Tempi non certo facili quelli che l’Italia sta attraversando a causa dell’emergenza COVID-19. La quarantena imposta a tutti gli italiani, ormai la nostra “nuova” vita da più di due settimane, ha certamente cambiato le abitudini dell’intera popolazione, con qualche eccezione. Fin quando si potrà, nel rispetto delle decisioni governative (non ultima quella del Premier Giuseppe Conte annunciata nella serata di sabato 21 marzo), c’è chi la quarantena ha deciso di affrontarla così, in officina, facendo ciò che più si ama. Stiamo parlando di Eurointernational e di Antonio Ferrari.
Team con sede a pochi chilometri da Novara, Eurointernational si è laureato campione dell’ELMS 2019 nella categoria LMP3 ed è reduce da tre vittorie a inizio 2020 nell’Asian Le Mans Series, dove ha curato la vettura “a stelle e strisce” del Rick Ware Racing, tutto questo finché i motori non si sono spenti per le cause che tutti conosciamo.
La testa, però, è già a quella 24 Ore di Le Mans sognata e inseguita da tempo (un ritorno atteso 25 anni dopo quell’ultima partecipazione nel 1995 con una Ferrari 333 SP) e ora rinviata a settembre, quando, si spera, i motori potranno tornare a ruggire sui circuiti di tutto il mondo. Il boss Antonio Ferrari, e quattro dei suoi dipendenti, si sono imposti di passare questo periodo forzato di isolamento direttamente nel quartier generale, così da poter continuare a lavorare sui preparativi di una stagione sportiva che – a causa del Coronavirus – è stata completamente stravolta, come tutti gli appassionati sanno, dalla Formula 1 in giù.
Tutti si stanno adeguando ma l’esperto manager frusinate e la sua squadra hanno deciso di affrontare questi tempi duri in maniera, come abbiamo visto, controcorrente. Lo stesso Ferrari ha preferito non rientrare presso la sua abitazione milanese, in una Milano mai così silenziosa e spettrale, preferendo trasferire il proprio domicilio, seppur temporaneo, presso il suo “headquarter” di San Pietro Mosezzo (NO), in quella che già quindici giorni fa era già considerata zona rossa.
Il team, tornato a fine febbraio da una trasferta in Thailandia della Asian Le Mans Series, si è così riunito per costruire, da zero, la nuova Ligier JS P320 LMP3 in preparazione all’ELMS 2020, la cui tappa a Monza è già stata rinviata, oltre ad attendere, per la metà di aprile, il ritorno del restante materiale dal sud-est asiatico oltre al container con la vettura vincitrice in Thailandia.
La testa è poi alla 24 Ore di Le Mans, già posticipata al 19-20 settembre rispetto all’originale programmazione nel mese di giugno; tra i piloti che dovrebbero difendere i colori di Eurointernational nella leggendaria gara transalpina nomi come Harrison Newey, figlio del noto progettista di Red Bull Racing, Adrian Tambay (figlio dell’ex pilota di F1 Patrick, in Ferrari nel biennio 1982/83) e Matthieu Vaxiviere.
Da noi raggiunto telefonicamente, Antonio Ferrari ci ha spiegato la situazione: “Siamo già in officina da circa due settimane; tornati dalla trasferta in Thailandia ho lasciato ai miei ragazzi due giorni di riposo, per poi riprendere subito il lavoro. La scelta è stata facile, spinto dal desiderio di distrarre i ragazzi: la mamma di una di loro è stata trovata positiva al Coronavirus e lui non può vedere né lei né suo padre, insomma una situazione non facile che mi ha spinto a prendere questa decisione. Viviamo qui, mangiamo qui, e, durante l’orario lavorativo, procediamo all’assemblaggio della nuova vettura.”
“Il team è unito e l’umore alto, passiamo tanto tempo insieme anche fuori dalle gare, viaggiamo tanto assieme e si è creata una sorta di comunità in questa situazione così particolare. Avere la nuova Ligier LMP3 da costruire, da zero, istruzioni alla mano, con costante scambio di informazioni con il costruttore in Francia, diventa una sfida molto appagante, ancor di più se condivisa da tutti.”
Eurointernational e il messaggio di speranza: la forza di reagire
Circa il prosieguo della stagione, Antonio Ferrari e la sua Eurointernational ragionano con i piedi per terra: “Noi eravamo pronti per le gare, adesso possiamo gestire meglio il tempo, con minore pressione e con un motivo in più, di positività. Stare a casa è giusto ma è anche giusto, vitale, occupare la mente. Noi preferiamo farlo in officina. Nel 2020 abbiamo già vinto tre gare in Asia e Australia e siamo pronti a vincerne altre. Saremo a Le Mans con due prototipi LMP2 ma vedremo come si evolveranno i calendari anche delle altre categorie, come l’ELMS, dove ci siamo laureati campioni nel 2019 con tre successi, un secondo posto e una pole position grazie a Mikkel Jensen e Jens Petersen.”
Infine, un motivo in più per credere nell’Italia e nella voglia di dare un segnale, piccolo o grande un atto di stima verso il paese; conclude Ferrari: “In questi giorni ho deciso di correre con licenza italiana, una presa di coscienza che ritengo importante, specie in un momento come questo. Dall’89, quando è nata Eurointernational, ho sempre iscritto le mie vetture con licenza americana”.