Jaguar F-Pace non ha bisogno di presentazioni. Ha portato il Marchio inglese nel segmento delle ruote alte e oggi, a distanza di qualche anno dal suo debutto (2016) è arrivato un corposo restyling che ne ha modificato sia gli esterni sia gli interni. Sotto il cofano, invece, tolte due versioni benzina tra cui la supercar dei SUV inglesi, la SVR, aveva già debuttato la versione F-Pace plug-in Hybrid, la P400e. Proposta in più allestimenti, ha trasformato il SUV del Giaguaro in un veicolo elegante e riconoscibilissimo capace di viaggiare in elettrico per un buon numero di chilometri.
Elettrico e batterie, quindi consumi calmierati? L’abbiamo messa alla prova per scoprire quanto è migliorato, i suoi pro e i suoi contro, uno su tutti il peso superiore alle 2 tonnellate aggravato dalla presenza di un sistema ibrido sì efficiente ma non certo risparmioso sulla bilancia. La World Car of the Year 2017, seguita nel 2019 dalla sorellina I-Pace che vinse lo stesso premio, si è quindi rifatta il look.
Scopriamo la Jaguar F-Pace plug-in P400e in questa prova su strada per dirvi come va.
A livello estetico, il restyling 2022 ha cambiato l’aspetto del frontale specialmente in due punti: da una parte è cambiato il disegno del paraurti, con un’indovinata combinazione tra sportività ed eleganza della versione in prova, una R-Dynamic S. Le prese d’aria laterali sono quindi integrate ai lati, quasi a scomparire nell’insieme. Notevole la modifica effettuata, e veniamo al secondo punto, sui gruppi ottici Full LED. Ora la loro disposizione, i moduli sono 2, ricordano due J rovesciate e trovo riuscito l’effetto degli indicatori di direzione progressivi che corrono, una volta azionati, solo sul profilo basso dei moduli LED. Al posteriore, invece, è cambiato solo in parte il design della fanaleria. Lateralmente, spiccano i cerchi da 21″ dell’esemplare in prova: davvero notevoli nell’insieme.
Veniamo alle dimensioni della Jaguar F-Pace plug-in ibrida P400e:
Veniamo agli interni della Jaguar F-Pace plug-in. L’abitacolo colpisce per la sua qualità sopraffina, davvero difficile scorgere grossi difetti o materiali di dubbia qualità a portata di vista e di mano. Dominano la pelle, l’alluminio e le plastiche nero lucido che personalmente non trovo eccezionali, giudizio personale. Il cruscotto è digitale, così come alla sua destra è nuovo schermo a sbalzo da 11,4″ che permette di interagire con il sistema di infotainment PIVI Pro Jaguar, tra cui l’impostazione dell’assetto grazie alle diverse modalità di guida. La compatibilità Apple CarPlay/Android Auto è via cavo. Sono poi diversi, e sparsi in ogni dove, i vani portaoggetti, tra cui molto ampio risulta essere quello sotto il bracciolo centrale. Mi è piaciuta la plancietta dedicata ai comandi della climatizzazione, fortunatamente rimasta analogica. Ottimo il feeling tattile con le manopole per la regolazione della temperatura, così come mi è piaciuto il pomello rifinito in pelle del cambio automatico. Cambio semi-automatico che si può comandare grazie ai paddle, che qualità, dietro le razze ma solidali al piantone.
Molto buona è anche la regolazione elettrica dei sedili che permette di trovare rapidamente la giusta posizione, mentre dietro non ci si può lamentare per lo spazio dedicato a gambe e testa. Dietro ci sono, anche, due bocchette d’aria, vani porta oggetti e la presa 12 Volt.
Chiudendo con il bagagliaio, c’è da segnalare una note dolente. Non tanto per la capacità, che si attesta tra 619 litri di minima e 1.662 litri di massima (una versione non ibrida, però, arriva rispettivamente a 793/1.842 litri) quanto per il fastidioso scalino a metà del pavimento che rende gravoso il caricamento di oggetti, specialmente quelli lunghi, una volta abbassati gli schienali della seconda fila. Altre concorrenti sono riusciti a eliminare il “fastidio” dato dalla presenza della batteria, qui Jaguar non è stata altrettanto ingegnosa.
Tra i tanti motori a disposizione per il SUV del Giaguaro, tutti parzialmente elettricati (anche i Diesel) e i benzina, è diventata quasi una sfida cercare di ottimizzare i consumi della versione più potente a listino tolta la SVR, la quale monta un V8 che non fa certo rima con green, anzi. Nel dettaglio, il motore della Jaguar F-Pace plug-in è un benzina sovralimentato da 2 litri unito al motore elettrico per 404 CV di potenza totale, un buonissimo riferimento nei confronti della concorrenza tedesca (Audi Q5, Mercedes GLC e BMW X3).
Parlando delle sue prestazioni, l’accelerazione 0-100 km/h è coperta in 5,3 secondi, la velocità massima è di 240 km/h e la coppia è di 640 Nm tra i 1.500 e i 4.000 giri/min; per quanto riguarda il consumo dichiarato, sul quale torniamo a breve con un piccolo test dedicato, il dato rilasciato dalla casa parla di un promettente 2,2 l/100 km nel combinato WLTP.
Sullo scatto, nonostante la mole notevole (2.189 kg in ordine di marcia) la Jaguar F-Pace plug-in, grazie alla spinta del doppio propulsore, si muove davvero bene e anche il sound si fa coinvolgente, pur sottolineando l’elevata insonorizzazione dell’abitacolo. La spinta è progressiva, l’allungo è concreto e in men che meno si raggiungono velocità ben oltre il consentito, quindi meglio andarci piano con l’acceleratore perchè la risposta del motore c’è, eccome se c’è, sia a batteria carica sia a batteria “vuota”.
D’altronde, con quella potenza sarebbe strano il contrario. Tanti cavalli, sì, ma bisogna sempre considerare la realtà delle cose ed evitare voli pindarici specie quando si parla di auto che si professano paladine dell’ambiente. La Casa inglese dichiara che la sua Jaguar F-Pace ibrida plug-in è in grado di percorrere fino a 53 km in elettrico grazie alla sua batteria da 17,1 kWh, ricaricabile in poco meno di un’ora grazie alla presa DC (max 32 kW, tempo riferito dal 10 all’80%) e in due ore e mezza da una wallbox da 7,4 kW o in 9 ore optando per la normale presa domestica a 230 Volt. Bene, ma avendola caricata almeno 4 volte nel corso delle due settimane in sua compagnia non siamo mai andati oltre i 46 km. A questo punto mi è sembrato giusto confrontare i consumi in un viaggio di 90 km a batteria scarica e, ovviamente, sullo stesso percorso, a batteria scarica.
Partiamo dall’andata: modalità di guida normale, poca autostrada e tante statali: la batteria si è esaurita ben dopo il suo limite indicato, segno che la modalità Hybrid richiamabile dal tunnel centrale lavora molto bene per ottimizzare i trasferimenti di energia. 4,3 l/100 a più di metà percorso è un dato notevole che fa capire l’importanza di ricaricare il più spesso possibile, specie se ci si avventura fuori città con i veicoli ibridi plug-in nati per eliminare, o quanto meno ridurre, l’ansia da ricarica di un’elettrica. Da metà percorso in poi, complice un percorso collinare con le dovute salite, e le altrettanti discese, sono arrivato a destinazione con 6,7 l/100 km. Insomma, finito “l’effetto batteria” un dato comunque buono paragonato ai cavalli della vettura e alla mole.
Al ritorno, invece, si viaggia filati destinazione casa e il computer di bordo non mente: la velocità costante negli attraversamenti urbani ha aiutato e un 10,5 l/100 km, in altre parole poco meno di 10 km con un litro di carburante, rimangono comunque un buon riferimento che sarebbe stato migliorabile se durante la notte avessi avuto modo di caricare. Già, perché è giusto anche pensare a chi si rivolge quasi esclusivamente alle colonnine pubbliche non potendo caricare in “casa”.
Per la cronaca, una ricarica completa da Enel X con le nuove tariffe attive dal 7 marzo 2022 è costata 8,78 euro. Non a caso, poi ovviamente è una questione soggettiva, l’ideale con la Jaguar F-Pace ibrida plug-in e con tutte quest’ultime in generale trova risposta in una e unica soluzione: caricarle a casa durante le ore notturne, il più spesso possibile.
La Jaguar F-Pace plug-in ibrida P400e sta tutta qui, e a fine test non posso dirmi non soddisfatto del suo comportamento dinamico e del suo approccio green. Tolto l’ibrido che si rende così tanto protagonista nella vita di tutti i giorni, buonissime impressioni sono arrivate dalle sospensioni e all’insonorizzazione. Da una parte un cinematismo capace di assorbire qualsiasi asperità del terreno, laddove anche i dossi più marcati sembrano quasi non esistere sotto le possenti ruote da 21” dell’esemplare in prova.
Dall’altra, ancora un “ben fatto” ai tecnici Jaguar per aver reso così ovattato l’abitacolo. Il segreto c’è e si chiama Active Noise Reduction: disponibile su F-Pace ma anche su XF e Land Rover Velar, permette di abbattere di 10 Decibel i rumori grazie a specifici sensori che rilevano le vibrazioni ricevute dalle ruote innescando un’onda sonora di fase esattamente opposta. Il risultato è stupefacente.
Il listino prezzi di Jaguar F-Pace 2022 parte da 67.080 euro per la 2.0 Diesel mild hybrid da 163 CV in allestimento R-Dynamic S, da 70.184 euro per una Diesel D200 da 204 CV e da 83.540 euro per una D300 da 300 CV. Queste le F-Pace Diesel ibride, mentre le versioni benzina si dividono tra la P250 benzina (no ibrido) che parte da 78.460 euro, la nuova F-Pace P400 Sport (96.550 euro) e la più estrema F-Pace SVR da 550 CV, la quale parte da 115.430 euro e rappresenta la punta di diamante tra le varie versioni del SUV inglese. Nel frattempo, notizia di aprile 2022, si sono aggiunte nuove motorizzazioni tra cui la mild hybrid benzina sei cilindri da 400 CV e la 300 Diesel sempre supportata da tecnologia ibrida leggera. In abitacolo, oltre a modifiche di dettaglio, ha debuttato Amazon Alexa, non presente sulla vettura in prova.
Veniamo al prezzo della Jaguar F-Pace plug-in ibrida. Quanto costa la Jaguar F-Pace plug-in da 404 CV? Il prezzo parte da 83.220 euro per l’allestimento S, da 87.490 euro per una SE, da 85.560 euro per una R-Dynamic S e da 89.820 euro per una R-Dynamic SE. In conclusione, la versione in prova è stata una F-Pace plug-in ibrida 400e AWD in allestimento R-Dynamic S: di serie cerchi da 19″, sedili anteriori elettrici a 12 regolazioni con poggiatesta manuali, sedili Sport in DuoLeather, impianto audio, Cruise Control adattivo, R-Dynamic Exterior Pack, fari a LED Premium, sensori di parcheggio anteriori/posteriori, telecamera posteriore, riconoscimento segnali stradali, frenata emergenza, Lane Keep Assist, monitoraggio stanchezza conducente.
L’esemplare in prova che vedete nel nostro servizio montava, inoltre, cerchi da 21″, la vernice metallizzata SVO e altri optional, tanto da sfondare facilmente i 90.000 euro.
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