Chi ama le auto non può non amare la Honda S2000. Perdonateci la parafrasi di ispirazione calcistica e perdonate voi stessi se non siete d’accordo con questa affermazione, perché la S2000 incarna tutto quello che dovrebbe essere una vettura sportiva senza tetto e inoltre monta uno dei motori più spettacolari mai finiti sotto il cofano di una vettura di serie.
Siamo a metà anni Novanta e nel quartiere generale della Casa giapponese a Tokyo si sta cercando un modo per celebrare degnamente il mezzo secolo di storia del marchio. I fasti della Formula 1 sono finiti da poco e il loro ricordo è ancora molto vivo, mentre la crisi è ancora lontana e si possono spendere soldi senza troppa ansia. Così la decisione è quella di sviluppare una spider a due posti partendo dal classico foglio bianco e attingendo direttamente dall’esperienza in F1. Sono due gli aspetti che più di ogni altro derivano direttamente dall’esperienza nel Circus: la strumentazione digitale e il motore affamato di giri.
La prima deriva direttamente da quella della McLaren Honda MP4/6 che Ayrton Senna condusse alla vittoria del Campionato del Mondo 1992, mentre il secondo è un’opera d’arte meccanica e per anni è stato il motore di serie aspirato con la più alta potenza specifica di tutti. Il motore della Honda S2000 è un due litri quattro cilindri sedici valvole, uno dei frazionamenti più comuni al mondo, ma la sua particolarità e il sistema V-TEC per la fasatura e l’alzata variabile delle valvole, che lo fa lavorare come se fosse un 2 valvole fino a un certo numero di giri e poi la fa diventare un 4 oltre questo limite, cioè 5.850 giri. Tradotto in numeri vuol dire che è capace di girare fino oltre i 9.000 giri, con la potenza massima che arriva a 8.300 e la coppia a 7.500. Insomma, quasi un propulsore motociclistico, che genera 240 CV e 207 Nm di coppia e che quando è arrivato sul mercato era già omologato Euro 3, in netto anticipo rispetto ai tempi prescritti dalle normative europee.
Non serve un ingegnere per capire che per andare forte l’unica strada possibile è il “full gas”, ma la soddisfazione di sentire urlare il 4 cilindri è impagabile. Ma anche se pezzo forte della Honda S2000 è il suo cuore, anche il resto è all’altezza, come nella migliore tradizione giapponese e del resto l’ingegnere che è stato a capo del team di progettazione – il signor Shigeru Uehara – è lo stesso che ha avuto la responsabilità del progetto NSX, l’unica Honda che è in grado di offuscare la stella della S2000.
Tornando alla spider Honda S2000 e alla sua tecnica, troviamo un cambio manuale a 6 rapporti, secco e preciso, un differenziale autobloccante e sospensioni a quadrilatero sia davanti che dietro. La trazione, ovviamente, è posteriore. Lo 0-100 km/h viene coperto in circa 6 secondi per una velocità massima di 240 km/h. Un’altra chicca tecnologica, che è di serie visto che per la Honda S2000 non erano previsti optional, sono i fari allo xeno. È stata prodotta per dieci anni, fino al 2009, e oggi le sue quotazioni ballano tra i 10.000 e i 30.000 euro, a seconda della freschezza del modello e dello stato di manutenzione.
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