Alcune auto hanno fatto la storia, altre invece sono la storia stessa, come la F40. È così famosa che per identificarla non bisogna nemmeno dire che è una Ferrari, dal momento che pure le pietre sanno che è nata a Maranello. È una delle auto del Cavallino Rampante più iconiche e a guardarla oggi si fa fatica a pensare che abbia già trentuno primavere alle sue spalle.
La Ferrari F40 è nata in un periodo difficile per la Ferrari, che masticava amaro in Formula 1, subendo il dominio delle scuderie inglesi e mancando titoli per pochi punti. Anche nella produzione di serie non erano tutte rose e fiori. Il progetto 308 mostrava il segno degli anni e la Testarossa doveva vedersela con concorrenti agguerrite, italiane e non.
Insomma, le cose non andavano granché bene ed Enzo Ferrari, da genio dell’automobilismo quale era, intuì la necessità di riaffermare a tutto il mondo chi era a comandare: ché le auto di un certo livello uscivano solo da quel cancello sulla via Emilia. Inoltre, il Drake iniziava a essere in là con gli anni e c’era da celebrare il quarantesimo compleanno dell’azienda che porta il suo nome. Insomma, di argomenti in ballo ce n’erano tanti e la Ferrari F40 doveva essere un’auto speciale. Oggi, a distanza di oltre trenta anni possiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che l’obiettivo è stato raggiunto, perché la F40 è semplicemente un mito, il sogno impossibile di ogni appassionato di auto e una dimostrazione di pura ingegneria sportiva italiana.
La definizione di supercar è nata con lei e le sue prestazioni sono attuali ancora oggi, tanto per capire quanto fossero da “ufo” nel 1987. Dentro il telaio a traliccio in tubi di acciaio è montato un 3 litri V8 biturbo che urla come un drago, sputando fuori 478 CV a 7.000 giri e 577 Nm a 4.000 giri, mentre intorno i pannelli della carrozzeria sono in kevlar e fibra di carbonio. Così la F40 pesa poco più di 1.100 kg e servono mani esperte per portarla al limite. Il cambio manuale a 5 marce non ammette incertezze e la totale assenza di qualsiasi controllo elettronico la sconsiglia agli incauti e ai principianti, perché quando i turbocompressori giapponesi IHI iniziano a spingere è meglio sapere bene quello che bisogna fare. L’alternativa è pregare la divinità preferita e sperare che dia ascolto.
Le prestazioni della Ferrari F40 sono attuali ancora oggi: 0-100 km/h in 4,1 secondi e 324 km/h di velocità massima, ottenute con un cambio manuale a sole 5 marce, con pneumatici lontani anni luce da quelli odierni e senza qualsivoglia aiuto elettronico. Questa Ferrari è un’auto dura e pura, come dimostra anche l’interno che ridefinisce il concetto stesso di essenzialità. L’unica concessione al comfort è l’aria condizionata, necessaria per non fare la sauna tutte le volte che si accende il V8. Per il resto sono assenti l’impianto stereo, il portaoggetti, i tappetini, le rifiniture in pelle e i pannelli delle portiere. Addirittura, sui primi cinquanta modelli erano installati finestrini scorrevoli lateralmente, poi modificati con i discendenti comandati a manovella. Non sono mai stati montati vetri elettrici e le maniglie delle porte sono sostituite da cinghie di gomma.
Insomma, una vera e propria auto da corsa omologata per l’uso stradale, come del resto era nei desideri di Enzo Ferrari.
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