Secondo i dati Federauto (Federazione Italiana Concessionari Auto), il 2020 non parte nel migliore dei modi. Le immatricolazioni auto a gennaio hanno registrato un calo del -5,9%.
Le aspettative erano forse troppo alte e la speranza eccessiva. In una realtà di restrizioni, dove le case automobilistiche si sono impegnate per realizzare vetture ecofriendly e soddisfare i valori imposti dall’UE riguardo le emissioni di CO2, i dati emersi risultano alquanto scoraggianti. Il mercato autovetture 2020 apre, infatti, con un calo del -5,9%; i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno registrato 155.528 immatricolazioni contro le 165.271 unità di gennaio 2019.
“Al di là della giornata lavorativa in meno rispetto a gennaio 2019, apriamo il nuovo anno con un risultato negativo che, a nostro avviso, esprime sicuramente una fase di mercato poco brillante ma anche come conseguenza delle forti anticipazioni di novembre e dicembre scorsi, indotte dall’entrata in vigore dei nuovi target di CO2 proprio da gennaio 2020, che hanno determinato un calo consistente delle immatricolazioni sul canale privati. La gestione di questa fase è estremamente impegnativa anche per le concessionarie, chiamate ad operare secondo politiche commerciali delle case automobilistiche che tengono conto dei nuovi impegni ambientali che la regolamentazione europea ha posto a loro carico, ma nei confronti di un mercato che potrebbe non essere sempre ricettivo”.
Il presidente sostiene che, affinché i dati migliorino, è necessaria anche la partecipazione attiva da parte della politica. I mezzi di trasporto devono anch’essi orientarsi ai nuovi standard tecnologici energetici di mobilità sostenibile.
“Un parco con una anzianità media di 11 anni e 6 mesi costituisce un peso enorme dal punto di vista ambientale e della sicurezza della circolazione. Il nostro settore conta sul dialogo con il Governo perché i cambiamenti in atto non possono essere affidati alla spontaneità del mercato o, peggio, condizionati negativamente dagli interventi delle autorità locali, con provvedimenti anche marginali in termini di miglioramento della qualità dell’aria, ma molto dannosi per gli automobilisti, come accaduto a Roma poche settimane fa con l’insensato blocco dei diesel euro 6, lasciando tranquillamente circolare autobus ed altri veicoli ben più inquinanti”.
Se da un lato il mercato, privato e non, ha subìto una flessione, dall’altro quello del noleggio conquista risultati positivi con una crescita del +18,6%.
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