Da quando la Casa del Toro di Sant’Agata Bolognese ha lanciato la sua interpretazione di Sport Utility Vehicle, questo segmento ha subito una scossa radicale. Dal lancio la Lamborghini Urus è diventata in pochi mesi il punto di riferimento nel magico mondo dei Super SUV, sdoganando definitivamente questa tipologia di auto e raccontando un nuovo modo di vivere le auto del Marchio italiano, capace di offrire comfort e tecnologia, oltre alla sportività.
Tutto questo senza dimenticare le notevoli prestazioni sia dentro che fuori dal tanto amato asfalto. Questa volta noi abbiamo guardato anche questo aspetto, per scoprire com’è e come va, anche in offroad.
Si parte dal caratteristico rapporto tra superfici di carrozzeria e cristalli, rispettivamente due terzi e un terzo, per dimensioni che raggiungono i 5,11 m di lunghezza, per un passo di 3 metri.
Il frontale del SUV Lamborghini si ispira ad altri modelli del Toro, sottolineando però che il motore si trova proprio sotto il cofano anteriore a differenza delle supercar targate Lambo. Linee diagonali e squadrate accompagnano grandi prese d’aria con forme esagonali, uno spoiler anteriore ribassato, le luci anteriori full LED e i “diapason” che caratterizzano molto la sezione inferiore.
La silhouette è quella di un SUV coupé ed è caratterizzata dalle porte senza cornice e dall’avantreno ribassato. Colpiscono al primo sguardo i passaruota esagonali, sia frontali sia posteriori, che alloggiano ruote da 21” a 23” e disegnano una linea di contrasto che segna tutto il perimetro della vettura.
La parte posteriore della Urus è alta e muscolosa, sembra scolpita dal pieno e a livello di illuminazione propone luci a LED a forma di Y, con un diffusore ispirato alle auto da corsa, che imbriglia due doppi scarichi, una coppia per lato, nel nostro caso sono firmati dal maestro del settore, Akrapovic. Le novità della Urus Model Year 2021 riguardano l’estetica, attraverso la scelta di nuovi colori, con l’arrivo delle collezioni Pearl Capsule e Graphite Capsule e con la proposta di infiniti abbinamenti per gli interni, per una personalizzazione tailor made, o meglio, Ad Personam.
Proprio riguardo gli interni della Urus, la qualità dei materiali è sopraffina. Alcantara a profusione, fibra di carbonio a vista, pelle e alluminio compongono un salotto esclusivo, dall’indole molto sportiva.
Torna la “Y” anche sul cruscotto orientato verso il guidatore, con le sue doppie ali argentate verso cui risale la console centrale e il tema esagonale degli esterni viene riproposto sulle bocchette di ventilazione, sulle maniglie delle porte e su altri particolari. Il volante multifunzione a tre razze integra uno smorzatore di vibrazioni dedicato a migliorare il comfort di guida.
Il lato tecnologico è in parte “preso in prestito” da Audi: sono tre gli schermi digitali, modificati ad hoc dalla Casa italiana. Ampiamente apprezzato il Lamborghini Infotainment System (LIS), costituito da due schermi touch. Quello superiore è l’interfaccia riservata alle funzioni di entertainment e controlla dispositivi multimediali, navigazione, telefono e informazioni sullo stato dell’auto. Lo schermo inferiore prevede una tastiera ed è sensibile alla scrittura manuale, per l’inserimento di informazioni e il controllo di funzioni come la climatizzazione e il riscaldamento dei sedili.
A questi due si aggiunge lo schermo digitale dedicato alla strumentazione, evoluzione in chiave Lambo del Virtual Cockpit portato in auge da Audi, cui si aggiunge un Head Up Display molto utile per non distrarsi durante la guida. All’estremità superiore del tunnel centrale ci sono, invece, il Tamburo, caratteristico selettore di guida, il cambio della Urus e il tasto di accensione, nascosto sotto la speciale leva rossa, in stile aeronautico e presenta sulle altre vetture del Marchio. Nuova sulla Lamborghini Urus 2021 anche la chiave, che abbandona lo stile delle precedenti, presentando una forma più snella, leggera e slanciata.
Infine, è ampio lo spazio per i 5 passeggeri, mentre il bagagliaio propone una capienza che passa da 616 a 1.596 litri.
La Lamborghini Urus con l’ultimo model year non porta novità a livello tecnico, continuando a proporre il “rodatissimo” motore V8 biturbo da 4,0 litri che eroga 650 CV (478 kW) a 6.000 giri/min e 850 Nm di coppia massima già a 2.250 giri/min. Con 162,7 CV/litro, la Urus vanta una potenza specifica tra le più alte della sua classe, oltre che il miglior rapporto peso/potenza con 3,38 kg/CV. L’accelerazione da 0-100 km/h avviene in 3,6 secondi, con lo 0-200 km/h in 12,8 secondi, per una velocità massima di 305 km/h.
La prima Lamborghini turbo è stata un SUV quindi, una scelta che permette una versatilità che gli aspirati made in Sant’Agata non riescono a fornire, senza considerare il fatto che in off-road avere la coppia ai bassi regimi è molto importante. Da considerare, infine, l’efficienza che un motore turbo assicura rispetto a un aspirato tradizionale.
La Urus lascia anche il tanto amato (da Lamborghini) cambio doppia frizione, in favore dell’automatico a otto marce con convertitore di coppia. Una trasmissione che in modalità automatica è piuttosto intuitiva e che si rapporta in maniera differente in base al profilo di guida selezionato. Aumenta, quindi, il comfort di guida, ma quando si mette il cambio in manuale, i non troppo generosi paddle al volante, solidali allo sterzo, permettono di cambiare in maniera veloce sia in salita che in scalata di marcia.
Rimanendo in tema di versatilità, il SUV Lamborghini offre 6 settaggi di guida attraverso il sistema chiamato Anima: Strada, Sport, Corsa, Sabbia, Terra e Neve. A queste si aggiunge l’EGO, un’altra leva sul tunnel centrale, che permette di scegliere singolarmente ogni parametro, personalizzando a piacimento ogni singolo parametro.
Tra questi è presente il sistema di sospensioni pneumatiche adattive, che consente il sollevamento o l’abbassamento della vettura in base alle condizioni della strada o di guida. Si parte da un’altezza da terra pari a 17,3 centimetri (in Strada), che si abbassa a 15,3 cm in Sport e Corsa, mentre sale nuovamente a 21,3 cm con Neve, Terra e Sabbia. È possibile sollevare la Urus ad hoc di ulteriori due centimetri circa quando si deve superare un ostacolo particolarmente alto.
Insieme agli altri parametri, con il cambiare della modalità si modifica anche il sound. La Urus è una delle pochissime auto che con il passare degli anni non ha perso il suo timbro distintivo, anzi, con gli scarichi Akrapovic riesce a suonare ancora meglio. In Sport il rombo è già notevole e accompagna ogni passaggio di marcia ad alti regimi con un boato. In Corsa si evolve ulteriormente, propone ancora i numerosi scoppiettii in rilascio e in cambiata. Si tratta di una parte veramente apprezzata, soprattutto in un mondo che si sta silenziando sempre più, ma che su una sportiva fa parte dell’esperienza di guida.
Tornando al motore, questo lo conosciamo già molto bene, poiché equipaggia anche altre sportive del Gruppo come la Audi RS6. Il 4.0 lo conosciamo bene e rappresenta una garanzia in termini di potenza complessiva, affidabilità e allungo, il tutto considerando che la mole della vettura è notevole, con i suoi 2.200 chilogrammi.
Questo è il risultato di grandissimi sforzi in fatto di materiali, ma le dimensioni, il sistema di trazione integrale e la tanta tecnologia a bordo hanno penalizzato molto la massa finale. Come si traduce nella dinamica di guida? Ingresso e uscita di curva sono molto precisi, con la Urus che difficilmente si scompone, neanche quando si affonda il piede sull’acceleratore a metà curva e tantomeno in caso di ingresso ritardato. Bisogna adottare uno stile di guida diverso da ogni altra Lamborghini, ma la sicurezza trasmessa nei cambi di direzione ha una certa familiarità con la Huracan, anche se il comportamento è meno nervoso e più rassicurante. Qui non c’è da “domare” l’auto, in compenso nei cambi di direzione repentini e nelle frenate al limite si sente che la vettura lotta contro la sua massa importante, anche se la barra stabilizzatrice attiva, combatte costantemente contro le masse in gioco, rendendo la Urus comunque molto precisa.
Una menzione di merito va anche allo sterzo, che è perfettamente bilanciato per ogni esigenza. Mai troppo pesante, il volante sa comunicare quello che accade sulle ruote, permettendo di divertirsi in maniera genuina.
Inoltre, l’impianto frenante del SUV Lamborghini propone freni in carboceramica (CCB) di serie tra i più grandi e i più potenti disponibili in commercio, grazie a misure da 440 x 40 mm davanti (con pinze freno a 10 pistoncini) e 370 x 30 mm dietro. Il risultato è effettivamente notevole, la sensibilità al pedale è buona e abbastanza progressiva, con i primi segni di affaticamento che si presentano dopo molto tempo.
Alla trazione integrale, di cui vi parleremo meglio a breve, la Lamborghini Urus abbina il sistema sterzante posteriore. L’angolo di sterzata delle ruote posteriori può variare fino a +/- 3 gradi, a seconda della velocità della vettura e del profilo di guida selezionato: a basse velocità, l’angolo di sterzata è opposto a quello delle ruote anteriori (sterzata in controfase, ampiamente visibile a occhio nudo), con una conseguente riduzione del passo fino a 6 cm che ottimizza l’agilità e riduce il raggio di sterzata. Ad alte velocità, la sterzata dell’asse posteriore è nella stessa direzione di quello delle ruote anteriori (sterzata in fase) e il passo si allunga fino a 6 cm conferendo stabilità e comfort alla guida.
Come avrete notato, in Lamborghini hanno dedicato particolare attenzione alle capacità offroad della Urus, dedicandole ben due modalità di guida, più la “Neve”. Questo perché la trazione integrale è stata studiata in ogni minimo dettaglio e propone un differenziale centrale autobloccante Torsen, che assicura i massimi livelli di controllo e agilità in ogni situazione. Di serie, la coppia è ripartita con un rapporto di 40/60 sugli assi anteriore/posteriore indipendenti, con una coppia dinamica massima del 70% davanti o dell’87% dietro, migliorando la trazione sull’asse con il maggiore attrito al suolo. Sulla Urus, la ripartizione attiva della coppia avviene attraverso un differenziale posteriore che permette di distribuire istantaneamente la potenza propulsiva a ogni singola ruota, per migliorare la trazione in base alla modalità di guida, allo stile di guida e all’aderenza sulla strada.
Noi abbiamo avuto modo anche di testare il 4×4 pensato per la Urus su un terreno di leggero offroad. Abbiamo selezionato la modalità Terra e, nonostante i timori nel portare un’auto di questo valore su sterrato, il Super SUV di Lambo sa ripagare la fiducia data, trasmettendo sicurezza e prestazioni di alto livello anche su questo terreno. Le gigantesche gomme non aiutano la vettura ad essere precisa e incollata su terra, ma la Urus sorprende per la capacità di dissimulare peso e ingombri anche dove è più difficile, quando l’aderenza è poca. Chapeau.
La Lamborghini Urus ha un prezzo di listino di 227.000 euro per la versione 5 posti e di 230.000 euro per la versione a 4 posti.
A questo prezzo di listino della Urus, non è tanto la lista di optional nel senso classico del termine che fa lievitare il prezzo, poiché la dotazione di serie è pressoché completa, ma le infinite personalizzazioni che si possono scegliere. Nel complesso, il prezzo alto viene ripagato dall’esclusività di questo mezzo, che si fregia di un logo inconfondibile in tutto mondo.
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