L’ultimo di una specie in via d’estinzione, o quasi. Questo è quello che viene subito in mente guardando Ineos Grenadier, il primo modello prodotto dall’azienda chimica fondata e diretta da Sir Jim Radcliffe, uno degli uomini più ricchi d’Inghilterra e mente dietro questo ambizioso progetto. Il colosso britannico, forte di un fatturato di 65 miliardi di dollari e una fama crescente nel mondo dello sport, Ineos ha deciso di costruire la sua prima automobile… in un pub.
Seduto allo storico Grenadier Pub di Londra, nel 2016 Sir Jim Radcliffe si accorse come, dopo l’addio allo storico Land Rover Defender, sul mercato non ci fosse più un fuoristrada duro e puro, pensato per sopportare anche i tragitti più impervi. Da lì, l’idea folle: rendere Ineos un costruttore di automobili, sogno realizzato nel 2019 con la nascita della Ineos Automotive, e realizzare quell’auto che mancava. A sette anni dall’idea e dopo oltre 3 anni di sviluppo, arriva sul mercato il fuoristrada Ineos. Il suo nome? Grenadier, ovviamente, in onore di quel pub da cui tutto è iniziato. Dotato di uno stile da vero fuoristrada sia negli esterni che negli interni, Ineos Grenadier non lascia nulla al caso.
Disegnato e pensato con cura, per riuscire ad ottenere il livello di qualità desiderato Ineos si è affidata a partner di livello assoluto come BMW, ZF, Bosch, Magna e anche diverse aziende italiane ed è costruito in Francia, per un’anima europea e trasversale. Il risultato è un fuoristrada da quasi 4,90 metri con una meccanica e un’impostazione d’altri tempi. Telaio a longheroni, assali rigidi, tre bloccaggi del differenziale e predisposizioni per luci, verricelli e altri accessori. Alla guida, il 4×4 inglese ha confermato le sue credenziali e sorpreso in altri contesti. Sebbene il prezzo di Ineos Grenadier sia tutt’altro che contenuto, il “nuovo” arrivato sfida senza paura i colossi del segmento dei grandi fuoristrada come Mercedes Classe G, Toyota Land Cruiser e il rivale designato, Land Rover Defender. Scopriamo allora come va Ineos Grenadier, su strada e non solo.
Fin dal primo sguardo, Ineos Grenadier è un’automobile che si fa notare. Grazie a dimensioni davvero generose e ad un look da vero fuoristrada duro e puro, non è facile rimanere indifferenti davanti alla prima automobile della Casa inglese. Nel dettaglio, le dimensioni di Ineos Grenadier sono:
Contando che la lunghezza comprende anche l’ingombro della voluminosa ruota di scorta, Ineos Grenadier si posiziona perfettamente a metà tra la più costosa e ricca Mercedes-Benz Classe G, lunga 4,82 metri, e la nuova Land Rover Defender 110, che arriva con la ruota a sfondare quota 5 metri. Non è un caso che abbia citato queste due vetture: dal punto di vista stilistico, infatti, Ineos Grenadier si ispira molto a Classe G e al primo Defender, quest’ultimo vera ispirazione di Jim Radcliffe e del team Ineos.
Del resto, un fuoristrada duro e puro con telaio a longheroni deve sottostare a delle “regole” obbligatorie per conservare le sue credenziali fuoristradistiche. Nonostante l’ispirazione mai celata sia proprio Defender, però, Ineos Grenadier ha la sua personalità, a partire dal frontale. La grande mascherina centrale è infatti impreziosita da due fari tondi molto personali, che fanno il paio con i proiettori principali a LED incastonati nei grandi passaruota squadrati. Il frontale si ispira parecchio a Defender, richiamandola nella forma dei fanali e dei passaruota e nella presenza di una mascherina rettangolare. Il cofano bombato che si allarga arrivando al parabrezza e il paraurti anteriore, invece, si ispirano a Mercedes, aggiungendo quel non so che di Gelandewagen.
Il parabrezza piatto e quasi totalmente verticale rende l’idea di un veicolo robusto e d’altri tempi, mentre montando lo snorkel opzionale (utile principalmente per la presenza di sabbia, in quanto non aumenta le ottime capacità di guado) il look diventa ancora più minaccioso. Lateralmente, Grenadier sfoggia il classico stile da fuoristrada pronto a qualsiasi avventura. L’abitacolo è estremamente squadrato, con tre grandi finestrini quadrati che ne enfatizzano la lunghezza. I grossi passaruota sono riempiti da cerchi in lamiera o in lega a seconda dell’allestimento, mentre tra gli optional troviamo molti dettagli ispirati all’off-road.
Oltre alle immancabili pedane laterali, Ineos Grenadier può proporre delle originali guide montate sulle portiere, che consentono di montare accessori come tavoli o portaoggetti, e fanno il paio con il grande portapacchi, anch’esso opzionale, alloggiato sul tetto. Nonostante il passo molto lungo, poi, Ineos Grenadier non ha portiere eccessivamente grandi, e come ogni fuoristrada che si rispetti ha anche lui grandi specchietti quadrati e le guide delle portiere esterne a vista.
In coda, il look di Ineos Grenadier si differenzia da tutti i principali rivali. Se infatti i competitor optano per gruppi ottici rettangolari, grandi e rigorosi, Ineos ha scelto per il suo Grenadier dei fari Full LED tondi, che riescono a mitigare le somiglianze con il primo Land Rover Defender. Se infatti guardassimo il rigonfiamento della fiancata rispetto al tetto e la forma di quest’ultimo, le somiglianze sarebbero difficili da negare. Ineos, invece, si differenzia anche grazie ad un doppio portellone molto originale, dove trova posto la grande ruota di scorta. Ineos Grenadier punta infatti su un portellone a doppio battente, con la portiera di sinistra molto più piccola di quella di destra. Si tratta di una soluzione originale, che unito al doppio lunotto rende più personale il fuoristrada britannico.
Questo doppio portellone può ospitare anche una scaletta che sopporta persone dal peso superiore ai 100 kg. La “porticina” è poi comoda nei parcheggi più stretti, in quanto permette di accedere al bagagliaio anche se dietro c’è un’auto o un muro particolarmente vicini. L’apertura, però, non è molto ampia, ed è obbligatorio aprire prima quella piccola e poi quella più grande. Concludendo con le dimensioni, Ineos Grenadier può contare su un bagagliaio davvero grande. Con i 5 posti in posizione, infatti, può ospitare 1.152 litri fino al livello dei finestrini, mentre abbattendo la seconda fila si arriva a 2.035 litri. Solo la soglia è decisamente alta: siamo a circa 90 cm da terra.
Prima di salire a bordo e parlare degli interni di Ineos Grenadier, il fuoristrada anglo-franco-tedesco regala immediatamente un feeling d’altri tempi. La maniglia ha infatti un feeling e un suono che ricordano proprio i 4×4 degli anni ’90. Anche la chiusura è “agée”: per chiudere perfettamente l’auto e renderla ermeticamente sicura in caso di guadi, bisogna utilizzare molta forza per riuscire a chiuderla bene. Grenadier, poi, è una delle poche auto dove si sale “davvero” a bordo. La posizione di guida è davvero molto alta, e chi non supera il metro e 80 deve affidarsi alla pedana per riuscire a salire comodamente.
Una volta a bordo, gli interni di Ineos Grenadier regalano sentimenti contrastanti. La qualità, ad esempio, è piuttosto buona, con materiali robusti ma rivestimenti di buona fattura tra sedili, realizzati dalla tedesca Recaro, e plancia, dal rivestimento superiore morbido. Le maniglie “anti-fuoristrada” sono sparse un po’ ovunque, e grazie all’altezza dell’auto lo spazio a bordo è generoso in tutte le direzioni.
L’impostazione degli interni di Ineos Grenadier ricorda da vicino quelli di Land Rover Defender, soprattutto nella consolle centrale. La forma delle bocchette, la presenza di un elemento tondo centrale (che in questo caso è la bussola) e la disposizione verticale dei comandi ricorda proprio le ultime Defender della prima generazione, uscire di produzione nel 2016.
Rispetto al mitico Defender, la qualità è molto superiore, così come la dotazione. Colpisce la scelta di Ineos di non dotare Grenadier di un classico quadro strumenti dietro il volante, a due razze e originale per Ineos. Sia il quadro strumenti digitale che l’infotainment sono infatti integrati all’interno del grande schermo da 12,3 pollici, con 1/3 dello schermo dedicato sempre alle informazioni di marcia e il resto occupato dal sistema di infotainment di derivazione BMW iDrive.
La derivazione BMW è evidente anche dalla leva del cambio, presa direttamente dalle vetture di Monaco, e dalla presenza di una versione più “robusta” del classico rotore dell’infotainment. Di fianco ai due comandi trova posto una leva manuale per l’inserimento delle marce ridotte e del blocco del differenziale centrale, per riportare tutto sui binari “giusti”. Tutti i comandi di Ineos Grenadier sono infatti fisici, con grandi tasti o rotelle utilizzabili anche in fuoristrada o con i guanti. Il feedback dei comandi è piuttosto buono, e l’ergonomia è garantita. Dietro al volante, invece, trovano posto le spie di emergenza e quelle che indicano l’eventuale bloccaggio dei differenziali, l’inserimento delle ridotte e di altre modalità di guida.
Gli interni di Ineos Grenadier sono quindi dotati di tutti i comfort, con uno spazio più che generoso sia davanti che dietro. L’abitacolo è poi completamente lavabile, con tessuti idrorepellenti, tappeti in gomma e alcuni fori di scolo per l’acqua presenti sul pavimento. Ciò che rende diversi gli interni di Ineos Grenadier sono alcuni dettagli decisamente inusuali. Sopra i passeggeri anteriori, ad esempio, trovano posto due finestrini completamente amovibili, che regalano una visibilità e una luminosità unica all’abitacolo.
Sul volante, poi, trova posto un piccolo tasto rosso con l’icona di una bicicletta. Per chi non lo sapesse, infatti, Ineos ha una squadra di ciclismo di livello assoluto, gli Ineos Grenadiers. Per celebrare il legame di Ineos con il ciclismo, Grenadier è dotata di un clacson speciale, meno aggressivo e con un suono più delicato, dedicato proprio ad avvertire i ciclisti.
Il pezzo forte degli interni di Ineos Grenadier è l’estesa plancia di comandi posizionata sulla plafoniera. Ispirata ai caccia da combattimento, qui trovano posto tre file di comandi molto diversi tra loro. Davanti troviamo infatti i comandi per le luci di bordo, mentre poco più indietro hanno “casa” i tasti per la gestione dei sistemi dedicati al fuoristrada. Qui troviamo i tasti per bloccare i differenziali anteriore e posteriore, l’inserimento della modalità Offroad e della discesa controllata.
Infine, nella parte posteriore ci sono due file di interruttori personalizzabili. Cosa significa? Come ben sanno gli appassionati di off-road, spesso per la guida in fuoristrada si montano accessori come barre a LED, verricelli, compressori e non solo, che vanno alimentati tramite prese di corrente. Al posto di dover installare inverter e comandi aftermarket, scegliendo questa plancia come optional gli interni e gli esterni di Ineos Grenadier sono dotati di serie di quattro prese di corrente da 230 V, collegate direttamente a questi interruttori. Questo permette a chiunque voglia montare accessori potenti di avere di serie la predisposizione per i comandi di questi accessori. Un’idea davvero intelligente.
Se a livello di esterni e interni Grenadier è già un’automobile particolare, quasi uscita da un altro tempo, sono meccanica e motori di Ineos Grenadier a far capire le reali intenzioni di questo fuoristrada così evocativo e affascinante. Non siamo di fronte ad un SUV con credenziali offroad: Ineos Grenadier è un 4×4 duro e puro. Questo è evidente in ogni componente meccanico del fuoristrada inglese, a cominciare dal telaio. Ineos Grenadier non utilizza infatti il classico telaio a scocca portante, ma si fregia di un robusto telaio a longheroni scatolato con uno spessore di ben 4 mm. Al telaio è poi imbullonata la carrozzeria e, ovviamente, la meccanica, anch’essa da vero 4×4.
Sia davanti che dietro troviamo uno schema di sospensioni ad assale rigido, una soluzione perfetta per il fuoristrada per la sua robustezza e per la capacità di articolazione sugli ostacoli più duri. Non manca in più un sistema di trazione integrale permanente con, di serie, marce ridotte e blocco del differenziale centrale, azionabili con una leva meccanica di fianco al selettore del cambio. Oltre al differenziale centrale, di serie o a richiesta a seconda della versione scelta sono disponibili anche i differenziali anteriore e posteriore bloccabili tramite due semplici tasti. Un’altra soluzione da vero fuoristrada è il sistema di sterzo, a circolazione di sfere.
Si tratta di un sistema decisamente old school, che perde qualcosa nella guida su strada ma regala la giusta manovrabilità e sensibilità in fuoristrada. A completare il quadro tecnico troviamo infine una meccanica di livello assoluto, merito dei partner di Ineos. La giovane Casa inglese, infatti, ha deciso saggiamente di “non fare tutto da sola”, ma di mettere insieme una squadra di partner di livello mondiale per il suo primo modello. Con questa mentalità, Ineos ha realizzato un modello paneuropeo, con collaborazioni da tutto il Continente. Ne é esempio il sito produttivo di Ineos. Dopo il desiderio iniziale di produrre Grenadier in Galles, Ineos ha capito che creare un’auto totalmente nuova in una fabbrica totalmente nuova sarebbe stata una sfida eccessiva.
Per questo, Ineos ha sfruttato l’occasione e ha acquisito da Mercedes-Benz lo stabilimento francese di Hambach, in città lorrena al confine con la Germania e nota per essere dal 1998 la “Casa” di smart. Con il cambio di produzione delle piccole utilitarie della Stella, Ineos ha acquisito la fabbrica, nota per essere una delle più moderne ed efficienti in Europa, e ha sfruttato una linea produttiva “vuota” creata da Mercedes per un modello mai andato in produzione. Dopo il mitico Concorde, Inghilterra e Francia si ritrovano per la creazione di un veicolo unico. Ma non ci sono solo questi due Paesi: nel progetto Grenadier troviamo, ad esempio, anche l’Austria. Lo sviluppo di Grenadier, infatti, è stato portato avanti in collaborazione con Magna-Steyr, che ha prodotto i primi prototipi e ha aiutato Ineos a ingegnerizzare e rendere realtà il progetto Grenadier.
Non è un caso che Ineos abbia scelto Magna: fin dal 1979, infatti, Magna-Steyr produce nella sua fabbrica di Graz uno dei principali rivali di Grenadier, Mercedes-Benz Classe G. Non c’è solo Magna tra i partner per la meccanica di Ineos Grenadier. Tutta la parte elettronica è realizzata in collaborazione con la tedesca Bosch, leader mondiale nella componentistica. All’interno, i sedili sono realizzati dal leader del settore tedesco Recaro, e anche i motori di Ineos Grenadier e la trasmissione sono teutonici.
Sotto il cofano di Ineos Grenadier i motori sono infatti prodotti da BMW. La Casa di Monaco fornisce a Ineos Grenadier i suoi motori più iconici, i 3.0 sei cilindri in linea turbo B58 e B57. Il primo è il 3.0 benzina, dotato di singolo turbocompressore e qui proposto con 286 CV e 450 Nm di coppia. Il 3.0 Diesel, invece, ha 249 CV e ben 550 Nm di coppia, e sono collegati al collaudato cambio automatico ZF a 8 rapporti con convertitore di coppia. Questo cuore tedesco è ben rappresentato dalla doppia bandierina sul parafiamma anteriore, che unisce la bandiera tedesca a quella britannica. Non pensate che questi due motori siano stati inseriti senza modifiche, così come il cambio. Entrambi i sei cilindri hanno una gestione elettronica completamente diversa, con ripercussioni nel modo in cui Grenadier si muove su strada e lontano dall’asfalto.
Gli ingegneri Ineos hanno infatti abbassato il regime di rotazione del motore, e abbassato e allargato nel range di giri la curva di coppia. Questo significa che il 3.0 benzina ha i suoi 450 Nm di coppia costanti a partire da soli 1.750 giri e fino a 4.000 giri. Il 3.0 Diesel, invece, “spalma” i suoi 550 Nm di coppia da un minimo di 1.250 giri fino a 3.000 giri. In più, il cambio ZF ha una prima marcia molto corta ed è dotato di riduttore con rapporto 2,5:1 su tutte le 8 marce. Il telaio a longheroni e gli assali rigidi alzano il peso a vuoto a 2.736 kg per la versione benzina e a 2.811 per il Diesel, ma nonostante il “peso massimo” le prestazioni sono decisamente buone. Il 3.0 benzina scatta da 0 a 100 km/h in 8,6 secondi, mentre il 3.0 Diesel impiega 9,9 secondi.
La velocità massima, invece, è autolimitata a 160 km/h. I tecnici Grenadier ci hanno infatti confidato che la versione Diesel arriverebbe a 180 km/h, mentre il benzina a oltre 200 km/h. Per una questione di sicurezza, però, Ineos ha deciso per una velocità limitata e sicura anche in caso di traino. Questo perché tutti gli Ineos Grenadier sono in grado di trainare fino a 3.500 kg di rimorchio frenato. Il merito è anche di un impianto frenante con dischi da 316 mm davanti e pinze a due pistoncini e 305 mm dietro realizzato dalla “nostra” Brembo.
C’è parecchia Italia in Ineos Grenadier. Il fuoristrada inglese, oltre ai freni e a componenti come tiranti dello sterzo e cablaggi per il sistema di bloccaggio dei differenziali, affida la propria aderenza ad assali rigidi prodotti dalla Carraro di Campodarsego (PD). Nell’azienda specializzata in assali e sistemi di trasmissione veneta Ineos ha trovato il partner perfetto per realizzare degli assali rigidi ricavati dal pieno, tanto voluminosi quanto robusti e capaci di regalare le credenziali fuoristradistiche di questo mezzo.
Concludiamo allora la disamina di meccanica e motori di Ineos Grenadier con le caratteristiche fuoristrafistiche. Dotato di un’altezza da terra di 264 mm, Ineos Grenadier ha angoli caratteristici da specialista: 35,5° di angolo d’attacco, 28,2° per quello di dosso e 36,1° d’uscita. Ha una pendenza massima superabile di 45 gradi, e un’articolazione degli assi rispettivamente di 9 gradi all’anteriore e 12 al posteriore. La corsa della ruota è di 585 mm, mentre la profondità massima di guado superabile è di 800 mm. In questo frangente, Land Rover Defender fa qualcosa in più (100 cm), e lo snorkel opzionale non aumenta la profondità di guado, ma aiuta nella guida su terreni sabbiosi.
Sono arrivato alla prova su strada di Ineos Grenadier con tanti interrogativi. Non sapevo se aspettarmi un fuoristrada duro e puro, scomodo su strada e a suo agio fuori, o in un 4×4 lussuoso capace di destreggiarsi lontano dall’asfalto. Ho potuto guidare Grenadier per una cinquantina di km tra strada, fuori strada e un percorso off-road a San Polo d’Enza, in Emilia, nella cornice del festival Wildays. Aspettiamo quindi una prova più lunga per poter giudicare completamente Ineos Grenadier, ma già da questi primi km le sorprese non sono mancate.
Iniziamo con la guida su strada, il terreno sulla carta meno congeniale del fuoristrada anglo-franco-tedesco. Lo sterzo a circolazione di sfere, il telaio a longheroni e gli assali rigidi fanno presagire un comportamento impacciato su strada. Nella realtà, invece, Ineos Grenadier ha sfoggiato qualità stradali sorprendenti. Grazie al peso di telaio e assali, infatti, il rollio è sorprendentemente contenuto, inferiore ad alcune rivali con scocca portante. La coppia ai bassi regimi dei 3.0 BMW riesce a rendere scattante Grenadier. Anzi, con il 3.0 benzina, complice il suono davvero piacevole tipico dello straight-six bavarese, Ineos è quasi vivace, in grado di comportarsi molto bene su strada.
L’automobile è piuttosto silenziosa e ben isolata dal rumore di rotolamento degli pneumatici BF Goodrich tassellati del nostro esemplare, non una cosa scontata su un fuoristrada “da battaglia”. Il cambio è fluido e regolare, e i freni, seppur dotati di una corsa lunga, hanno una potenza più che adeguata. Il vero limite nella guida su strada è rappresentato dallo sterzo, che offre un tuffo nel passato. La sua tecnologia non può portare dei miracoli, e infatti su strada lo sterzo di Ineos Grenadier è lento, poco preciso e molto poco comunicativo. Da buon fuoristrada, poi, la demoltiplicazione è molto alta, e servono quasi quattro giri completi del volante per passare da un lato all’altro.
In più, il sistema di sterzo non ha il ritorno al centro del comando. Quando si effettua una svolta importante, quindi, bisogna riaccompagnare lo sterzo fino al centro. Non è un comando che infonde grande fiducia, e c’è bisogno di diversi km per riuscire a capirlo. Una volta entrati in sintonia con questo terzo “d’altri tempi”, però, Grenadier diventa più agile di quanto ci si possa immaginare, e con un po’ di attenzione e concentrazione si viaggia bene su strada. L’assale rigido, infine, restituisce delle risposte secche sulle buche. Grazie alle sospensioni dalla grande escursione e alle molle relativamente morbide; in ultima istanza, il comfort è sempre di buon livello.
Se lo sterzo costringe a qualche compromessi su strada, fuori strada Ineos Grenadier entra nel suo elemento. Appena il gioco comincia a farsi un po’ più duro, lo sterzo di Ineos Grenadier prende senso. Attraverso lo sterzo, infatti, si sentono i cambiamenti di aderenza del fondo, la perdita di aderenza delle ruote anteriori ed è possibile effettuare millimetrici aggiustamenti e mantenere sempre la traiettoria per passare esattamente dove si desidera. Gli assali rigidi riescono a mantenere sempre l’auto con la giusta aderenza, e la trazione integrale permanente fa il resto. Come sui migliori fuoristrada, non è necessario inserire le marce ridotte o il blocco del differenziale per superare ostacoli “normali”.
Basta la modalità “Offroad” e poco più: Ineos Grenadier ha dei limiti davvero alti, per metterlo in difficoltà servono scenari molto più complicati di un piccolo percorso fuoristrada. L’inserimento delle marce ridotte e del bloccaggio del differenziale centrale tramite la piccola leva è duro, servono braccia allenate, mentre premendo per circa 3 secondi i tasti sulla plafoniera si bloccano i differenziali anteriore e posteriore. Con tutti i differenziali bloccati, Ineos Grenadier ha una motricità ottima sia su fondi molto difficili che in situazioni di twist o di ruote “in aria”. Le marce ridotte sono poi estremamente corte, perfette per i percorsi più complicati e con la minima aderenza.
Anche in questo caso, abbiamo potuto saggiare le sue qualità su un breve percorso non troppo impegnativo. Per giudicarlo al meglio, non vediamo l’ora di provarlo in scenari più complessi. Un dettaglio che mi ha stupito è la capacità del 3.0 benzina di adattarsi bene alla guida fuoristrada. Di solito, per modelli di questo tipo il Diesel è la scelta più ovvia. Grazie alla coppia del 3.0 benzina già dai bassissimi giri, alla sua rotondità e alla maggior fluidità rispetto al più ruvido Diesel, si può scegliere senza rinunce il 3.0 benzina anche per un utilizzo più gravoso.
Concludiamo con i prezzi di Ineos Grenadier, che come le dimensioni si posizionano in mezzo alle sue concorrenti. La versione Utility Wagon, più spartana ma già dotata di Cruise Control, quadro strumenti digitale e infotainment da 12,3 pollici, marce ridotte e differenziale centrale bloccabile, parte da 70.490 euro. Le versioni più ricche e lussuose sono le Station Wagon Fieldmaster e Trialmaster, ispirate ai prodotti dell’azienda di abbigliamento britannica Belstaff (anch’essa di proprietà di Ineos). Sia la Fieldmaster, più lussuosa e “mondana”, che la più specialistica Trialmaster hanno lo stesso prezzo: 78.485 euro. A questo prezzo, la Fieldmaster offre sedili in pelle riscaldati, cerchi in lega e finiture più lussuose. La Trialmaster, invece, ha il bloccaggio dei differenziali anteriori e posteriori di serie e altre dotazioni più fuoristradistiche.
Non stiamo quindi parlando di un’auto economica. Il prezzo di Ineos Grenadier è senza dubbio elevato, ma non è di certo fuori scala. Per avere le stesse credenziali fuoristradistiche, infatti, a meno di scegliere il piccolissimo Suzuki Jimny Pro, offerto a 26.700 euro ma neanche paragonabile, il prezzo di Ineos Grenadier è in linea con le dirette concorrenti. Mercedes-Benz Classe G, ad esempio, ha una base di partenza di oltre 120.000 euro, e per un Land Rover Defender 110 servono almeno 67.700 euro per una versione base con motore da 200 CV. Per un Defender con almeno 250 CV si parla di almeno 77.000 euro. Un altro rivale diretto come Jeep Wrangler, invece, parte da oltre 85.500 euro. Esattamente nella stessa finestra troviamo il nuovo Ford Bronco, proposto tra i 77.000 e gli 81.000 euro.
A chi è rivolto Ineos Grenadier? La sua clientela non è di facile lettura. Ineos Grenadier è infatti perfetto per chi deve davvero andare fuoristrada, e vuole un veicolo robusto, affidabile e capace. Grazie alle versioni più spartane e alle future declinazioni pick-up e autocarro due posti, in arrivo nei prossimi mesi, Ineos Grenadier si propone anche per flotte aziendali, enti e forze dell’ordine, che hanno bisogno di un fuoristrada robusto, affidabile e molto capace lontano dall’asfalto. Inutile dire, però, che tantissimi Grenadier convinceranno per il fascino e il look da vero fuoristrada. Le previsioni di Ineos vedono Grenadier acquistato sia da “specialisti” che da fan del suo stile.
Proprio per questo, Ineos ha preparato una rete di rivenditori di livello assoluto, affidandosi a nomi come BiAuto, AutoTorino, De Bona, Amica, Stefanelli e altri concessionari affermati in Italia e non solo. Il futuro di Ineos, poi, vedrà nel 2026 un Grenadier più piccolo e 100% elettrico, mentre l’attuale sarà sempre e solo termico. Questo Grenadier è già sicuro di ricevere l’omologazione Euro 7, e in futuro potrebbe addirittura arrivare l’idrogeno. Questo, va detto, è materiale per il futuro. Oggi, Ineos punta su Grenadier, il suo primo prodotto. In attesa di provarlo a lungo, per gli amanti del fuoristrada è un vero ritorno al passato, quello più robusto e inarrestabile.
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