Prima ibrida plug-in della Casa di Hiroshima, in attesa (inizio 2023) di vederla e provarla su strada con l’inedito motore Diesel 3.3 6 cilindri in due livelli di potenza, la nuova Mazda CX-60 diventa in men che non si dica l’ammiraglia del brand nipponico. Primo di due nuovi modelli con i quali Mazda vuole andare all’attacco del mercato europeo, la Mazda CX-60 si presenta ai nastri di partenza con la sola motorizzazione plug-in da 327 CV che abbiamo provato in questo test in anteprima ma con la consapevolezza di nascere come auto versatile che guarda ancora con estrema cognizione di causa a ciò che per molti risulta già essere obsoleto.
Sicuramente una prima volta che Mazda ha curato nei minimi particolari, come è solita fare. L’avevamo vista statica a Roma nel mese di marzo scorso (qui la scheda dedicata a Mazda CX-60) e ne avevamo apprezzato, ovviamente a motore spento, la cura dedicata ai suoi interni e la dovizia nella scelta dei materiali da utilizzare per i rivestimenti. Oggi, salendo a bordo e mettendo in moto la nuovissima unità ibrida plug-in che caratterizza l’esordio della Mazda CX-60 a poche settimane dall’arrivo nelle concessionarie italiane, ci siamo concentrati anche su altri aspetti.
Vediamo com’è e come va la Mazda CX-60 2022 in questo primo contatto sul suolo tedesco, dove abbiamo potuto guidarla per qualche decina di chilometri.
Analizzando l’estetica della nuova Mazda CX-60, si nota immediamente il richiamo all’ormai noto design Kodo, con qualche aggiunta strategica di elementi che potessero richiamare in pieno lo stile, talvolta sartoriale, della tradizione giapponese. Prima di scendere nei dettagli, le proporzioni esterne. La Mazda CX-60 nasce sulla nuova piattaforma che permette la disposizione lontigudinale del motore (sia benzina aspirato per il plug-in sia Diesel con il boost del mild hybrid) ed, eventualmente, la trazione posteriore (solo Diesel). Queste sono, quindi, le dimensioni della Mazda CX-60:
Della Mazda CX-60 colpisce l’aspetto molto maestoso e robusto del corpo vettura. La calandra è letteralmente immensa, mentre sono ridotti nella loro superficie i gruppi ottici che ospitano la tecnologia Matrix LED. Nuova è anche la tinta Rodhium White Premium Metallic che va ad aggiungersi alla Soul Red Crystal e alla Machine Grey come tinta premium nel listino. Proprio nella sua colorazione bianca, la CX-60 sembra spogliarsi degli orpelli e, a differenza di una tinta bianco perla, fa acquistare ulteriore purezza e allo stesso tempo eleganza al nuovo modello della Casa giapponese. In totale, sono otto i colori della carrozzeria.
Veniamo agli interni della Mazda CX-60 che abbiamo potuto imparare ad apprezzare durante il nostro primo contatto. Specifichiamo che siamo saliti a bordo di una versione Takumi, la più ricca di tutte, dotata di una dotazione davvero full optional. Tra le altre cose, tetto panoramico apribile elettricamente, sedili anteriori con regolazione elettrica a 10 vie, entrambi ventilabili o riscaldabili su tre posizioni, regolazione automatica della posizione di guida sulla quale torniamo a breve. Particolari e piacevoli alla vista le varie schermate del nuovo quadro digitale da 12,3″, ampio e ben leggibile (ne diamo ampia dimostrazione nella gallery che trovate qui sotto).
Detto ciò, si respira un’aria decisamente premium a bordo di quella che è la versione più esclusiva della nuova Mazda CX-60. Sono piaciute, in particolare, le rifiniture dedicate alla plancia nella sua parte superiore, dove l’intreccio particolare è il motivo che ha dato il nome all’allestimento Takumi. Una bellezza per gli occhi. Si sta comodi anche in cinque grazie al passo, ricordando che la Mazda CX-60 è lunga ben 19 centimetri in più rispetto alla CX-5 che rappresenta l’offerta nel cuore del segmento C della Casa del Sol Levante. Rimane sempre regolabile solo tramite il rotore sul tunnel il sistema di infotainment, che ora ospita Apple CarPlay e Android Auto completamente wireless. Standard anche la piastra di ricarica appena davanti alla corta leva del cambio automatico.
Parlando del bagagliaio, siamo su una capacità che parte da un minimo di 570 litri fino a un massimo di 1.726 litri fino al soffitto, con il divanetto abbassato (40:20:40). Utile la presa di ricarica da 230V per adoperare piccoli elettrodomestici e, comparando CX-60 e CX-5, è cresciuta sia la larghezza del portellone e quindi dell’apertura (3,5 centimetri) sia l’altezza. Di serie l’azionamento elettrico del portellone, in optional la possibilità di aprirlo con il movimento del piede se si hanno le mani occupate.
Da una parte ibrida plug-in, oggi, dall’altra Diesel e benzina Skyactiv X, con un inedito sei cilindri in linea anche a trazione posteriore da 3,3 litri e 3 litri, domani. Questa è l’offerta di motori della Mazda CX-60. Per la prima volta si parla di una ibrida plug-in prodotta dalla Casa giapponese, e si parla anche di un motore che viene disposto longitudinalmente, quindi con motore elettrico, cambio automatico a 8 rapporti e albero di trasmissione sullo stesso asse. Il plug-in consiste nell’abbinamento tra un motore 2.5 aspirato quattro cilindri e un motore elettrico da 129 kW (ca. 175 CV) con la batteria da 17,8 kWh ricaricabile in corrente alternata. La potenza di sistema è 327 CV per 500 Nm di coppia, in definitiva la Mazda CX-60 è con questa motorizzazione la stradale più potente che ha solcato le strade con questo Marchio sulla carrozzeria. Si parla di un’accelerazione di 5,8 secondi da 0 a 100 km/h, fino a 140 km/h in elettrico per una velocità autolimitata a 200 km/h. I consumi, in attesa di approfondire tra poche righe, sono di 1,5 l/100 km (dichiarato combinato WLTP).
Debutteranno, già a inizio 2023, sia il 3.3 Diesel con mild hybrid 48V sia il benzina 3 litri, entrambi dei sei cilindri in linea con la possibilità di optare per la sola trazione posteriore a differenza del plug-in che si può avere solo con trazione integrale. Due le potenze per il Diesel (200 e 249 CV). Capacità di traino fino a 2.500 kg con l’esclusiva modalità di guida Towing che si attiva solo richiedendo il gancio traino in opzione. Non è ancora stata specificata la potenza del 3 litri benzina, che seguirà a ruota dopo il debutto del Diesel; sarà dotato di tecnologia Skyactiv X, già nota su Mazda3 e CX-30.
Piccola premessa che ci ha favorevolmente colpiti della nuova Mazda CX-60. Primo: abbiamo parlato della regolazione elettrica della posizione di guida; la CX-60 è la prima auto al mondo che permette di impostare il sedile semplicemente selezionando sullo schermo la propria statura, dopodichè regola la posizione di specchietti e volante leggendo tramite un apposito sensore la posizione degli occhi. In questo modo si salva il profilo utente e l’auto, anche se viene guidata da un’altra persona, riconoscerà chi si siede effettivamente alla guida a ogni avviamento. Chi scrive, alto 1,84 metri, ha trovato solo un po’ bassa la seduta impostata di default una volta scelta la mia altezza, ma tutto sommato posso affermare di essermi trovato in una posizione giusta per mettermi alla guida e partire. Il sistema, quindi, si può definire promosso.
In secondo luogo mettendo in moto la vettura l’autonomia totale ci ha un po’ deluso (411 km con vettura piena sia di serbatoio, 50 litri, sia di batteria) mentre ci ha colpito la capacità della batteria ricaricata al 100%: 76 km, mentre Mazda ne dichiara 63. Ovviamente ha inciso la guida di chi si è seduto al volante prima di noi che, probabilmente, si è prodigato con una precisa guida in urbano. In Mazda ci hanno assicurato che la durata della batteria può coprire tranquillamente i 50 km anche entrando subito in autostrada e mantenendo una velocità da codice di 130 km/h. Per quello che può valere un percorso di qualche decina di chilometri intorno alla sede europea di Mazda, vicino a Leverkusen, a fine test dove abbiamo spinto la vettura per capire a fondo la generosa cavalleria il consumo segnava 3,4 l/100 km. In attesa di provarla più a fondo in uno dei nostri test di redazione, la Mazda CX-60 ci ha davvero convinto.
Da specificare che anche il Diesel promette bene, grazie a nuove tecnologie di distribuzione della miscela che approfondiremo non appena l’auto entrerà in commercio. Sicuramente molto bene le emissioni, contenute entro la soglia “critica” dei 135 g/km di anidride carbonica.
Tornando alla Mazda CX-60 protagonista di questo test, con la motorizzazione ibrida plug-in, ci ha davvero convinto la spinta dei 327 CV che ti fanno sentire su una sportiva vera. L’assetto è debitamente morbido, quindi meglio spingerla a dovere sui rettilinei e meno in curva dove beccheggio e rollio entrano in gioco solo forzando il ritmo. Nonostante tutta questa verve, che si sente fin dai primi affondi sul gas, la Mazda CX-60 mantiene un comportamento da classica auto di famiglia dove comfort e morbidezza prevalgono sul resto. Certo, zero problemi in caso di sorpasso.
Bene anche tutta la famiglia di sistemi di assistenza alla guida anche se il correttore di corsia, che ti ributta in carreggiata se viene “pestata” la linea di mezzeria, è un po’ invasivo. Anche in questo caso servirà un test piu approfondito che speriamo di effettuare a breve. Non abbiamo ricaricato la batteria ma, con una classica presa domestica da 2,3 kW, si svolge la pratica nelle ore notturne senza problemi di sorta. Si può tranquillamente dire che, in qualsiasi situazione di guida, la Mazda CX-60 si fa trovare pronta e reattiva: a livello di guidabilità, un’altra apprezzabile conferma tra i nuovi prodotti della Casa giapponese.
Bene anche il cambio automatico a 8 rapporti che non è un classico convertitore di coppia, quindi non si avverte il trascinamento tipico di questo tipo di meccanismo così come su un cambio CVT. La levetta del Mi-Drive, in alto sul tunnel centrale, permette infine di selezionare le varie modalità di guida (Sport, Normal, EV, off-road) grazie alle quali la risposta del motore cambia distintamente.
Parlando, infine, del prezzo della Mazda CX-60, possiamo dividere il discorso in due parlando sia della versione ibrida plug-in che arriva in Italia già a settembre sia della versione Diesel che seguirà all’inizio del prossimo anno. Partiamo dalla prima, dalla versione che abbiamo provato in anteprima. Il prezzo della Mazda CX-60 ibrida plug-in parte da 51.915 euro e si divide in quattro allestimenti (Prime Line, Exclusive Line, Homura e Takumi) con prezzi per la top di gamma che arrivano a tocccare i 57.815 euro. Niente incentivi statali perchè la Mazda CX-60 supera il tetto massimo di 35.000 (esente Iva) grazie al quale si otterrebbe l’incentivo per le plug-in.
Parlando, invece, del prezzo della Mazda CX-60 Diesel, gli allestimenti si confermano come sopra, con 49.900 euro come base di partenza per la versione meno potente (200 CV, RWD) e da 55.550 euro per la 249 CV AWD, che sale di un allestimento non essendo ordinabile in versione Prime Line. Optional il tetto panoramico apribile elettricamente (1.550 euro), il Driver Assistance Pack (1.750 euro), il Comfort Pack (solo Homura e Takumi, 1.750 euro, 3.000 euro su Exclusive Line), Conveniente & Sound Pack (2.900 euro, no Prime Line; 2.650 euro su CX-60 Diesel). A livello di colorazioni, non costa di più la pastello Arctic White, mentre costano 1.300 euro tle vernici metallizzate tra cui la nuova Rodhium White e 1.550 euro le Premium Soul Red e Machine Grey.
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