È il simbolo del nuovo che avanza, il simbolo del lancio di un nuovo Brand dopo anni di difficoltà. Il KG Mobility Torres è il SUV di segmento D che mancava nella gamma ormai ex SsangYong, che non è mai stata abbandonata dal suo importatore ufficiale per l’Italia, il Gruppo Koelliker, basato a Milano, ma dall’ampio respiro nazionale e anch’esso frutto di un rinnovamento che lo ha portato a diventare un vero e proprio talent scout dell’automobile, uno “scopritore” di Marchi automobilistici emergenti.
Il KGM Torres è stato annunciato lo scorso luglio ed è stato subito individuato come il rappresentante del nuovo corso della Casa coreana. Oggi il SUV di 4,70 metri è pronto ad approdare sul mercato italiano, grazie alla fitta rete di Koelliker Store e noi ci siamo recati nel Monferrato per un primo contatto in anteprima.
Scopriamo com’è e come va il nuovo KGM Torres nella nostra prova su strada.
Il nuovo corso di KG Mobility segna un taglio netto con il passato. Le linee tese e decise, sono coerenti ed omogenee tra loro, con un frontale che richiama le feritoie Jeep, ma in questo caso i listelli sono sei, su un muso molto verticale, di grande personalità, completato da gruppi ottici sottili a LED. Le nervature e le due maniglie sul cofano donano alla vettura un forte richiamo al mondo dell’off-road.
Passaruota larghi e muscolosi, una silhouette che ricorda un po’ la SsangYong XLV, ma con proporzioni più piacevoli, e cerchi in lega che partono da 17 pollici e arrivano fino a 20. Il terzo montante grigio a contrasto spinge sul lato del design, mentre la linea di cintura piatta e il rapporto tra la vetratura e la lamiera bilanciano la vista laterale, impreziosita da specchietti con frecce integrate. Le originali barre sul tetto completano la forma “esclusiva” ed originale, ma è il posteriore a portare l’elemento più caratterizzante, con una leggera bombatura centrale che richiama l’idea della ruota di scorta sul portellone, mentre i fari a LED firmano le luci del lato B.
Gli interni del KGM Torres segnano uno stacco con il passato grazie al notevole passo avanti riguardo la quantità e la dimensione degli schermi digitali, che sono di serie su tutti gli allestimenti. La plancia si sviluppa orizzontalmente con un design che amplia la sensazione di larghezza dell’abitacolo; il volante ha un diametro fin troppo generoso, ospita tasti fisici per diverse funzioni ed è tagliato sia nella parte bassa che nella parte alta della corona. Il tunnel centrale è molto largo, propone alcuni vani portaoggetti e, insieme al cruscotto, si caratterizza per buone finiture e assemblaggi. I sedili sono comodi, con un leggero contenimento laterale e la seconda fila è divisibile, ripiegabile e inclinabile secondo le proprie esigenze.
Tornando alla tecnologia presente negli interni del Torres, il quadro strumenti è totalmente digitale, l’infotainment centrale prevede l’integrazione di Android Auto ed Apple CarPlay (solo con cavo) e il terzo schermo permette la gestione di molti servizi, dalla climatizzazione al blocco del differenziale posteriore al riscaldamento e raffreddamento dei sedili. Sulle versioni al top ci sono anche il navigatore, il Wireless charger e le Ambient lights regolabili in 32 sfumature di diversi colori. Il portellone si apre elettricamente e svela un bagagliaio molto ampio, la cui capacità va da 703 litri a 1.662 litri.
Il nuovo SUV Torres è equipaggiato con il motore benzina 4 cilindri turbo iniezione diretta da 1.5 litri, che sviluppa una potenza di 164 CV e una coppia di 280 Nm già a 1.500 giri con una curva piatta fino a 4.000 giri. La vettura è disponibile sia in versione con cambio manuale, sia automatico (Aisin a 6 rapporti) e con trazione anteriore o integrale. Dal punto di vista di telaio e strutture, Torres è progettato e costruito con una scocca in acciaio e componenti alto-resistenti, barre nelle porte e rinforzi strutturali differenziati che migliorano la rigidità torsionale e riducono le vibrazioni.
Noi abbiamo guidato la versione che andrà per la maggiore, con il cambio automatico e la trazione anteriore e che permette di scegliere anche tra due modalità di guida, Normal e Sport. La velocità massima è di poco superiore ai 190 km/h e con il cambio automatico ci sono anche i comandi al volante, che propongono leve molto comode.
Una volta saliti a bordo e acceso il motore, il Torres mostra un’ottima brillantezza e anche un allungo degno di nota, anche se ovviamente non parliamo di prestazioni da sportiva. Il cambio non è un fulmine di guerra, ma anche nelle accelerazioni più sostenute riesce a tenere testa al salire dei giri, senza perdere troppi centesimi per strada. In modalità automatica riesce comunque a soddisfare il guidatore.
In frenata, invece, l’auto è leggermente meno performante, anche se tutti i freni sono a disco, ma il pedale risponde alle sollecitazioni con un affondo piuttosto morbido e poco comunicativo. La stesso accade per lo sterzo: si tratta di un comando che ben funziona e non si rivela neanche troppo demoltiplicato e con una buona leggerezza adatta all’uso cittadino. Quando la velocità aumenta, lo sterzo rimane però leggero e soffre di troppo vuoto al centro, compromettendone un po’ l’efficacia in curva.
L’assetto è molto morbido e questo permette sia di affrontare le buche con grande tranquillità, sia di garantire un comfort molto buono, attutendo ogni asperità. Ovviamente, in curva le sospensioni McPherson all’anteriore e multilink al posteriore, pur tenendo bene la vettura attaccata all’asfalto, concedono un po’ di rollio e, soprattutto, di beccheggio.
Il Torres si rivela anche un buon compagno di viaggio nelle lunghe percorrenze, grazie ovviamente al propulsore, ma anche alla buona silenziosità dell’abitacolo, fatto di pannelli fonoassorbenti nelle tipiche parti ad elevata trasmissibilità di rumori, che permettono un buon isolamento con l’ambiente esterno.
Anche se quella da noi provata non è la versione a trazione integrale, le capacità fuoristradistiche rimangono inalterate dal punto di vista dell’altezza da terra, che con i suoi 19,5 cm da terra permettono al Torres di superare ostacoli ingombranti o anche solamente di affrontare discese ripide a cui siamo abituati nei nostri box casalinghi.
Buona la dotazione di sistemi di sicurezza alla guida, attiva e passiva. KGM Torres dispone, infatti, di “self-driving” di livello 2,5 grazie, ad esempio, al cruise control intelligente e al mantenimento di corsia. Altri importanti elementi che garantiscono sicurezza sono sistemi quali il controllo antiribaltamento, il controllo in discesa, il controllo della stabilità del rimorchio, la frenata multipla che previene una secondo impatto all’accadere di un primo eventuale impatto.
Infine, i consumi dichiarati dalla casa sono compresi tra i 7.9 litri/100km (2wd cambio manuale) e 9,1 litri/100 km (4wd Automatico), dati che ci riserviamo di verificare durante un nostro consueto long test drive.
Il listino prezzi del KGM Torres parte da 31.900 euro, con 5 anni di garanzia e assistenza stradale. Tre le linee di allestimento: Road, Dream e Icon, ma già l’entry level ha quasi tutti gli accessori pensati per questo modello. Le versioni si distinguono esteticamente per la presenza dei cerchi da 17” (Road), 18” (Dream) e 20” (Icon), ma per il resto comprendono tutte i tre schermi presenti all’interno e una dotazione di sicurezza abbastanza ricca. Dream e Icon aggiungono, ad esempio, il cruise control adattivo, il wireless charger, sedili in pelle, i fendinebbia LED, navi e luci ambiente (queste ultime due solo per la Icon AT AWD).
La vernice Dandy Blue è di serie, la Grand White costa 400 euro, le Iron Metal – Platinum Grey – Forest Green – Space Black costano 950 euro.
Ecco come si compone esattamente il listino prezzi della KGM Torres:
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