La notizia di queste ore, quella destinata a cambiare gli equilibri dell’automotive italiano e, ormai è ufficiale, francese, se non europeo a più ampio respiro, sta scatenando le prime reazioni anche a livello politico. La fusione PSA FCA, è stata accolta con cauto ottimismo dal governo francese, che si è espresso a mezzo stampa per bocca del ministro dell’economia francese. Per ora non sono arrivate dichiarazioni ufficiali del governo dal momento in cui è stata ufficializzata la fusione, le ultime risalgono infatti alla serata di ieri.
Partiamo dal governo francese: se fu proprio l’esecutivo guidato da Emmanuel Macron a frenare sulla fusione FCA-Renault, paventata da molti come sicura non più tardi dell’inizio estate 2019 e poi naufragata, almeno ufficialmente, per l’intromissione del governo francese.
Proprio l’esecutivo transalpino si è espresso tramite le dichiarazioni, a “Le Figaro“, del ministro Bruno Le Maire, il quale ha detto che il governo ha accolto “favorevolmente” la fusione PSA FCA ma che rimarrà “particolarmente vigile” sul mantenimento dell’apparato industriale in Francia.
Le Maire, recita Le Figaro: “accoglie con favore l’avvio di negoziati tra i due gruppi, ma il governo sarà particolarmente vigile in merito alla conservazione dell’impronta industriale in Francia, all’ubicazione dei centri decisionali e alla conferma dell’impegno del nuovo gruppo nella creazione di ‘un’industria europea di batterie elettriche“.
A Le Maire ha fatto eco un altro rappresentante del governo, Agnès Pannier-Runacher – Sottosegretario di Stato presso il Ministro dell’economia: “un’ottima notizia perché crea il quarto player mondiale dell’automotive (circa 9 milioni di veicoli, dietro solo a Toyota e Gruppo Volkswagen), rafforzando così la solidità del gruppo PSA” .
E il governo italiano?
Scongiurata, ma la sicurezza assoluta non esiste, la chiusura di stabilimenti italiani, i quali dovranno per forza di cose essere riorganizzati, il governo italiano si dimostra molto guardingo. Se Conte non parla, e men che meno arrivano dichiarazioni dall’opposizione, gli unici a essere sbilanciati, prima ancora che arrivasse l’ufficialità dell’accordo (serata 30/10), sono stati il ministro dell’economia Roberto Gualtieri e il collega dello sviluppo economico Patuanelli, mentre il Ministero dei trasporti, per ora, non si è sbilanciato.
Il primo ha infatti diplomaticamente dichiarato: “C’è attenzione, del ministro Patuanelli e di tutto il governo, rispettoso di una trattativa di mercato ma anche consapevole che stiamo parlando di un’industria importantissima per il Paese” mentre Patuanelli ha affermato, sempre prima che arrivasse l’ufficialità: “Stiamo osservando quello che accade. E’ una operazione di mercato, credo sia corretto non rilasciare dichiarazioni”
AGGIORNAMENTO: nel primo pomeriggio sono arrivate i primi commenti dal premier Giuseppe Conte, ai microfoni del Fatto Quotidiano.
Chiudiamo con le dichiarazioni dei maggiori sindacati nazionali.
Annamaria Furlan, CISL: “Siamo davanti a una operazione che se va in porto è davvero imponente, davvero importante, per l’azienda e per il Paese. Speriamo si riesca a concludere positivamente”.
Michele De Palma, Fiom: ” “Le priorità sono rilanciare sviluppo e produzione in Italia e tutelare l’occupazione”.
Marco Bentivogli, Fim: “Ci possono essere sovrapposizioni, ma un buon piano industriale di integrazione può superarle garantendo occupazione stabile in Italia”.
Rocco Palombella, Uilm:”Devono esserci piani che prevedano sviluppo e non riorganizzazione e sacrifici per gli stabilimenti italiani”.
Roberto Di Maulo, Fismic: “Il possibile accordo apre scenari positivi. Quando c’è crescita non ci possono essere preoccupazioni”