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Ferrari 288 GTO: oggi potrebbe essere rifatta così [RENDERING]

Tempo di lettura: 3 minuti

Come sarebbe una Ferrari 288 GTO del 2021? Il designer The Sketch Monkey la reimmagina così

Tra le grandi Ferrari speciali, la 288 GTO è forse una delle meno incensate. Sarà la sua estetica così simile ad una “normale” 308 GTB, il suo essere fino all’ultimo sperimentale, o il fatto di essere l’apripista per tante delle tecnologie viste sulla leggendaria F40: in ogni caso, la Ferrari 288 GTO è forse la più sottovalutata tra le Ferrari più iconiche e rare prodotte a Maranello.

Le sue linee, che uniscono la classe e l’iconicità della 308 GTB con dettagli sportivi e inconfondibili che vedremo nelle Ferrari successive come F40, F50 ed Enzo, hanno ispirato il designer The Sketch Monkey, che sul suo Canale YouTube ha reimmaginato una 288 GTO del terzo millennio.

Ma cosa rende così speciale la Ferrari 288 GTO? Prima Ferrari a riprendere la sigla Gran Turismo Omologata dalla “divina” 250 GTO del 1962, la Ferrari GTO (questo il suo nome ufficiale) è stata una pioniera per la Casa del Cavallino. È infatti la prima a sfoggiare una carrozzeria in kevlar e fibra di vetro, la prima Ferrari a motore centrale ad avere il propulsore in posizione longitudinale, al contrario della Ferrari 308 GTB di partenza dotata di motore trasversale. Ma, soprattutto, è la prima Ferrari dotata di motore Turbo

Sotto il cofano della 288 GTO batte infatti un 2.9 V8 dotato di due turbocompressori IHI e due intercooler. Il cambio era montato a sbalzo, dietro il motore, e fu la prima Ferrari ad essere dotata di iniezione elettronica. Questa tecnologia, prodotta da una collaborazione tra Weber e Marelli, era derivata direttamente dalla Formula 1, dove Ferrari dal 1981 utilizzava un 1.5 V6 turbo da 570 CV sulla 126 CK guidata da Gilles Villeneuve e Didier Pironi. 

La voglia di Ferrari di portare una vettura capace di sfruttare le tecnologie imparate sulla sovralimentazione portò alla nascita della 288 GTO. Nonostante la vettura fosse studiata anche per competere in pista e nei rally, la 288 GTO rimase una incredibile vettura da strada. Grazie all‘uso di nuovi materiali, il peso era ridotto a 1160 kg, mentre il 2.9 V8 biturbo erogava 400 CV e 496 Nm di coppia a 0.9 Bar di pressione di sovralimentazione. Le prestazioni erano pazzesche per l’epoca: accelerazione 0-100 km/h coperta in 4,9 secondi e velocità massima di 305 km/h. 

Esteticamente, poi, sulla base della Ferrari 308 GTB di Pininfarina la 288 GTO sfoggiava una doppia coppia di fari anteriori squadrati, passaruota molto più gonfi e bombati e un cofano pieno zeppo di feritoie per il raffreddamento del V8. Infine, in corrispondenza delle portiere non mancava una presa d’aria ispirata alla 250 GTO. Prodotta per soli due anni, dal 1984 al 1985, Ferrari costruì 272 esemplari di 288 GTO, preparando il terreno per la prossima Ferrari speciale, la F40 del 1987, che dalla 288 GTO ereditò parte del progetto e il motore 2.9 V8 biturbo. Nonostante il suo valore, però, tra le Ferrari speciali lei si gioca la palma di più dimenticata insieme alla F50. Anche per questo, il designer The Sketch Monkey ha deciso di ridarle quello splendore che merita inventandosi un restyling in chiave moderna.

Innanzitutto, il designer ha deciso di ridurre l’altezza da terra, aumentare le dimensioni e la bombatura dei paraurti e di sostituire gli specchietti con qualcosa di più moderno. I cerchi originali a stella sono stati sostituiti da quelli più moderni della 599 GTO, erede spirituale della 288. La più grande novità però è da ricercare nel frontale, dove i fari a scomparsa sono sostituiti da due prese NACA, e spariscono anche la griglia anteriore e le feritoie sul cofano. Il look frontale è ora più pulito e moderno, e infine i fari quadrati sono stati sostituiti da sottili luci a LED. Il risultato è sorprendentemente armonioso e cattivo, un tributo ad un modello a dir poco meraviglioso. In questa nuova versione “moderna”, questa 288 GTO potrebbe ancora conquistare diversi clienti.

Chissà che la stessa Ferrari non ci pensi per la prossima SP4…

Redazione Autoappassionati.it

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