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McLaren Senna: quale miglior omaggio al campione brasiliano

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Un nome decisamente importante per colei che si presenta al mondo come l’erede dell’hypercar P1, portando con sé il valore intrinseco di un nome che dice tutto: McLaren Senna, la più potente vettura costruita dal Marchio inglese per la pista ma omologata per la strada.

È inutile negare che Senna per tanti appassionati significhi solo una cosa: pura velocità e mito, per sempre. Il connubio tra la Casa inglese e il compianto pilota brasiliano, che portò tre titoli piloti (1988, 1990 e 1991) si esprime a quasi trent’anni di distanza con l’ultima creazione dell’Ultimate Series, una vettura che più che bella è estrema, da ogni lato la si guardi. È bello pensare che sia stata proprio McLaren a spingersi là dove nessun costruttore si era mai spinto prima, ovvero legare il nome di una vettura ad alte prestazioni al nome di Senna.

Sulla McLaren Senna, come sulle serie MP4 che portarono in Brasile i tre titoli mondiali, la ricetta è una sola, leggerezza: 1.198 chilogrammi di peso ottenuti grazie al telaio in fibra di carbonio denominato Monocage III, ulteriormente sviluppato rispetto a quello della supercar 720S, mentre sempre in fibra sono i pannelli di alcuni parti della carrozzeria.

Una due posti secchi, la McLaren Senna, dove sorprende un particolare: l’assenza del tanto sofisticato ibrido, ormai la norma anche su vetture di questa tipologia, come monta la sua progenitrice McLaren P1. Il motore è infatti un 4.0 V8 biturbo da circa 800 cavalli che ha rinunciato all’ibrido per consolidare il suo legame con la pista, quella della potenza senza compromessi. Questa scelta è ricaduta per una scelta precisa dei tecnici McLaren, ovvero quella di dare spazio alle emozioni, emozioni che si realizzano grazie ad un sound convolgente dato dal propulsore e dalla particolare aerodinamica della vettura.

Quest’ultima sorprende, sembra di essere davanti a una hypercar del futuro scesa tra i comuni mortali da qualche strano mondo. Sistemato il motore in posizione centrale, si è potuto lavorare sul frontale dando spazio a prese aerodinamiche che aiutano a tenere giù il muso della vettura, così da poter spingere al massimo in pista e, si spera un po’ meno, su strada. Non si può, infatti, seguire una sola linea dell’anteriore o del posteriore senza che essa si perda attraverso una presa d’aria o un estrattore funzionale allo schiacciamento a terra della McLaren Senna alle alte velocità.

L’aerodinamica attiva, così come le sospensioni, sono comandate dal nuovo Race Active Chassis Control che comanda in sinergia gli ammortizzatori per tenere sempre un assetto piatto. Un ulteriore dettaglio esclusivo che non può passare inosservato, sono le appendici aerodinamiche “a lama” poste nella parte anteriore (nelle prese d’aria ricavate sotto i gruppi ottici) rifinite in uno dei cinque colori “By McLaren” che comprendono l’Azura Blue e il McLaren Orange. Gli stessi accent colours possono essere scelti per altri elementi come le pinze dei freni, sui montanti delle portiere e i rivestimenti dei sedili.

Le finiture a forma di “taglio” dell’esclusivo scarico in Inconel e titanio permettono ai gas di scarico di uscire attraverso il ponte posteriore più in basso (misurato dal bordo di uscita) di qualsiasi vettura da strada McLaren, e l’angolo dei tubi dirigono l’uscita dei gas di scarico oltre l’ala posteriore. Le sottili luci posteriori a LED sono state soggette alla stessa particolare attenzione riservata ai dettagli dei gruppi ottici anteriori come ad ogni altro componente che influenza l’aerodinamica, dove il design a lama singola minimizza ogni interruzione del flusso d’aria. Il diffusore è invece doppio e favorisce l’estrazione di aria da sotto la vettura. Basti pensare che l’ala posteriore, nel suo punto più alto, si trova a solo 1.219 mm dalla strada a vettura ferma.

Le porte diedrali ispirate alla mitica McLaren F1 aprono l’abitacolo che è in realtà non molto diverso di quello della 720S, pur apparendo più estremo ed essenziale. A titolo di paragone, l’Aston Martin Valkyrie e l’AMG Project One offrono un effetto “F.1” più spinto. In ogni caso il proprietario può scegliere per la sua McLaren Senna un maggior uso di carbonio o di Alcantara per gli interni. Tutte le informazioni necessarie al conducente sono trasmesse dallo schermo pieghevole ad alta definizione di McLaren (McLaren Folding Driver Display) e dallo schermo centrale dell’infotainment. Nessun bagagliaio per la McLaren Senna, solo un piccolo vano utile a riporre il casco, la tuta, direzione circuito più vicino.

Il sistema frenante della McLaren Senna è il più avanzato mai montato in una vettura da strada McLaren, equipaggiato con dischi carbo-ceramici e tecnologia derivata dal mondo delle competizioni GT per garantire le migliori prestazioni possibili. La scelta delle gomme è altrettanto attenta, con dei penumatici realizzati su misura Pirelli P Zero Trofeo R Tyres sviluppati insieme al partner tecnico di McLaren, Pirelli.

La McLaren Senna la vedremo dal vivo al prossimo Salone di Ginevra e no, non fatevi illusioni. Tutti e 500 gli esemplari sono già stati venduti. Il prezzo? Quello è stato rivelato per farci rodere un po’: ben 945.500 euro.

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Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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