Prove su strada

Mercedes-Benz Classe A 180 d | Prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

Davanti alla nuova Mercedes-Benz Classe A, sebbene sia ormai facile incontrarne una per strada, si rimane sempre un po’ interdetti, sta a voi dire se in senso positivo o negativo, tante sono state le novità introdotte con l’arrivo della quarta generazione, nel corso del 2018.

Se nel lontano 1997 la Classe A si fece strada, con qualche difficoltà, tra le monovolume, oggi chi compra l’entry level della Stella a tre punte lo fa un po’ per blasone, un po’ per la tecnologia, un po’ perché vuole calarsi in una nuova dimensione del veicolo inteso come un grosso smartphone a quattro ruote. Piccolo particolare, Classe A ne è già provvista: stiamo parlando dell’MBUX, ma andiamo con calma.

Un altro è il quesito da porsi: mancando, ancora, una versione ibrida, meglio Classe A Diesel o Classe A benzina? Noi, dopo la prova della versione A 200, abbiamo questa volta optato per la Classe A 180 d, spinta dal piccolo, ma prestante, 1.5 da 116 CV. Non è la entry level della gamma Diesel (ora c’è la 160d da 95 CV anche per neopatentati), ma ecco come va la compatta a gasolio con la stella sul cofano.

Un design che colpisce, a prescindere da cosa c’è sotto il cofano

Le linee morbide di nuova Classe A 180 d, nell’allestimento Business della nostra vettura in prova, segnano un po’ il passo in termini di sportività rispetto alla AMG Line della A 200 da noi provata. In quel caso, spiccavano i listelli presenti sul paraurti anteriore, molto più aggressivi nelle linee, e dall’inedita vernice grigio Mountain Designo abbinata ai cerchi da 19 pollici, un must have della versione Premium e del pacchetto specifico AMG Line.

MBUX: ancora una volta una gradita, se non graditissima, conferma

Sulla vettura in prova che vedete nella nostra fotogallery, una Classe A 180d Business (1.170 euro in più della Executive base), la vernice è la Bianco Polare di serie su tutti gli allestimenti,  mentre i cerchi sono in misura da 17” di serie, in questo caso con 5 doppie razze che aiutano a slanciare ancora di più la vista laterale della vettura. Dietro, fortunatamente, niente scarichi finti, ma ben nascosti sotto il paraurti: meglio così.

Come vedremo, si parla di due allestimenti, Business e Premium, abbastanza differenti, mentre la sostanza, buona, non cambia. Anche la 180 d, nonostante la verve possa sembrare “strozzata” da una cavalleria che rimane più contenuta rispetto alla corrispettiva versione a benzina, con il 1.3 da 163 CV.

Detto del design, la nuova Classe A ha guadagnato spazio, sia visivamente sia a bordo, grazie ai 12 centimetri in più di lunghezza. Ne hanno guadagnato sia lo spazio per le gambe dei passeggeri (dietro si sta comodi e la bocchetta d’aerazione, con al di sotto la presa USB di tipo C, disponibili anche davanti, tornano sempre comode), sia il bagagliaio, con capacità minima pari a 370 litri, meglio del passato ma non ancora ai vertici del segmento. I sedili, in questo caso con pelle sintetica Artico/tessuto Bertrix Blu indaco/nero, sono proposti sulla Classe A 180 d Business senza sovrapprezzo.

Il divanetto posteriore svela lo spazio aumentato per le gambe: presente anche una retina per riporre gli oggetti dietro lo schienale dei sedili anteriori

Per quanto riguarda l’MBUX vi consigliamo, ancora una volta, un clic sul nostro Focus Infotainment a lui dedicato. Vi possiamo ancora una volta confermare che non dover staccare le mani dal volante, in pelle sulla nostra versione e ricco di pulsanti a sfioramento che permettono di controllare l’MBUX, è davvero un altro modo di concepire la vettura ed è segno del progresso che attende l’automobilista medio. Ancora brava Mercedes per aver scommesso su questo sistema e soprattutto sul suo debutto già a partire dalla entry level della gamma; basti pensare che BMW, dopo aver scelto la Serie 3 2019 per il debutto ufficiale del nuovo sistema di infotainment con comandi vocali evoluti, è corsa ai ripari con la nuova Serie 1, principale rivale della compatta tedesca in attesa nella seconda metà del 2019.

Alla guida della Classe A 180 d con il 1.5 da 116 CV: consumi ok, brio pure

La Classe A 180 d si dimostra convincente tra i tornanti

Se la versione A 200 (1.3 turbo benzina 163 CV) ci aveva sorpreso a suo tempo per il suo carattere, tuttavia non troppo brillante negli allunghi, la A 180 d è riuscita a conquistarci fin dai primi chilometri grazie all’ottima erogazione di potenza, coadiuvata dall’altrettanto buona coppia di 260 Nm disponibile fin dai 1.750 giri/motore. Anche in questo caso la Classe A da noi scelta per questo confronto montava il cambio automatico 7G-DCT, sempre dimostratosi ottimo alleato a prescindere dalla modalità di guida scelta per l’occasione, con il supporto delle palette dietro il volante ma onestamente poco utili durante la guida di tutti i giorni.

Un grande alleato per l’uso cittadino, dove l’intervento dello start&stop non si fa mai trovare impreparato e non regala scossoni alle ripartenze, mentre il brio del quattro cilindri sembra essere più che sufficiente a muovere la compatta tedesca verso la sua meta. La domanda, lecita, riguarda i consumi. Con la Classe A 200 avevamo registrato una media di circa 7,5 l/100 km di media, mentre i 3,8-4,0 l/100 km promessi sulla carta per la A 180d Automatic si è trasformato in un buon 5,0 l/100 km, ossia 20 km con un litro senza doversi neanche impegnare troppo. Risultati molto buoni per un motore che fa dell’efficienza la sua virtù: la partnership con Renault ha creato un vero e proprio gioiellino.

In buona sostanza Mercedes-Benz è riuscita a unire un motore dalle prestazioni comunque buone, senza sforare nella sportività, a consumi davvero contenuti, grazie all’uso sapiente del piede e dell’abbinamento tra questo motore quattro cilindri e il cambio automatico. A titolo informativo, la Classe A 180 d con cambio manuale dichiara un consumo leggermente più alto (4,0-4,3 l/100 km), cosa che non capita spesso quando si mettono a confronto un’unità manuale alla rispettiva automatica.

Grazie alla larghezza aumentata, coadiuvata dalla fanaleria posteriore a sviluppo orizzontale, la nuova Classe A appare più salda al terreno

Buono il comportamento tra i tornanti sia per merito dello sterzo, che si dimostra diretto ma adatto alla città, sia per il Multilink al posteriore che permette un’ottima presa sull’asfalto della coda, anche questa allargata rispetto al passato. Sulla Classe A 180 d Business, poi, Mercedes porta di serie l’assetto ribassato di 15 millimetri, utili a rendere più stabile la vettura anche quando si esagera col gas.

Sul fronte dei sistemi di ausilio alla guida, fin dalla base troviamo il cruise control, il Brake Assist attivo, il sistema di mantenimento di corsia e del superamento del limite di velocità, così come della retrocamera per facilitare la vita nei parcheggi (il lunotto, in effetti, è un po’ piccolo). Sin pagano a parte sistemi come il Distronic (cruise control adattivo, 732 euro), il riconoscimento dei segnali stradali (359,90 euro), il pacchetto assistenza alla guida (1.842 euro) e il Blind Spot Assist (549 euro).

Prezzi e concorrenti

Il prezzo d’attacco della nuova Mercedes Classe A è di 26.980 euro per la versione A 160 con il turbo benzina 1.3 da 109 CV. Per la gamma Diesel, si parte dai 27.810 della A 160 d per arrivare ai 30.200 della A 180 d Automatic, la base di partenza per l’auto che abbiamo recensito in questo articolo.

Completa di optional, la Classe A 180 d di questa prova si aggira attorno a un prezzo di poco superiore a quello di partenza, del tutto paragonabile ai 32.470 euro richiesti per la A 200 Automatic che provammo nello scorso mese di agosto.

Le concorrenti di Mercedes Classe A 180 d sono le rispettive versioni Diesel di BMW Serie 1, che proporrà per il nuovo modello la 116d con lo stesso numero di cavalli della rivale teutonica, la Mini Cooper D 5 porte, l’Audi A3 30 TDI, sempre con 116 CV sotto il cofano, e, per chiudere con il gruppo Volkswagen, Golf e Leon, entrambe con il 1.6 TDI da 115 CV.

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Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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