Qual’ è il limite legale del battistrada ? Quando e ogni quanto vanno sostituiti gli pneumatici dell’auto? Questa è una domanda che molto spesso non trova una risposta chiara e precisa. Da una parte c’è la legge che afferma che lo spessore del battistrada dello pneumatico deve essere almeno 1,6 millimetri su tutta la superficie. Dall’altra c’è una differenza di vedute tra chi sostiene che sotto i 3 millimetri gli pneumatici non siano più sicuri e Michelin che afferma con forza che un pneumatico premium con una scultura del battistrada a 1,6 millimetri può essere più performante di un pneumatico economico nuovo o quasi nuovo.
La regolamentazione europea in materia di limite legale del battistrada degli pneumatici si è espressa con la direttiva 89/459/CEE, recepita in Italia all’interno del Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992 (Nuovo Codice della Strada) relativo alle caratteristiche e alle condizioni di utilizzo dei pneumatici di automobili e rimorchi. Nella direttiva è stabilita a 1,6 mm la profondità legale minima della scultura dei pneumatici dei veicoli appartenenti alle categorie internazionali M 1 (vetture), N 1 (furgoni) e O1/O2 (rimorchi). È stato considerato, quindi, che questa profondità di scultura del battistrada sia sufficiente per evacuare il velo d’acqua presente su una strada potenzialmente bagnata e offra le condizioni di sicurezza per tutti gli automobilisti, in ogni condizione.
Il limite legale del battistrada a 1,6 mm si riferisce agli intagli principali del pneumatico, cioè gli intagli larghi situati nella zona centrale del battistrada che copre circa i tre quarti della superficie dello stesso.
Alla lettera H del comma 2 dell’Articolo 175 si legge che è vietata la circolazione dei veicoli le cui condizioni d’uso possono costituire pericolo per la circolazione. Tale articolo fa esplicito riferimento alle gomme usurate e per i trasgressori, oltre alla multa pecuniaria (da 85 a 338 euro), è prevista la decurtazione di 2 punti patente.
Alcuni produttori di pneumatici hanno proposto di portare il limite legale del battistrada dagli attuali 1,6 millimetri a 3 o addirittura 4 millimetri. Michelin ha invece recentemente preso posizione rispetto a questa “cattiva abitudine”, dichiarandosi a favore dell’introduzione di test obbligatori sui pneumatici usati e di un regime di tassazione che tenga conto della sostenibilità ambientale.
Attualmente, nel processo di acquisto, il consumatore può paragonare le performance dei pneumatici avvalendosi dell’etichetta europea, che riporta i risultati dei test effettuati unicamente su pneumatici nuovi.
Quando i pneumatici si consumano, la differenza delle prestazioni cambia ulteriormente, variando molto da un prodotto all’altro. Questo cambiamento non dipende esclusivamente dall’altezza del battistrada. Intervengono in modo importante altre caratteristiche specifiche del pneumatico: la carcassa, i materiali, le mescole, il design del battistrada, la forma dei canali e dei tasselli.
La tecnologia rende possibile ottenere alti livelli di performance e grip da pneumatici nuovi, ma anche da pneumatici consumati fino al limite legale di spessore del battistrada.
Test effettuati presso il centro ricerche Michelin di Ladoux hanno dimostrato che un pneumatico premium con una scultura del battistrada a 1,6 mm può essere più performante di un pneumatico economico nuovo o quasi nuovo.
Per maggiore trasparenza nei confronti del consumatore Michelin ha ribadito, durante la conferenza Vision(E) Futuro tenutasi in Sardegna la scorsa settimana, l’auspicio all’inserimento all’interno dell’etichettatura europea dei risultati derivanti dai test effettuati sui pneumatici usurati fino al limite legale.
L’innalzamento del limite legale del battistrada avrebbe un pesantissimo impatto ambientale considerando che l’industria dei pneumatici utilizza 32 milioni di tonnellate di materiali l’anno, di cui solo il 25% da fonti rinnovabili. Uno studio di Ernst e Young dimostra che in Europa un cambio di pneumatici a 3 mm, anziché a 1,6 mm, avrebbe come conseguenza:
“La performance sostenibile è la chiave della nostra strategia” ha affermato Terry Gettys, Executive Vice President di Ricerca e Sviluppo, membro del Comitato Esecutivo del gruppo Michelin. Gettys ha poi aggiunto che “Ragioniamo in termini di durata, non di consumo. Oggi, vorremmo che responsabilità, sostenibilità e performance fossero gli obiettivi su cui puntare insieme a tutta l’industria legata ai pneumatici. A Ladoux, da decenni l’innovazione permette di migliorare costantemente le performance di pneumatici nuovi e usati. L’unico criterio quando è in gioco la sicurezza è la performance dei pneumatici, non lo spessore del battistrada.”
Un impegno ambientale concreto quello di Michelin perché in occasione della COP21, nel novembre del 2015, il costruttore francese si è impegnato a ridurre del 20% la Carbon Footprint dovuta alla resistenza al rotolamento dei propri pneumatici nel periodo 2010-2030 al fine di ridurre le emissioni di CO2 di 30 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda l’impronta ecologica degli stabilimenti e dei Centri di Tecnologia Michelin, l’obiettivo è di ridurre l’impatto ambientale del 50% tra il 2005 e il 2020, sostenendo lo sviluppo di energia rinnovabile.
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