A più di dieci anni dall’ultima volta, il nome Colt torna sul mercato nell’offerta europea di Mitsubishi. Per farlo, per l’erede di uno dei suoi modelli più venduti e apprezzati Casa dei Tre Diamanti sfrutta a suo vantaggio l’alleanza con il Gruppo Renault-Nissan. Grazie alla sua entrata nel 2016 nell’Alleanza franco-nipponica, Mitsubishi ha avuto accesso ad una grande quantità di tecnologie e modelli per aggiornare al meglio la sua gamma di vetture medio-piccole, a partire proprio dalla nuova Mitsubishi Colt Hybrid.
Non è un segreto che, per il ritorno di questo modello dopo l’addio al mercato nel 2012, la nuova Mitsubishi Colt Hybrid condivida molto con la quinta generazione della Renault Clio, disponibile anche nell’originale ed efficiente variante Full Hybrid della nostra prova. Sulla carta, la scelta di Mitsubishi si rivela vincente già in partenza: la cugina francese è infatti una delle compatte di segmento B più apprezzate dalla critica, nonché una delle più vendute sul mercato europeo.
Personalizzata con un frontale e un posteriore specifici, una dotazione di serie estremamente ricca per la variante Hybrid e il supporto del Gruppo Koelliker, storico importatore Mitsubishi da diversi decenni, la sesta generazione della Colt si propone come una inedita rivale alle “solite” compatte francesi, giapponesi o tedesche. Scopriamo allora interni, consumi e prezzo della Mitsubishi Colt Hybrid nella prova su strada della 1.6 HEV Instyle.
A livello di dimensioni esterne ed estetica, la Mitsubishi Colt Hybrid riprende dalla cugina francese le misure e gran parte dello stile, con una personalizzazione da parte dei designer della Casa di Tokyo volta a dare alla Colt la sua personalità. Lunga 4,05 metri, larga 1,80 metri e alta 1,44 metri, anche la Mitsubishi Colt ha una presenza su strada che unisce linee morbide e sinuose a dettagli più aggressivi. Il frontale è caratterizzato da una mascherina che integra bene il logo dei Tre Diamanti al centro di un pannello nero lucido. Ai lati, invece, troviamo due “baffi” cromati che si integrano ai fari Full LED, dotati di un’aggressiva luce diurna a LED verticale, che completano un paraurti anteriore piuttosto complesso, ma che funziona nel suo insieme.
Il cofano è poi caratterizzato da importanti nervature che aiutano a rendere più aggressiva la nuova Colt, mentre la vista laterale unisce le linee aggressive del frontale con il morbido posteriore. Moderne e riuscite le maniglie posteriori annegate nel montante C, mentre i cerchi in lega da 17 pollici, di serie sull’allestimento top di gamma Instyle, fanno il paio con il grande logo “Hybrid EV” sotto lo specchietto retrovisore. In coda, Mitsubishi ha scelto di adottare dei fari full LED con la classica lente rossa, dotati di una firma luminosa elegante e moderna.
Al centro del portellone, con una soglia d’apertura molto alta, c’è la dicitura Mitsubishi a tutta larghezza, con più defilate le targhette con il nome del modello e della motorizzazione Hybrid. Il paraurti posteriore è poi caratterizzato da due prese d’aria “tappate” ai lati dell’alloggiamento della targa e da un diffusore bicolore, nero e cromato. Non manca poi la retrocamera posizionata, in maniera piuttosto vistosa, al centro del portellone posteriore, mentre l’apertura del bagagliaio è posta all’altezza delle luci targa, in una posizione piuttosto sporchevole.
Concludiamo con le dimensioni della Mitsubishi Colt Hybrid con la capacità del bagagliaio, di 254 litri per la versione Full Hybrid. La Colt termica, invece, arriva a 300 litri: in entrambi i casi, la Colt è una delle compatte con il bagagliaio più piccolo della sua categoria, dettaglio da considerare in fase di acquisto.
Gli interni della Mitsubishi Colt Hybrid convincono per il livello di finiture e materiali, superiori agli altri modelli della Casa nipponica. Derivata dalla cugina Clio, la plancia della nuova Colt ospita plastiche morbide e accoppiamenti molto curati, con un livello di tecnologia molto buono per un’auto di questo segmento. La versione Hybrid, poi, accoglie tutti gli optional disponibili per questo modello di serie, a partire dall’appariscente ma molto funzionale sistema di infotainment da 9,3 pollici, con sistema operativo di derivazione Renault.
Lo schermo a sviluppo verticale ha un’ottima reattività al tocco, è dotato di Apple CarPlay e Android Auto wireless (gestiti molto bene e con una risoluzione alta) e della possibilità di gestire le modalità di guida, richiamabili da uno dei tasti a pianoforte posizionati alla base dello schermo. Poco più in basso trova spazio la plancetta del clima automatico, con comandi appaganti nell’utilizzo, il pad per la ricarica wireless e la leva del cambio rialzata, comoda per gestire le modalità del cambio, la D e la B.
Dietro al bel volante sportivo a tre razze, dove spicca il logo Mitsubishi cromato con sfondo nero, troviamo un bel quadro strumenti digitale da 10 pollici, dalla grafica chiara e piuttosto personalizzabile, anche se non ai livelli di alcune rivali come, ad esempio, la Volkswagen Polo, con tre diverse grafiche a seconda delle modalità di guida. La plancia, poi, ha forme semplici ma riuscite, con quattro bocchette quadrate e una fascia inferiore in materiale morbido. Per la versione Instyle, poi, spiccano i bei sedili in misto pelle-tessuto, con una trama discreta ed elegante.
A livello di spazio, invece, la Mitsubishi Colt Hybrid offre tanti centimetri per chi siede dietro, con regolazioni ampie e precise sia dei sedili che del volante. Dietro, invece, se nei posti anteriori siedono due persone alte più di 1,80 metri c’è spazio per adulti non troppo alti, mentre a livello di altezza chi si avvicina o superare il metro e 90 sfiora il soffitto con la testa. Sempre al posteriore, infine, i finestrini sono piuttosto piccoli, e la loro posizione alta non permette a troppa luce di entrare.
A livello meccanico e di motori, la Mitsubishi Colt Hybrid è completamente diversa da tutte le vetture precedenti della Casa dei Tre Diamanti. Sotto la carrozzeria si nasconde infatti la piattaforma modulare del Gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi CMF-B, alla sua prima applicazione sul marchio dei Tre Diamanti. Come la sorella maggiore ASX, anche la Colt utilizza la versione HS della piattaforma CMF-B, ovvero la “High Specifications”, che permette l’utilizzo, tra le altre cose, di freni posteriori a disco e dell’introduzione di ADAS più raffinati, di serie sulla Colt Hybrid.
Questa piattaforma si è fatta poi apprezzare per un ottimo comportamento dinamico, nonostante lo schema sospensivo sia molto classico (McPherson all’anteriore e retrotreno a ruote interconnesse dietro). Rispetto alla cugina francese, il Gruppo Koelliker ha deciso di importare in Italia, almeno all’inizio della sua commercializzazione, tre motorizzazioni per la nuova Colt. Ad aprire la gamma ci pensa la tranquilla 1.0 aspirata, con motore tre cilindri da 1 litro, 67 CV e 95 Nm, scaricati a terra sulle ruote anteriori da un classico cambio a 5 marce. Molto paciosa e rilassata, la 1.0 aspirata è affiancata dalla 1.0 turbo, dotata dello stesso tre cilindri ma sovralimentato. La potenza sale così a 91 CV, la coppia a 170 Nm e le prestazioni diventano più vivaci (0-100 km/h in 12,2 secondi anziché gli oltre 17 della Colt 1.0 aspirata).
La variante più intrigante, nonché la protagonista della nostra prova, è la Colt HEV, spinta dal raffinato e anticonvenzionale sistema E-Tech Full Hybrid visto su molti modelli del Gruppo Renault. Lo abbiamo provato su diversi modelli, dalle grandi Renault Arkana e Dacia Jogger a modelli più compatti come la Nissan Juke e la cugina Clio, e proprio sulla coppia Clio/Colt abbiamo trovato il sistema più a fuoco. La teoria la conosciamo bene: sotto il cofano coabitano un 1.6 quattro cilindri aspirato a benzina da 94 CV di origine Nissan a ciclo Miller e due motori elettrici, uno da 49 CV e uno da 20 CV. I tre propulsori collaborano tra di loro attraverso l’originale cambio automatico MultiMode, senza sincronizzatori e frizioni, con quattro marce dedicate al motore termico e due per quello elettrico più grande.
Il motore elettrico più piccolo, invece, fa da alternatore e generatore, e in più si occupa di lavorare da sincronizzatore per il motore termico, adeguando il suo regime di rotazione a quello del cambio. Ne viene fuori un sistema Full Hybrid molto particolare: grazie ad una capiente batteria da 1,2 kWh e una gestione dei tre motori che, alle basse velocità, predilige il motore elettrico principale, la Colt HEV è in grado di viaggiare per oltre l’80% del tempo in città in modalità completamente elettrica. Il powertrain ha poi una potenza combinata di 143 CV e 205 Nm di coppia, che grazie al peso contenuto a 1.285 kg in ordine di marcia è in grado di spingere la Colt HEV da 0 a 100 km/h in 9,3 secondi e 174 km/h di velocità massima.
Fino ad ora, abbiamo visto come la nuova Colt abbia ereditato tutti i pregi (e anche qualche piccolo limite) della cugina transalpina. Sarà lo stesso anche a livello di guida? Per scoprirlo, sono riuscito a provare per circa 1.000 km la piccola nipponica nella nostra prova su strada della Mitsubishi Colt Hybrid, verificano come si comporta in diversi contesti, dalla città ai lunghi viaggi autostradali. Partendo proprio dal contesto urbano, in città la piccola Colt colpisce per un’ottima agilità, garantita da un raggio di sterzata di soli 10,42 metri, ai vertici della propria categoria. Lo sterzo in contesti urbani è leggero e poco affaticante, soprattutto nella tranquilla modalità Eco.
Utilizzando questa modalità, il motore, lo sterzo e il cambio hanno una risposta più calma e tranquilla, a tutto vantaggio degli eccellenti consumi. Grazie all’utilizzo del motore elettrico, ancora più chiamato in causa in modalità Eco, la marcia cittadina è vivace e fluida, ma soprattutto molto silenziosa. Ottima poi, in contesti cittadini, la vigorosa frenata rigenerativa in modalità B, che permette di guidare sostanzialmente con un solo pedale, più di molte elettriche “dure e pure”. Quando si chiede uno scatto più vivace, i 143 CV si sentono, e grazie alle marce piuttosto lunghe del motore termico la spinta in città è continua e sempre pronta, senza incertezze.
Le sospensioni sono piuttosto rigide, privilegiando una dinamica di guida più gustosa rispetto al massimo comfort. Nonostante un assetto piuttosto secco e i cerchi da 17 pollici, comunque, i comodi sedili riescono ad offrire un buon livello di comodità, enfatizzata dalla cura acustica del comodo abitacolo. Non eccezionale la visibilità, soprattutto dietro: sulla Colt Instyle della nostra prova vengono in soccorso le telecamere a 360°, di serie e dalla buona qualità.
Anche viaggiando con tranquillità fuori città, infatti, si nota una raffinatezza e una cura all’insonorizzazione rara per auto di questo segmento. Viaggiare in souplesse con la Colt è davvero piacevole, sfruttando l’ottimo amalgama tra i due motori elettrici e quello termico, che si accende sempre quando la batteria scende sotto il 50% nelle modalità Eco e Normal. In questi momenti, il 1.6 fa da generatore di corrente, andando a “rifornire” la batteria per privilegiare l’utilizzo a zero emissioni della compatta giapponese (costruita, per il mercato europeo, a Bursa, in Turchia). Nelle due modalità più tranquille, lo sterzo resta piuttosto leggero, ma ha una buona precisione ed è piacevolmente diretto. Come tutte le auto “di oggi”, anche sulla Colt c’è un certo distacco a livello di feeling, tipico dei comandi con servosterzo elettrico.
Grazie alla vivacità del powertrain ibrido e all’assetto rigido riesce a dare un buon livello di coinvolgimento alla guida, soprattutto in modalità Sport. Inserendo la modalità più sportiva, infatti, lo sterzo si irrigidisce, diventando più coinvolgente, mentre il motore termico diventa più prominente, e quello elettrico utilizza la batteria anche sotto il 50%, aumentando i consumi ma, allo stesso tempo, anche le prestazioni. Con i due motori principali in tiro, la piccola Colt tira fuori una bella grinta, con una guidabilità che nel misto diventa quasi sportiva. Il telaio è poi molto preciso, garantendo una grande stabilità nel misto veloce e, allo stesso tempo, un retrotreno piacevolmente “vivo” nei rapidi rilasci del gas nel misto stretto. Qui il 1.6 Hybrid brilla per la sua vivacità, dimostrandosi perfettamente a fuoco con le dimensioni compatte della Colt.
Piacevole e divertente tra le curve, la Colt convince anche in contesti autostradali. Qui, la piccola di casa Mitsubishi riesce a confermare le sue doti di silenziosità, conservando dei decibel piuttosto bassi anche a velocità codice, mentre la stabilità nei curvoni è da vettura di segmento superiore grazie anche ai generosi pneumatici da 205 mm di battistrada. In modalità Eco, poi, riesce a percorrere centinaia di metri con il motore termico spento anche a 130 km/h, mentre nelle tratte più lunghe il 1.6 spinge autonomamente l’auto, senza ricaricare la batteria né l’”aiutino” elettrico, a tutto vantaggio dei consumi.
Come su altri modelli dotati del cambio MultiMode, anche qui quando si cerca una ripresa c’è un momento di incertezza, e i cambi marcia non sono i più rapidi. Anche sulla Colt, poi, c’è un avvertibile “stop” nella spinta poco prima dei 130 km/h, a causa di una rapportatura che, a velocità codice, predilige il rapporto più alto del motore termico, la quarta. Come detto in altre prove, purtroppo questa scelta nella rapportatura del cambio porta a questa incertezza in accelerazione che può dare l’impressione di un’auto poco pronta. Fosse stata posizionata a 135-140 km/h, la marcia sarebbe stata nettamente più fluida alle velocità codice di tutta Europa.
Nonostante questo, grazie alle dimensioni ridotte e al corpo vettura più aerodinamico di altri modelli E-Tech, qui è meno avvertibile, rendendo la marcia ben più godibile. Mettendo in Modalità Sport, comunque, queste incertezze vanno quasi a sparire, offrendo una spinta sempre costante. In piena accelerazione, comunque, qualche incertezza è inevitabile. Niente di insopportabile, comunque, e conoscendo le logiche di funzionamento di motori e cambio si possono prevedere ed evitare, ad esempio con un “colpo” di gas prima di un sorpasso. Ottimi, infine, i sistemi di guida autonoma, di serie sulla Colt HEV, che tra Cruise Control Adattivo e mantenitore attivo di corsia offrono ADAS di Livello 2.
Arriviamo così ai consumi della Mitsubishi Colt Hybrid, che una volta entrati in sintonia con il sistema ibrido sono davvero eccezionali. Utilizzata in modalità “inconsapevole” (ovvero senza fare attenzione all’erogazione dei motori né al sistema Full Hybrid), comunque, è molto difficile scendere sotto i 18 km/l di media, ottenendo così percorrenze ottime anche senza studiare il powertrain Full Hybrid. Imparando a sfruttare la frenata rigenerativa, la modalità Eco e mantenendo l’indicatore della potenza nella “fetta” denominata Eco, invece, le percorrenze diventano a dir poco ottime.
In città, ad esempio, si può “giocare” con la leva del cambio automatico, spostando la leva in D quando si vuole rallentare lentamente, veleggiando e non perdendo troppa velocità. Avvicinandosi ad un semaforo, invece, si può aumentare la frenata rigenerativa mettendo in B, ovvero Brake, con la leva del cambio (posizionata molto bene per essere mossa spesso, in alto), recuperando molta energia da poi riutilizzare nella successiva ripartenza.
Il risultato sono consumi che, con un piede leggero, hanno dell’incredibile. In città, facendo attenzione, si possono percorrere anche più di 30 km/l, scendendo sotto la soglia dei 3 l/100 km (oltre 33 km/l). Simile la questione in extraurbano, dove sfruttando bene la modalità B in presenza, ad esempio, di rotonde o incroci è possibile percorrere ben più di 25 km/l. In autostrada, invece, il powertrain Full Hybrid riesce a consumare circa 6 l/100 km con un utilizzo disinvolto a velocità codice, con il motore termico che, in piano, spinge da solo l’automobile. La media a 130 km/h si attesta intorno ai 5,5 l/100 km, mentre si scende ben oltre i 21-22 km/l viaggiando a 120 all’ora.
Com’è ormai tradizione, nel mio percorso giornaliero di 65 km totali tra casa e la redazione, nel mio tentativo di Hypermiling sono riuscito ad ottenere un risultato eccezionale, di soli 3,1 l/100 km, ovvero 32,3 km/l. Sfruttando il sistema ibrido per le sue prestazioni e saggiando le capacità di assetto, sterzo e telaio, invece, non sono mai sceso sotto i 7 l/100 km, ovvero 14 km/l: molto bene anche nella guida sportiva. Nel mio utilizzo totale, quindi, la mia media dei consumi della Mitsubishi Colt Hybrid è stata di circa 20-21 km/l, per un’autonomia “reale” del serbatoio da 39 litri di oltre 800 km.
Concludiamo con il prezzo della Mitsubishi Colt Hybrid, che nella sua versione HEV decide di non sottostare a compromessi e offrire tutto di serie. Rispetto alle “solite” compatte europee, infatti, Mitsubishi ha scelto di offrire quattro allestimenti, Inform, Invite, Intense e Instyle, tutti con una dotazione “fissa” e nessun tipo di optional oltre alla vernice metallizzata, proposta a 900 euro. Per conoscere nel dettaglio gli allestimenti della nuova Colt, vi rimando al nostro articolo dedicato (Mitsubishi Colt: gamma, allestimenti e prezzi). Parlando della “nostra” Colt HEV in allestimento top di gamma Instyle, a livello di dotazione non manca praticamente niente, diventando così una delle compatte più ricche nel suo segmento.
Di serie, la Colt Hybrid Instyle è dotata di serie di cerchi in lega da 17 pollici diamantati, ADAS per la guida autonoma di Livello 2, quadro strumenti digitale da 10 pollici, infotainment da 9,3 pollici con Apple CarPlay, Android Auto e sistema Hi-Fi Bose a 9 altoparlanti, fari Full LED anteriori e posteriori, sedili anteriori e volante riscaldati e telecamere e sensori a 360°. Il prezzo della Mitsubishi Colt Hybrid in questa configurazione è di 29.500 euro, nei quali è compreso il colore bianco dell’auto della nostra prova, l’Arctic White pastello. Si tratta di un prezzo di certo impegnativo, ma in linea con le rivali dirette ibride “Full” come la Toyota Yaris Hybrid e la Honda Jazz Hybrid, che con una dotazione simile hanno un prezzo di listino rispettivamente di quasi 32.000 euro e di poco meno di 30.000 euro.
Rispetto ad altre compatte a cinque porte di segmento B, inoltre, Mitsubishi offre anche una garanzia più lunga, di 5 anni o 100.000 km, nonché su 8 anni o 160.000 km sulla batteria della variante Hybrid. La versione più accessoriata della Clio, invece, costa poco meno di 28.500 euro, ma ha una dotazione meno ricca. Il piano di Mitsubishi per il ritorno della nuova Colt è semplice: prendere la base di una delle compatte piccole più apprezzate e vendute sul mercato, personalizzarla e rendere la variante ibrida una Full Hybrid ricca, parca nei consumi e dal prezzo interessante.
Certo, rispetto alle Colt di 10 anni fa non siamo di fronte ad un progetto totalmente originale: avendo utilizzato il progetto di una delle segmento B più complete, questo non può essere un vero limite. La visibilità è piuttosto ridotta, così come la capacità del bagagliaio, e ci sono modelli dalla guida più sportiva e coinvolgente. Se cercate un’automobile compatta ma con una dotazione da “grande”, consumi molto ridotti e una guidabilità divertente e allo stesso tempo rilassante, con un powertrain ibrido molto efficiente ma allo stesso tempo vivace e dalla guidabilità “tradizionale”, la nuova Mitsubishi Colt Hybrid potrebbe essere quella scelta “fuori dal coro” che stupisce e convince.
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