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Lamborghini Diablo: la prima moderna del Toro nell’anno dell’addio al V12

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Il 2022 passerà alla storia come l’ultimo anno di produzione del V12 Lamborghini esclusivamente termico. Per questo, la Casa di Sant’Agata Bolognese ha celebrato il suo mitico dodici cilindri con la Lamborghini Aventador Ultimae, l’ultima vettura della sua storia con il V12 “puro”. Dal prossimo anno, infatti, l’erede della Aventador avrà un V12, ma accoppiato ad un sistema ibrido plug-in. In un anno così importante per il Toro, però, è bene anche ricordare i modelli che hanno fatto la storia della Casa con il V12 sotto il cofano, come la Lamborghini Diablo.

Lanciata nel 1990 e prodotta fino al 2001 in diverse versioni, la Lamborghini Diablo è stata una delle più importanti vetture lanciate dalla Casa bolognese. Nata per raccogliere la pesante eredità della Countach, la Diablo è la prima Lamborghini moderna, portatrice di grandi novità tecniche e non solo. Ancora disegnata da Marcello Gandini, la Diablo porta le prestazioni del V12 Lamborghini a livelli mai visti prima. In più, è stata la prima Lambo ad avere la trazione integrale, la prima a beneficiare dell’influenza di Audi, che acquistò Lamborghini nel 1998, e la prima 12 cilindri ad essere disponibile in versione aperta.

La nascita della Lamborghini Diablo: nuovo motore V12 e linee “ingentilite”

Il progetto per una nuova Lamborghini che sostituisse l’amata ma ormai vetusta Countach iniziò nel 1985. All’epoca, Lamborghini era sotto il controllo dei giovani francesi Mimran, che portarono la Casa a nuove vette dal punto di vista di vendite, qualità dei prodotti e sanità dell’azienda. Nel 1987, però, Lambo passò di mano e entrò nel Gruppo Chrysler, che prese in mano la Casa e riprese il progetto della sostituta della Countach. La nuova vettura fu progettata dall’ingegner Luigi Marmiroli, entrato proprio per questo scopo nel 1985.

Il design, invece, fu affidato a Marcello Gandini, ormai non più matita di Bertone ma messosi in proprio. Il designer torinese, però, presentò uno stile molto aggressivo, forse troppo, che possiamo vedere nella quasi coeva Cizeta V16T, alla quale Gandini propose la Diablo “cestinata”. Mettendosi in collaborazione con il Centro Stile Chrysler, Gandini disegnò un’automobile dalle linee a cuneo, sportive e personali, indubbiamente Lamborghini. La modernità del progetto è però evidente rispetto alla precedente Countach. Le linee sono più morbide ed eleganti, dettagli più moderni e meno estremi rispetto alle classiche soluzioni alla Gandini.

A livello meccanico, poi, Marmiroli decise di riprendere l’impostazione meccanica della precedente Countach, con importanti miglioramenti. La carrozzeria, ad esempio, è realizzata in diversi materiali: acciaio per il tetto, portiere e passaruota in alluminio e l’inedita fibra di carbonio per spoiler, cofani e fascioni. Il motore, invece, è sempre un V12 aspirato a benzina, ma è tutto nuovo. Il 5.7 portato al debutto è stato progettato ex-novo: si chiama L522, ha 4 valvole per cilindro, doppio albero a camme per bancata, iniezione elettronica e una potenza di 492 CV. La trazione è posteriore, e il cambio è un manuale a 5 marce.

La Lamborghini Diablo VT, la prima a trazione integrale

La grandissima novità, però, è arrivata nel 1993. Dopo anni di miglioramenti del progetto, Lamborghini accoglie una novità destinata a cambiare la storia della Casa per sempre, la Lamborghini Diablo VT. VT, infatti, non sta per una versione speciale della vettura, ma per Viscous Traction. La supercar di Sant’Agata, infatti, è stata dotata di un inedito sistema di trazione integrale a giunto viscoso, in grado di trasferire fino al 20% della coppia alle ruote anteriori. Queste vengono attivate solo in caso di slittamento di quelle posteriori, quindi non si tratta di un vero sistema di trazione integrale come quello delle moderne Lamborghini.

Le novità, però, sono state oltre alla trazione integrale. L’impianto frenante è tutto nuovo, progettato dalla bergamasca Brembo, mentre le sospensioni sono a controllo elettronico con cinque modalità selezionabili dal conducente, con ammortizzatori realizzati dalla Koni. Non mancano poi un nuovo cruscotto, un nuovo sistema di climatizzatore. La Diablo VT è stata anche realizzata in versione Roadster, la prima V12 Lamborghini a tetto apribile.

Le Lamborghini Diablo speciali: dalla SV alla GT

Nel 1995, poi, Lamborghini Diablo è arrivata la versione ad alte prestazioni, la SV o SuperVeloce. Abbandonata la trazione integrale e le sospensioni elettroniche, la SV porta il motore 5.7 a 520 CV, arrivano freni maggiorati, cerchi da 18 pollici e alettone posteriore a tre elementi. Nel 1998, poi, la Diablo SV è stata la prima ad abbandonare i mitici fari a scomparsa e puntare su fari anteriori a vista. Arrivò poi un dettaglio che è rimasto mitico per gli appassionati: l’enorme logo SV su tutta la fiancata.

Nel 1998 anche la VT accolse i nuovi fari, e il 5.7 di Lamborghini Diablo venne portato a 530 CV grazie all’adozione di un variatore di fase. Arriva poi l’ABS, per un miglioramento di spazi di frenata e sicurezza, ed è la prima Lamborghini a scendere sotto il muro dei 4 secondi nell’accelerazione 0-100 km/h. Visto l’arrivo di Audi nel 1998, però, queste versioni rimodernate di Diablo VT ed SV sono state abbandonate nel 1999, lasciando al testimone alla sola GT in attesa della Diablo “modificata” dai Quattro Anelli.

La Lamborghini Diablo GT è, a tutti gli effetti, una versione stradale della Diablo GT1, una versione da competizione della Diablo che mai debuttò in competizioni ufficiali. La carrozzeria è interamente in fibra di carbonio con portiere in alluminio, il motore è portato a 6.0 litri e la potenza a ben 575 CV. La trazione è poi posteriore, e insieme cambio a 5 marce molto più corto e sistema di scarico ENCS (Exhaust Noise Control System) portano le prestazioni al top. L’accelerazione 0-100 km/h è portata a 3,7 secondi, mentre la velocità massima è di oltre 340 km/h. Prodotta in sole 80 unità, la Diablo GT segna ufficialmente il passaggio di Lamborghini alla galassia Audi.

L’ultima Diablo, la VT 6.0, e nel 2001 il passaggio del testimone alla Murciélago

Nel 2000, infatti, la Lamborghini Diablo continuò ancora un po’ la sua carriera, congelando lo sviluppo della nuova supersportiva. Audi portò infatti la sua esperienza sulla trazione integrale per la nuova VT 6.0, l’ultima Diablo prima dell’arrivo della Murcielago. Dotata di dettagli rinnovati a livello di carrozzeria, interni e comandi, la nuova VT è dotata di una trazione integrale molto più sofisticata e versatile, mentre il vecchio 5.7 litri è stato sostituito dal 6.0 della GT. Rispetto alla sportivissima GT, però, la nuova VT 6.0 ha alberi a camme meno aggressivi, un nuovo software di gestione e un nuovo sistema di fasatura variabile. La potenza è quindi inferiore, ma arriva a 550 CV, mentre le prestazioni sono eccellenti, con uno 0-100 km/h coperto in 3,9 secondi.

Questa ultima Lamborghini Diablo, ripresa in queste immagini, è considerata la migliore versione del progetto. Nata per ricordare la leggenda di El Diablo, un feroce toro da combattimento che, l’11 luglio 1869, sfidò a Madrid in un epico combattimento il famoso torero El Chicorro, José Lara Jiménez, la Diablo è stata con 2.903 esemplari un ottimo successo di vendite. Capace di fare da perfetto ponte tra le analogiche e spartane Miura e Countach e le sempre più sofisticate Murciélago e Aventador, oggi Lamborghini Diablo è una vera pietra miliare della Casa di Sant’Agata e della storia del suo leggendario V12.

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