa certo inosservata. Con il nuovo aggiornamento l’aspetto esteriore cambia poco, ma alcuni dettagli ne ringiovaniscono l’aspetto. Nuovi fari, con tecnologia Full LED all’anteriore, si abbinano a fendinebbia a LED, che si aggiungono a una calandra nera leggermente rinnovata, a nuovi paraurti e a una griglia più elegante, con trama a nido d’ape. Inediti anche i cerchi da 18”, il paraurti posteriore e un nuovo “Sporty Spoiler”.
All’interno le novità di questa versione consiste nei sedili dalla forma rivisitata, nella console centrale con i tasti dedicati alla gestione delle modalità di guida e nella nuova strumentazione, con indicatori EV, potenza in kW e zona di ricarica.
Bene i materiali, con alta qualità per i sedili e assemblaggi ben realizzati, anche se qualche plastica, soprattutto nelle zone meno visibili, potrebbe essere migliore.
Android Auto e Apple CarPlay diventano fondamentali sul display touch screen da 7 pollici, denominato Smartphone Link Audio Display (SDA), che offre anche le funzioni di telefono, di musica tramite Bluetooth, di riproduzione di contenuti da dispositivi attraverso USB collegati come lettori audio digitali, e le funzioni caratteristiche come radio AM/FM e DAB. La vera pecca di questo sistema, che in realtà rappresenta una scelta ben precisa di Mitsubishi, è che non dispone dell’impianto di navigazione, neanche come optional.
Sempre sul lato tecnologico, è possibile, attraverso l’App “Mitsubishi Remote Control”, impostare il timer per la ricarica, programmare la ricarica in orario notturno o quando i costi di ricarica sono più convenienti, monitorare il tempo di ricarica rimanente,
Infine, per quanto riguarda lo spazio, le batterie poste sul pianale non portano via capacità di carico, che si attesta sui 453 litri, che diventano 1.584 con i sedili abbattuti.
Alla guida della Mitsubishi Outlander PHEV 2019: silenzio e comfort, non chiedetele sportività
La Mitsubishi Outlander PHEV sfrutta un motore termico 2.400 cc a benzina aspirato che fornisce una potenza massima di 134 CV (prima erogava 121 CV) e si abbina a due motori elettrici, uno anteriore (da 82 CV) e uno posteriore (95 CV), per una potenza combinata di 224 CV (contro i 204 CV della generazione precedente), la trazione integrale permanente S-AWC e una capacità del pacco batterie che passa da 12 kW a 13,8 kW.
La Power Drive Unit (anteriore) e la Electric Motor Control Unit (posteriore) sono le due centraline di controllo che contribuiscono ad aumentare l’efficienza energetica ed il controllo dei motori elettrici, traducendosi in un’erogazione istantanea della coppia massima, come da tradizione per le auto elettriche.
Il risultato è un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 10,5 secondi per una velocità massima di 170 km/h, un dato non male per una vettura dal peso complessivo che si aggira sui 1.800 kg. Prima di parlarvi di come va su strada la Outander PHEV, cerchiamo di capire come lavora questo propulsore ibrido.
Il propulsore è di tipo a ciclo atkinson, il più utilizzato nel mondo ibrido, e si suddivide in tre funzionamenti principali. Si parte dalla modalità elettrica, la EV Mode, funzionante a velocità bassa e media, si sale alla modalità Ibrida Seriale, dove la vettura si muove in elettrico, con il termico che funziona da generatore, alimentando le batterie. Si arriva alla modalità ibrida parallela dove sono attivi entrambi i motori, con il termico che fornisce sia ricarica che trazione, e si aziona sopra i 135 km/h (fino a questa velocità si può arrivare anche solo con la modalità elettrica) o durante forti accelerazioni.
L’indicatore di utilizzo dell’energia segnala in ogni momento se si sta guidando in modo efficiente spostando la lancetta verso Power, Eco o Charge. Il tasto EV permette al conducente di decidere se e quanto utilizzare la propulsione in modalità completamente elettrica senza mai coinvolgere il motore endometrico. Per soddisfare le esigenze del guidatore, oltre alla selezione della funzione Lock, che blocca il differenziale della trazione integrale, si può optare anche per la Sport Mode, che massimizza la potenza.
Alla guida della Outlander PHEV però la sportività non è di casa, con la vettura che patisce la guida troppo allegra, risultando spesso imprecisa se si affrontano curve a velocità particolarmente sostenuta. L’altro lato della medaglia è il comfort, quasi da vettura di lusso. La silenziosità, anche con motore termico acceso, è notevole, e le sospensioni assorbono al meglio ogni asperità del terreno, a differenza di molti SUV moderni.
A proposito di consumi e ricarica, invece, il SUV ibrido giapponese, garantisce 45 km di autonomia esclusivamente elettrica, che sono reali se si sta molto attenti alla guida. In totale si riescono ad ottenere circa 600 km di autonomia, con un consumo nel ciclo misto WLTP di 2 litri/100 km. Per caricare la vettura basta collegare l’auto ad una presa elettrica domestica per una ricarica completa in circa 4 ore con il caricabatteria di bordo e il cavo di ricarica in dotazione con control box di sicurezza e presa Schuko. In alternativa, è possibile utilizzare il sistema di carica rapida, che in circa 25 minuti consente di ricaricare fino all’80% della capacità della batteria, presso le stazioni di ricarica che dispongono di queste specifiche colonnine.
Una serie di dispositivi ADAS completa la dotazione tecnologica di Outlander PHEV MY19. Dal Forward Collision Mitigation (FCM), di serie su tutte le versioni, che aiuta a prevenire il rischio di collisione frontale, al Blind Spot Warning (BSW), che utilizza sensori radar nel paraurti posteriore per individuare i veicoli sui punti ciechi posteriori e sui lati destro e sinistro, al Cruise Control Adattivo (ACC) che consente di mantenere la distanza impostata rispetto al veicolo che precede sia ad alta che a bassa velocità. Il Lane Departure Warning (LDW) segnala al conducente, tramite indicazione visiva e acustica, le deviazioni non intenzionali dalla corsia di marcia mentre, per aumentare la sicurezza, il comfort e la facilità di guida notturna, l’Automatic High Beam permette di passare automaticamente agli anabbaglianti quando rileva un veicolo davanti.
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