Uno dei capisaldi della Stella a tre punte, ormai maggiorenne (la prima generazione venne introdotta nel 1997) si rinnova e lo fa drasticamente. È infatti tutta nuova la Mercedes Classe A 2018, nuova nel look, ormai figlio del nuovo linguaggio stilistico introdotto con CLS, e nuovissima nelle tecnologie offerte, sia in tema di infotainment sia in tema di assistenza alla guida e offerta motoristica.
L’MBUX è la novità principale che domina l’abitacolo, novità che ridefinisce il rapporto tra auto, conducente e interazione tra questi due fattori. La decisione di portare al debutto questa assoluta novità proprio sulla Classe A 2018 non è un passo azzardato per la Casa tedesca, anzi: chi compra da diversi anni questo modello è la fascia di clientela più giovane ormai ultra connessa e abituata a vivere in simbiosi con il proprio smartphone e la nuova compatta tedesca è una sorta di smartphone su quattro ruote, presto capirete il perchè.
Tutte queste novità sono all’altezza della Stella che porta sul cofano? È ora di scoprire come va su strada la nuova Mercedes Classe A 2018 nel nostro consueto primo contatto!
La Classe A di nuova generazione gioca tutto su un forte richiamo al family feeling già introdotto, come dicevo, con CLS 2018, grazie all’adozione di nuovi fari a LED e un cofano motore possente ma ribassato, tanto da contribuire fortemente al Cx da record (0,25) di questa vettura, almeno per il suo segmento, a tutto vantaggio dei consumi dei quali ci occuperemo nel paragrafo dedicato.
È stata anche reinterpretata la mascherina del radiatore Matrix, con la Stella a tre punte che domina al centro e dentro al quale si nasconde uno dei tanti radar che rendono la nuova Classe A 2018 non solo intelligente ma anche molto premurosa per la sicurezza degli occupanti. In termini di dimensioni la quarta generazione è cresciuta sia materialmente (+ 12 cm in lunghezza, + 16 mm in larghezza, rispettivamente 4,42 e 1,79 metri; + 30 mm il passo) sia visivamente: appare infatti più muscolosa pur mantenendo una certa parentela con la precedente generazione almeno in vista laterale, con ruote da 16 a 19 pollici a seconda degli allestimenti.
Dove invece è cambiata tanto è sul lato B. I nuovi fanali sono stati allungati verso la mediana del portellone e aiutano ad ampliare visivamente l’impronta su strada del modello. Vista da dietro, con i miei occhi, l’obiettivo è stato centrato. Al momento del lancio sono disponibili tre vernici standard e quattro vernici metallizzate, più la vernice grigio mountain del programma designo.
Se fuori la Classe A ha adottato un nuovo look, che può piacere o meno, è salendo a bordo che si percepisce quanto a Stoccarda abbiano voluto puntare forte sulla Classe A in quanto status symbol specialmente nelle fasce di automobilisti più giovani. Una cosa per volta, però: innanzitutto accomodandosi sul lato guida la qualità percepita è davvero alta, da vettura premium qual è la nuova compatta. Belle le rifiniture, ottima la qualità dei materiali, comoda la seduta, seppur sportiveggiante con i fianchetti pronunciati, mentre hanno sempre il loro perché le bocchette d’aerazione in stile aeronautico (due sono presenti anche dietro).
Lo sguardo però non può non cadere su questo piccolo gioiello che è il display widescreen (disponibile in misura combinata 7”-7”; 7”-10,25”; 10,25”-10,25”, la dimensione totale dello schermo non cambia, a cambiare è la cornice nera) sospeso sulla plancia e di serie su tutti gli allestimenti. Stilisticamente ricorda quello di Classe E e Classe S, sostanzialmente è tutto nuovo e ospita la verra chicca tecnologica di questa vettura, l’MBUX (Mercedes Benz User Experience) presentato allo scorso CES di Las Vegas.
Ci vorrebbe praticamente un articolo a parte solo per parlarne, cercherò di essere breve. Con l’avvento di questa tecnologia, basata sull’intelligenza artificiale e sul nuovo rapporto che vuole instaurarsi tra essere umano e automobile (dove lei è totalmente al vostro servizio), Mercedes fa un passo avanti nel futuro, questo è innegabile.
Da una parte il sistema apprende le vostre abitudini, proponendovi automaticamente, dopo un certo tempo dal primo utilizzo, il classico percorso ufficio casa all’ora che siete soliti fare quando salite in macchina, calcolandolo in base al traffico, così come può proporvi di chiamarvi una determinata persona che siete soliti chiamare sempre alla stessa ora, dall’altra con l’assistente “Hey Mercedes”, come avrete intuito, anche i comandi vocali fanno un salto avanti generazionale non di poco conto.
Avete freddo? Basterà dire Hey Mercedes porta la temperatura a x gradi, oppure portami allo stadio pinco pallino quando la domenica vi recherete a vedere la vostra squadra del cuore. Una bella comodità non dover più istruire ogni volta il sistema passo passo, come ancora è la normalità su quasi tutti i modelli della concorrenza e dei segmenti superiori.
Badate bene, nei pochi chilometri della nostra prova ho potuto provare solo una minima parte delle sue funzioni. Quindi se l’idea di comprare la Classe A 2018 vi sta stuzzicando abbiate la pazienza di capire prima come funziona il sistema e di impratichirvi un po’. Nella sua miriade di funzioni c’è il rischio, grave, di distrarsi, anche perché la plancia abbassata non permette di tenere gli occhi sulla strada.
In ogni caso il sistema di infotainment si può controllare, una volta presa confidenza, attraverso i due tasti neri sulle razze del volante (a sinistra si regola il quadro strumenti, a destra il display centrale), tramite i comandi touch a portata di mano solo sul display centrale e tramite il comodo touchpad sul tunnel centrale, quest’ultimi comandabili con la sola mano destra.
Bello, molto bello, il volante. Ben profilato, rivestito in pelle morbida al tatto e ottimo nella risposta anche quando si vuole osare. Se questa è la base, non posso non pensare a cosa sarà la versione AMG, successore della A 45, prevista per fine anno. Ho, abbiamo, già tutti il languorino in bocca.
Citazione doverosa per lo spazio, aumentato sia sul divanetto posteriore (migliore l’accesso con più spazio per testa spalle e ginocchia) sia in termini di capacità del bagagliaio, con 370 litri (+ 29 sulla terza generazione) e un piano di carico con bocca più ampia.
Le motorizzazioni previste per il lancio di Mercedes Classe A 2018 sono al momento tre: l’unica diesel è la 180 d con i suoi 116 CV e 260 Nm di coppia e due sono invece i benzina; si parte dalla versione A 200 che propone l’inedito motore quattro cilindri da noi provato, 1.4 da 163 CV e 250 Nm di coppia, sviluppato con Renault e in grado, tra le altre cose, di disattivare due cilindri per risparmiare sui consumi.
Questa unità è l’unica al momento disponibile sia con il cambio manuale a sei rapporti sia con il cambio automatico doppia frizione a sette. Infine spazio all’unità più potente in gamma dell’A 250: si tratta del 2.0 da 224 CV che accellera da 0 a 100 km/h in 6,2 secondi.
Niente mild hybrid a 48 volt, destinati alle classi superiori, e sicuramente entro la fine dell’anno nuove motorizzazioni benzina e diesel per ampliare l’offerta, come confermatoci dai vertici della filiale italiana della Casa tedesca.
Se la terza generazione si guidava già bene, questa si guida molto meglio. Merito di un nuovo telaio che fa cadere nel dimenticatoio il famoso test dell’alce che coinvolse la prima generazione ormai venti anni fa. Nuove sospensioni e un assetto ribassato rendono la Classe A 2018 molto piacevole da guidare in tutte le condizioni, coccolati dagli ottimi sedili configurabili tra le mille funzioni dell’MBUX.
Per il nostro primo contatto abbiamo scelto l’inedito 1.4 da 163 CV sviluppato in collaborazione con Renault. È un motore che offre un’ottima coppia di 250 Nm già a 1.650 giri, praticamente subito, dando il meglio di sé con i rapporti bassi e perdendo forse un po’ di verve in alto. Il sorpasso non è comunque mai un problema, basta affondare il pedale sul gas e il cambio doppia frizione scalerà i rapporti per dare il meglio della trazione, in questo caso solo anteriore.
A velocità di crociera, su questo motore abbinato all’automatico doppia frizione, vengono disattivati il secondo e il terzo cilindro dei quattro in linea, in maniera ovviamente impercettibile. Questo ha però un grosso impatto, benefico, sui consumi, così come è importante a fini della riduzione dell’attrito del pistone sul cilindro la tecnologia Nanoslide che ne va a rivestire le pareti. Di serie c’è poi il filtro antiparticolato per rispettare le emissioni, su tutte le motorizzazioni. Classe A anche dal punto di vista energetico.
Tra le curve la Classe A sa divertire in modalità Sport mentre appare un po’ seduta in Eco e Comfort,dove forse ci saremmo aspettati qualcosina in più in termini di cattiveria. Parlando invece di sistemi di assistenza alla guida, dalla lussuriosa Classe S arriva il sistema Distronic, in grado di monitorare la strada fino a 500 metri grazie a una serie di sensori e allo stesso tempo di regolare la velocità leggendo le mappe tramite i dati GPS, mantenendo la linea di carreggiata (sempre con le mani sul volante). A quest’ultimo si aggiungono la frenata automatica d’emergenza, ulteriormente migliorata e l’inedito monitoraggio dell’angolo cieco che svolge anche la sua funzione a vettura ferma, per prevenire l’urto all’apertura delle portiera con i ciclisti più sprovveduti.
Sul fronte dei consumi il motore che si trova qui davanti dichiara 5,2 l/100; beh, sono onesto nell’ammettere dopo un centinaio di chilometri della nostra prova il dato indicato sul display non si discostato troppo da questo valore, merito delle tecnologie pro risparmio e dell’aerodinamica che lavora in funzione della minor resistenza all’aria possibile.
Per quanto riguarda prezzi e allestimenti della nuova Mercedes Classe A 2018 vi rimandiamo al nostro articolo dedicato: qui il LINK.
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