Nasce come concept nel 2007 e fa subito scalpore, ottenendo grandi riconoscimenti a livello mondiale. Nel 2011 entra nei listini e comincia la sua avventura. Parliamo della Veloster, coupè sportiva della Hyundai Motor Company, dal design caratteristico, creata per diventare uno dei simboli del presente e del futuro della Casa Coreana nel mondo.
Noi abbiamo provato la Turbo, versione un po’ più pepata della base a benzina da 140 cavalli, presentata nel 2012 e commercializzata in Italia qualche mese dopo.
Design: “HomeMade” tuning
Con le caratteristiche porte asimmetriche – una sul lato guidatore e due sul lato passeggeri – qualsiasi versione della Veloster risulta inconfondibile. Ma la Turbo è ancora più particolare: la “bocca” esagonale esagerata, la speciale tinta grigio scuro opaca, i fari anteriori con luce diurne a LED e i bellissimi gruppi ottici al posteriore, sempre a LED, le donano un’aria ancora più aggressiva e affascinante, catalizzando l’attenzione di tutti gli sguardi.
A completare un look che più cattivo non si può, ci pensano gli inserti neri sul cofano sagomato, le molteplici appendici aerodinamiche nella parte bassa della carrozzeria, le nervature lungo tutto il corpo vettura, i cerchi in lega da 18″ con inserti cromati e il doppio terminale di scarico integrato nell’estrattore del paraurti posteriore.
Scenografica ed eccentrica all’esterno, sobria e funzionale all’interno. La strumentazione è quella già apprezzata su altre Hyundai (come la i30 da noi recentemente testata), con il pannello Cluster Supervision, e con la parte centrale della plancia occupata dal display LCD da 7” che funziona da radio con lettore CD/MP3, AUX, USB e Bluetooth. Sotto al touchscreen troviamo i comandi del climatizzatore automatico (di serie) e un vano – con tappetino antiscivolo nero bordato di rosso – piuttosto capiente.
Gli ottimi sedili sportivi, riportano la scritta “Turbo” e sono rivestiti interamente di pelle nera, con parti traforate e con inserti grigio/argento che richiamano le maniglie interne delle portiere. La pelle domina anche la tozza leva del cambio e il volante con tasti integrati, dal tipico design Hyundai.
L’accesso alle due sedute posteriori – per un totale di quattro posti secchi – è agevolato dalla terza porta, ma non risulta comunque semplicissimo. Una volta seduti, invece, lo spazio non manca, ma bisogna riservare sempre un occhio di riguardo alla testa per chi è alto più di un metro e ottanta. Per garantire una maggiore luminosità e un senso di spaziosità superiore, il lunotto si estende anche sulla prima parte del tetto. Il bagagliaio parte da una capienza di 320 litri per arrivare a 1015 con i sedili abbattuti.
Alla guida: turismo veloce
La Hyundai Veloster da noi provata è equipaggiata con un motore 1.6 turbo benzina da 186 cavalli e 265 Nm – 18 in meno della “sorella” più sportiva Kia Pro Cee’d GT – che permettono alla compatta coreana di scattare da 0 a 100 km/h in 8,4 secondi e di raggiungere la velocità massima di 214 km/h.
Numeri che non fanno pensare a una sportiva purosangue. Infatti, questa Veloster non punta esclusivamente sulle prestazioni, ma sul piacere di guida e sulla versatilità. La coppia è alta ma lineare, senza alcuno sforzo è possibile divertirsi tra le curve come passeggiare in città.
A mettere in atto le intenzioni di Casa Hyundai, provvedono i comandi della vettura: lo sterzo è molto progressivo, morbido in manovra e rigido alle alte velocità, così come la frizione, precisa e confortevole, e il cambio, ben studiato nella rapportatura delle 6 marce. Qualche segno di sportività in più lo regala l’assetto, riconfigurato per la Turbo, permette di passare con tranquillità sulle strade sconnesse della città, tenendovi allo stesso tempo incollati all’asfalto quando la velocità aumenta.
La potenza comunque c’è e si sente, a tal punto che, spesso è difficile riuscire a scaricare tutti i cavalli nel passaggio tra la prima e la seconda marcia, se non in condizioni di asfalto ottimale. Nonostante il posteriore – vero e proprio punto di forza nel design di questa Veloster – faccia bella mostra di sé con due grossi tondi alla fine dei terminali di scarico, il sound non ha tonalità forti, rimanendo sempre ben ovattato all’interno dell’abitacolo e un po’ troppo anonimo all’esterno. Molto positivo, infine, è il rapporto che abbiamo instaurato con l’impianto frenante, ben tarato e dalla potenza più che sufficiente.
La Turbo è agile, veloce e soprattutto divertente, anche se nel misto stretto si ritrova a faticare leggermente. Le difficoltà maggiore le abbiamo riscontrate nell’ingresso in curva, dove è poco incisiva, mentre reattività e precisione non mancano in uscita.
Per quanto riguarda i consumi, noi ci siamo tenuti tra gli 11 e i 13 km/litro sia in città, sia in autostrada, senza particolari sforzi, e nonostante la mancanza di “aiuti urbani” come lo start&stop.
Sportive d’oriente: siamo sulla strada giusta
Mentre in Giappone la tradizione delle sportive e delle supercar ha ormai preso piede – in alcuni casi surclassando auto dal blasone non indifferente – in Corea, patria di Hyundai e Kia, si stanno muovendo i primi piccoli grandi passi, dopo anni di crescita e di studio della concorrenza. Il ritorno in grande stile nel campionato WRC dimostra, infatti, la volontà di eccellere anche nel campo delle prestazioni.
Negli ultimi anni le case coreane hanno fatto passi da gigante, ma con la Veloster Turbo, dal look futuristico e decisamente d’impatto, si è pensato più al lato esteriore piuttosto che alle performance, accostabili perlopiù a quelle di un’auto da turismo. I progressi comunque sono notevoli e si riscontrano di giorno in giorno, facendo ben sperare noi appassionati. Siamo sicuri che in un futuro prossimo vedremo Hyundai lottare fianco a fianco con le sportive più accreditate.
Prezzo e concorrenti
La Hyundai Veloster Turbo parte dal prezzo molto competitivo di 25.430 €. Esattamente la cifra che dovrete sborsare per portarvi a casa il modello che abbiamo provato noi, poiché la compatta di casa Hyundai si presenta con un’ampia dotazione di serie alla quale si può aggiungere solamente il Deluxe Pack, un optional da 3.000 €. L’unico pacchetto a pagamento prevede l’aggiunta dell’impianto audio con 7 altoparlanti più Subwoofer e amplificatore esterno, del pulsante di avviamento “Start Button” con Smart Key, del sistema di navigazione con schermo touchscreen LCD da 7″, della retrocamera e del tetto elettrico panoramico. La Turbo è disponibile anche con il cambio automatico a 6 marce – che ne migliora anche lo scatto sullo 0-100 di 3 decimi di secondo – al prezzo di 26.930 €.
La Veloster è un’auto compatta che si posiziona molto vicina al segmento C, dove sono molte le concorrenti, ma a noi piace metterla a confronto più con modelli dallo stile un po’ più particolare come il Maggiolino o la Scirocco, entrambe di Casa VW, o ancora la Mini Paceman e la Kia Pro Cee’d GT. Se guardiamo, invece, ad altre auto più “classiche” con cui la GT di Hyundai può concorrere, possiamo annoverare la Seat Leon 3P, la Opel Astra GTC e la Renault Megane Coupè.
Difficilmente, però, con una qualsiasi delle vetture elencate riuscirete ad attirare gli sguardi come con la Veloster, e ancora di più con la versione Turbo, più unica che rara.