Anche la casa di Hiroshima ha collocato da qualche anno un suv medio nella sua gamma. Dopo il successo in sordina del grande CX-7, la Mazda ha preferito puntare sulla “taglia compatta” 4 metri e mezzo fuoritutto: è nata così la CX-5 per completare l’offerta in un mercato che, in Italia, ha raggiunto la stessa quota di vendita delle citycar.
La vettura in prova: versatile e spaziosa
La CX-5 è una crossover compatta, alta 1.670 mm, larga 1.840 mm, con il passo di 2.7 metri e lunga 4,5 quasi venti cm in meno della sorella maggiore “sette”, ma a sua volta leggermente più lunga delle principali concorrenti. Il design rispetta i dettami della Casa, la filosofia del “KODO – Soul of motion”, che regala alla vettura un aspetto fluido e leggero, ma, allo stesso tempo, robusto e concreto.
All’anteriore, il muso si presenta con un look abbastanza aggressivo, la classica maschera ha il logo al centro e i fari snelli. L’esemplare che abbiamo provato è di una tinta che esalta le forme della vettura, il Soul Red mica, un rosso in tonalità scura new entry nella gamma dei colori. Dalla vista laterale spiccano i cerchi da 19″ – compresi nell’allestimento top di gamma, l’Exceed – e una linea filante che si aggancia ai fari posteriori. Questi ultimi hanno una forma gradevole, che uniti al piccolo lunotto, allo spoiler piuttosto pronunciato e ai doppi scarichi non troppo vistosi, completano un look sportivo ma elegante.
Alla guida: confortevole e reattiva, ma poco parca
La CX-5 che abbiamo testato è dotata del motore 2.2 diesel da 175 cavalli, abbinato alla trazione integrale e al cambio automatico a 6 rapporti dalla logica non proprio avanzata. Le cambiate non sono fulminee, specialmente in crescendo, ma la marcia s’inserisce sempre dolcemente. I consumi però con il cambio automatico peggiorano sensibilmente, così non ci sentiamo di consigliarlo se non per reale necessità. Il 2.2 è dotato di tecnologia SKYACTIV-D di nuova generazione già predisposto per le normative antinquinamento Euro 6, con una potenza superiore alla media e un allungo record, poco oltre i 5 mila giri, permette di togliersi qualche soddisfazione. Nonostante i 1.540 kg lo 0-100 km/h viene coperto in 9,4 secondi e la velocità massima è di 197 km/h.
Ultima, ma non per importanza, è la questione dei consumi. Per la tecnologia SKYACTIV sono stati dichiarati consumi come sempre ottimistici: in autostrada abbiamo riscontrato un consumo, con cruise control impostato a 130 km/h, di 12-13 km/l, così come anche le medie generali non passano mai questi valori. Per aiutare l’efficienza di CX-5 è presente anche l’i-STOP, cioè il classico Start&Stop, che si attiva premendo il pedale del freno.
Se l’utilizzo che fate di questa vettura è poco fuoristradistico e prevalentemente metropolitano, dimenticando la montagna di inverno, vi consigliamo di optare per la versione a due ruote motrici e cambio manuale, più efficiente, meno costosa, ma sempre all’altezza nei tratti off-road meno impegnativi.
Tecnologia al servizio della sicurezza, di serie!
Inoltre la Mazda Cx-5 è stata insignita delle famose cinque stelle EuroNCap.
Prezzo e concorrenti: “volare bassi” per non impennare conto e consumi
La Mazda CX-5 della prova è equipaggiata con l’allestimento Exceed 2.2, il top di gamma, sia per motore che per quantità di optional (cerchi da 19″, pelle, Bose, Smart Key, navi, sensori, telecamera): il prezzo, dell’auto così ben fornita è di 36.600 euro circa, con fari Xenon e tetto apribile siamo oltre quota trentotto, non certo pochi, al livelli delle suv premium. Se invece guardiamo il prezzo di una versione intermedia Evolve diesel 2WD con 150cv scendiamo di diecimila (sui 28.800€), in linea con la categoria delle generaliste. Le avversarie proliferano in ogni casa automobilistica: a partire dalle più blasonate tedesche, Audi Q3 e BMW X1, Mercedes GLA per finire con le proposte giapponesi Hyundai Ix35, Kia Sportage, Nissan Qashqai, Toyota RAV4, o ancora la nuova Ford Kuga e la sempreverde VW Tiguan.
Per concludere la Cx-5 è un prodotto valido e convincente, una giapponese che gioca a fare la tedesca e, in parte, ci riesce. I consumi, specialmente con l’automatico non sono il suo punto forte, mentre lo spazio e la versatilità le sue carte vincenti. Con una qualità dei materiali non eccelsa riesce a farsi perdonare con un prezzo non troppo elevato, una dotazione ricca e una dinamica di guida equilibrata tra lo sportivo e il confortevole. Punta infine tutto sulla tecnologia per la sicurezza attiva e… scusate se è poco.
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