Le voci di un approdo di Ford in F1 avevano già fatto il giro del mondo dell’automobilismo nello scorso weekend. Dopo le parole positive del capo di Ford Performance, che definiva la Formula 1 “più interessante che mai”, dal Regno Unito si alzano voci sempre più insistenti che vogliono un clamoroso accordo tra Ford e Red Bull in F1 già dalla prossima stagione. In realtà, proprio in occasione della presentazione della nuova RB19 a New York, Ford ha rotto gli indugi annunciando il suo ritorno ufficiale in F1 a partire dal 2026. Sono già due le case ufficiali che diventeranno assolute protagoniste tra quattro stagioni: Audi con Sauber e, ora, anche Ford con Red Bull.
Le premesse c’erano tutte. Fin dal lancio del progetto Red Bull Powertrains per la produzione della propria power unit, Red Bull Racing ha dichiarato il proprio interesse a proporre la sua nuova divisione a collaborazioni con Case automobilistiche interessate alla Formula 1, Porsche in primis. Dopo le voci che volevano un accordo con Honda, fornitrice dei motori Red Bull dal 2018 al 2021 e presente in via “ufficiosa” la scorsa stagione, il tanto chiacchierato ritorno di Ford in F1 ora è ufficiale.
L’accordo Red Bull-Ford, come ricordato, è stato annunciato a pochi minuti dalla presentazione della nuova RB19.
Negli scorsi mesi si è parlato tantissimo dell’accordo Porsche-Red Bull, sfumato per il mancato accordo del coinvolgimento, sportivo ed economico, della Casa di Zuffenhausen nella scuderia di Milton Keynes. Dopo Porsche, si è parlato con grande insistenza del ritorno di Honda come partner tecnico riguardante la power unit. Un ritorno che, però, avrebbe significato un dietrofront da parte della dirigenza della Casa giapponese. Solo un anno e mezzo fa alla fine della stagione 2021, infatti, aveva abbandonato la Formula 1 perché “non in linea con il suo piano di elettrificazione”. Tra una Honda indecisa e una Porsche un po’ troppo esigente, a vincere l’ambito ruolo di “Partner tecnico” della vincente scuderia di Christian Horner potrebbe essere il classico terzo incomodo: Ford. Stando a diversi quotidiani britannici come l’Indipendent e il Mirror, infatti, l’accordo tra Ford e Red Bull F1 era ormai pronto a essere annunciato già da diversi giorni.
Nel weekend appena passato, del resto, avevano fatto rumore le dichiarazioni di Mark Rushbrook, direttore del brand sportivo dell’Ovale Ford Performance. “La Formula 1 è in forte crescita, sia negli Stati Uniti che a livello globale.”, ha dichiarato Rushbrook. “Rispetto al passato, ora la situazione è cambiata, e va presa in considerazione.”. L’importanza sempre maggiore della Formula 1 negli States e l’approccio ai carburanti sintetici interessa non poco Ford, che già partecipa, seppur in via “ufficiosa”, al Campionato WRC, anch’esso mosso da carburanti sostenibili. Sembrava però che Ford potesse programmare un’entrata in Formula 1 a partire dal 2026, con il cambio di regolamenti. Proprio in quest’ottica sembrava vicino un accordo a medio-lungo termine tra Ford e Red Bull F1.
Sembra sempre più probabile quindi l’ingresso di Ford in F1 con Red Bull. Non è ancora nota, però, l’eventuale data di ritorno della Casa dell’Ovale Blu nel Circus. Potrebbe già arrivare il logo Ford in Formula 1 dal 2023, mentre è decisamente più probabile un ritorno dalle stagioni successive. Questo dettaglio però è puramente speculativo, visto che non si sa ancora nulla di questo sempre più rumoroso accordo. Possiamo invece ragionare in maniera decisamente più concreta sul tipo di collaborazione tra Ford e Red Bull in F1. Viste le scintille tra RB e Porsche nella loro trattativa, è decisamente improbabile che Ford possa avere un ruolo attivo o voglia addirittura puntare ad acquistare la scuderia inglese nel lungo periodo.
Per questo, l’accordo tra Ford e Red Bull in F1 dovrebbe riguardare un “branding” del motore e un ruolo di Title Sponsor della squadra. Dovrebbe quindi concretizzarsi un’operazione simile a quella avvenuta proprio tra Aston Martin e Red Bull tra il 2018 e il 2020. In quelle tre stagioni, la Casa di Gaydon era sponsor principale del team. Aston Martin non aveva però legami a livello di power unit, né il proprio nome sul motore. Nel 2018, infatti, il motore era il TAG-Heuer/Renault, mentre nel 2019 e 2020 il propulsore era prodotto e marchiato da Honda. In questo caso, invece, Red Bull potrebbe offrire la “paternità” del motore, progettato in casa dalla divisione Powertrains di Red Bull, a Ford, che potrebbe quindi brandizzare il V6 ibrido della monoposto di Max Verstappen e Sergio Perez.
Si tratta quindi di una ghiottissima occasione per Ford. Poter portare il suo nome e il suo logo su una vettura vincitrice l’anno scorso di entrambi i Titoli Mondiali, e sulla tuta di uno dei più grandi piloti della sua generazione come Max Verstappen, è un’occasione troppo bella per essere vera. L’accordo tra Ford e Red Bull in F1 non dovrebbe essere quindi, salvo sorprese, di tipo tecnico, ma “solamente” a livello di sponsorship.
Con un accordo tra Ford e Red Bull in F1 di questo tipo, poi, Ford andrebbe a legarsi all’ambito nel quale, storicamente, ha ottenuto i maggiori risultati nella Classe Regina, quello dei motori. Sebbene infatti Ford sia assente dal Circus da quasi 20 anni, l’Ovale Blu è stato per anni protagonista della Formula 1 come motorista. I primi passi in F1 di Ford sono stati mossi già negli anni ’60, con il leggendario Ford Cosworth DFV. Il 3.0 V8 realizzato dal mitico motorista inglese Cosworth per conto di Ford e di Lotus, il V8 aspirato a marchio Ford è stato uno dei motori più longevi della storia della Formula 1. Con 155 Gran Premi vinti tra il 1967 e il 1985, il Ford Cosworth DFV è anche il motore più vincente della storia della Formula 1.
Anche dopo il pensionamento del DFV, Ford e Cosworth progettarono nuovi motori a 8 e 10 cilindri. Nonostante a livello di potenza fossero inferiori ai motori Honda, Renault o Ferrari, i Ford-Cosworth erano estremamente affidabili e di facile installazione. Per questo, i motori Ford-Cosworth erano estremamente versatili e gettonati tra piccole, medie e anche grandi scuderie. L’ultimo Mondiale vinto da un motore Ford arrivò nel 1994 con la Benetton-Ford B194 di Michael Schumacher. Si trattò del primo titolo per il tedesco e per la scuderia anglo-italiana.
Dopo l’esperienza come motorista, Ford volle tentare il grande salto, diventando un vero costruttore. Dopo aver fornito i motori alla Stewart GP, fondata dal tre volte Campione del Mondo Jackie Stewart, nel 2000 Ford rilevò la scuderia. L’obiettivo della Casa di Dearborn era quello di vincere il Mondiale con la sua nuova Scuderia, la Jaguar. Le bellissime monoposto inglesi, però, non ebbero il successo che le speranze e gli ingenti investimento Ford promettevano.
Nel 2004, dopo tre stagioni deludenti, Ford abbandonò il progetto, vendendo la Scuderia e le strutture di Milton Keynes proprio a Red Bull. Non sarebbe neanche la prima volta in cui si vedono il logo Red Bull e quello Ford affiancati. Nel 1995, infatti, la Sauber C14, spinta da motore Ford-Cosworth, sancì il debutto di Red Bull in Formula 1, ancora come semplice sponsor. L’accordo tra Ford e Red Bull in F1 sancirebbe quindi un clamoroso ritorno, nonché la chiusura di un cerchio che, fino a ieri, sembrava irrimediabilmente aperto.
Stefano Domenicali, ha così commentato la notizia del giorno: “La notizia che Ford tornerà in F1 nel 2026 è ottima per il nostro sport e siamo eccitati di vedere il nostro nuovo partner in F1. Ford sta tornando al vertice del motorsport, riportando d’attualità la lunga tradizione che la caratterizza nell’innovazione, nella sostenibilità e nell’elettrificazione. D’altronde, la F1 è il palcoscenico perfetto“.
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