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La città di Milano contro il nuovo SUV Alfa Romeo: battuta da brividi

Tempo di lettura: 4 minuti

Al debutto del nome dell’attesissimo SUV Alfa Romeo, Milano, sono stati in tanti, io compreso, a sorprendersi di questa scelta. Alfa Romeo, infatti, ha deciso di dedicare il nome di quello che potrebbe essere il modello più importante della sua storia recente alla città dove la Casa del Biscione affonda le sue radici, ma che più di tutte in Italia è in campo in una guerra aperta contro le automobili.

Dubbi ideologici a parte, la risposta della città di Milano non si è fatta aspettare, ed è stata critica e coerente con la sua linea anti-auto come ce la si aspettava. Il Consigliere comunale Marco Mazzei, Presidente della sottocomissione mobilità per il Comune di Milano, ha affidato al social Threads, lanciato pochi giorni fa anche in Italia, il suo pensiero non esattamente caloroso verso il nuovo SUV della Casa di Arese.

“Farebbero meglio a chiamarlo iononentroaMILANO”: il consigliere Mazzei contro il B-SUV di Arese

Per chi non lo conoscesse, Marco Mazzei è uno dei più attivi membri del Consiglio comunale di Milano nell’ambito della mobilità. Eletto nel 2021 sotto la Lista Sala, Mazzei è Presidente della sottocommissione mobilità di Palazzo Marino, e dall’ottobre 2023 è a capo della Task Force istituita dal Sindaco Giuseppe Sala per la sicurezza stradale. Lo stesso consigliere, sul suo sito web, si definisce un grande sostenitore della bicicletta, occupandosi proprio di biciclette e mobilità attiva sia come consigliere comunale che come giornalista freelance.

Non stupisce, quindi, leggere le sue parole critiche verso una categoria, quella delle auto, delle quali è uno dei più fervidi e vivi antagonisti. “Proprio mentre stavo pensando di presentare un ordine del giorno per impedire l’accesso a Milano ai SUV,”, ha dichiarato Mazzei su Threads, “ecco che arriva Alfa Romeo che chiama MILANO il suo prossimo SUV. Cavolo, mi dispiace rovinarvi la presentazione di aprile, ma forse potreste giocare di creatività e rinominarlo iononentroaMILANO”. Questo il commento all’ufficialità del nome del nuovo crossover della Casa del Portello di Mazzei, commento che, visto il ruolo di rilievo che il Consigliere riveste, è da considerarsi al pari di quello del Comune di Milano.

Incalzato da alcune risposte, Mazzei si è poi visto costretto a definire il post “poco più di uno scherzo”, anche se la battaglia verso gli Sport Utility, o meglio, con le auto non è una novità. La giunta di Milano è infatti una delle più agguerrite nell’allontanamento delle automobili dal centro, con manovre discusse come le numerose piste ciclabili installate in diverse vie della città e all’attesa misura che “vieta” l’utilizzo dell’auto nel Quadrilatero della Moda paventata dallo stesso sindaco Sala. Tra Area C ancora più costosa e Area B sempre più estesa, poi, Milano continua la sua marcia verso un’allontanamento delle automobili dalla città, con misure ad hoc verso i SUV sempre più vicine.

La lotta all’automobile e ai SUV del Comune di Milano

Già negli scorsi mesi, infatti, circolavano voci verso un inasprimento dei costi e delle misure verso gli Sport Utility, tacciati di essere troppo pesanti e troppo grandi per l’utilizzo in una città trafficata come Milano. Lo stesso Mazzei ha richiamato la questione nel suo ormai famoso Thread, citando un non meglio specificato “ordine del giorno per vietare l’ingresso ai SUV”. Anche nelle risposte al primo post e in Thread successivi, Mazzei ha ribadito la sua intenzione di ridurre le automobili in città (“Si potrà guidare di tutto, ma meno automobili”), nonché l’intenzione di proporre “che i proprietari di SUV paghino di più per il parcheggio”.

C’è da dire che, sulla carta, la misura può avere senso. Negli ultimi 5 anni sono infatti usciti modelli “a ruote alte” che superano le due tonnellate di peso e i 5 metri di lunghezza, con automobili capaci di superare anche le 2.600 kg a vuoto, arrivando con cinque occupanti a sforare il muro delle 3 tonnellate. Siamo quindi d’accordo che i SUV più grandi possano diventare presto un problema per le grandi città, anche (e soprattutto) se elettrici, ancora più pesanti e voluminosi.

Non è però il caso della prossima Alfa Romeo Milano: sebbene non sappiamo ancora dimensioni e pesi specifici, il nuovo B-SUV del Biscione sarà basato sulla piattaforma STLA Small del Gruppo Stellantis, la stessa di Jeep Avenger e FIAT 600, la più lunga delle quali non arriva a 4,20 metri. Il peso della Alfa Romeo Milano con motorizzazione Mild Hybrid sarà di circa 1.250 kg, mentre quella elettrica non supererà i 1.550 kg.

Si tratta quindi di auto sicuramente più grande e pesanti delle compatte di 20 anni fa, ma nella media del moderno parco circolante italiano, e ben più leggere di automobili non-SUV (come l’Alfa Romeo Giulia, ad esempio), che non verrebbero toccate dalla misura anti-Sport Utility. I più moderni B-SUV, con motori ibridi o powertrain elettrici, sono poi capaci di emettere molti meno inquinanti, riducendo così l’impatto ambientale delle auto in una città tradizionalmente inquinata come Milano.

Non si discute, poi, l’importanza di promuovere una mobilità alternativa all’auto nei centri abitati particolarmente ben serviti come Milano, dove tra mobilità urbana pubblica e personale c’è l’imbarazzo della scelta. Quest’ultima uscita di Mazzei, però, da seguito ad una serie di dichiarazioni, uscite personali e decisioni comunali che denotano un sempre più vicino e inevitabile muro contro muro della città di Milano verso l’auto e i propri utilizzatori. Uno scontro verticale che non fa bene ad una delle più celebri istituzioni della città di Milano, l’Alfa Romeo (che, nella presentazione del nome Milano, ha usato parole al miele per la sua città natale), ma anche per la stessa Milano, che si fa vedere “rivale” dell’automobile più per una battaglia ideologica, che per vere e ponderate scelte politiche e sociali.

Giulio Verdiraimo

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