La famiglia Stola celebra in questo 2019 il proprio centenario di attività nel settore auto: un secolo di contributi al mondo delle quattro ruote fatto di progettazione e prototipazione, di design e di produzioni esclusive, di concept cars e di collaborazioni con i grandi nomi che hanno segnato il più importante indotto produttivo italiano.
L’azienda venne fondata nel 1919 da Alfredo Stola, a Torino, e queste coordinate non solo sigillano il passaggio dei 100 anni, ma inseriscono il nome Stola fra i padri pioneristici dell’automobilismo, di cui quelli oggigiorno rimasti attivi sono pochissimi.
La discussione circa i confini dell’era pionieristica dell’auto non si è mai risolta del tutto ma ci sono certamente delle coordinate di riferimento: il primo motore a scoppio venne acceso nel 1854 su progetto degli italiani Eugenio Bersanti e Felice Matteucci mentre il mezzo ad oggi considerato la prima automobile resta il triciclo Patent Motorwagen di Karl Benz del 1886. Nikolaus August Otto aveva nel mentre messo a punto il motore a quattro tempi mentre, a Padova, Enrico De Bernardi seguì di poco il tedesco Benz con la realizzazione di un triciclo a motore, il primo italiano.
Sulla scia di queste primissime coordinate si innestò l’era pioneristica dell’auto, in cui una serie di continue modifiche e sperimentazioni insegnarono a costruire le future sostitute delle carrozze a cavalli e fu proprio Torino il polo principale in cui si misero definitivamente a fuoco gli elementi fondamenti dell’automobile così come la concepiamo ancora oggi. La città di Torino godette di un fermento superiore a qualsiasi altra città al mondo, con 20 aziende attive nella costruzione di veicoli (tra cui appunto la Stola) e numerose altre ditte all’opera nella realizzazione dei particolari: un vero e proprio indotto con specializzazioni di ogni genere, una vera scuola dell’automobile fatta a Città, una scuola in cui anche Stola ha fatto lezione.
Basti pensare che la F.I.V.A. – Federation Internationale Vehicules Anciens – ha emanato un documento da considerarsi linea guida per la tutela del patrimonio motoristico mondiale e tale protocollo è stato battezzato “La Carta di Torino”: tante città nel mondo hanno contribuito a delineare i riferimenti costruttivi delle automobili, ma Torino ha avuto una vivacità superiore a qualsiasi altra, traghettando le industrie dal triciclo di Benz all’automobile moderna ed in questo trapasso si inserisce Alfredo Stola nel 1919.
Se le coordinate di partenza dell’era pioneristica sono indiscutibili, c’è invece dibattito nello stabilire il termine di questa epoca: alcuni vogliono la fine con il termine del primo conflitto mondiale, altri invece lo spostano ai primi anni ’20, in considerazione che molte aziende vennero congelate al servizio dell’esercito fra il 1915 ed il 1918 ed anche in ragione di ciò che accadde nel biennio successivo, quando una forte ondata di scioperi mise in ginocchio numerose aziende ma fu anche una fase in cui emersero altri talenti, maggiormente in luce viste le condizioni particolarmente precarie. Alfredo Stola si distinse nella durezza del dopoguerra come abilissimo modellatore di stampi per lamiere: non se lo fece scappare Vincenzo Lancia, che gli girò le prime commesse di lavoro, invitandolo a prendere sede proprio a fianco della sua azienda e fu così che Stola salì a bordo del simbolo per eccellenza di transito dall’era pioneristica a quella moderna.
Se c’è discussione aperta circa quando collocare la partenza dell’era moderna dell’automobile, allo stesso tempo c’è certezza assoluta nell’individuare un punto di non ritorno: la Lancia Lambda presentata nel 1922, la prima auto al mondo con scocca autoportante, il capolavoro di Vincenzo Lancia già avviato con alcuni brevetti nel 1918. L’auto che cambiò per sempre il modo di pensare alle auto, l’auto che pose in maniera indiscutibile fine alle sperimentazioni disordinate per avviare un filone chiaro su cui poi si è proseguito sino ad oggi venne realizzata in collaborazione con la Stola, una firma delle quattro ruote che prese fin dal suo inizio quel DNA che ha mantenuto invariato sino ad oggi.
Stola ha progettato e realizzato prototipi per questi 100 anni che si accinge a festeggiare: una grande azienda di fiducia per le grandi aziende delle quattro ruote, in un susseguirsi di sinergie trasversali, a volte dietro le quinte, a volte in prima linea. Oggi il cognome Stola conserva il DNA che lo caratterizza ed è ancora attivo tramite Studiotorino di Alfredo e Maria Paola Stola: l’ultima creazione è la Moncenisio, fuoriserie su base Porsche Cayman S Type 981 presentata nel 2014, in una serata che ha racchiuso in un solo momento l’anima Stola.
L’auto è stata infatti svelata al Museo dell’Automobile di Torino in un evento che ha coinvolto tutti i principali protagonisti del settore automotive, a testimonianza della trasversalità del nome Stola, ed è stata dedicata a Francesco Stola, anello di congiunzione fra le generazioni di famiglia, scomparso tragicamente nel 1978.
Stola festeggia i suoi primi 100 anni di attività, con il prestigio di appartenere a quella cerchia ristrettissima di famiglie ancora oggi attive in linea dinastica, dopo aver avviato la propria attività nell’era dei grandi padri dell’automobile. Sul portale www.studiotorino.com è in corso di preparazione una sezione dedicata alla storia di casa.
Articolo di Omar Ruzza