Un quotidiano finlandese ha accusato una nota casa produttrice di pneumatici di aver fornito gomme migliori rispetto a quelle in vendita durante i test specializzati. Dopo il Dieselgate e il Takatagate, i test di laboratorio hanno ancora senso?
Il quotidiano finanziario Kauppalehti a fine febbraio ha diffuso la notizia secondo cui Nokian Reenkaat, da noi conosciuta semplicemente come Nokian, avrebbe dato, alle riviste specializzate, degli pneumatici prodotti appositamente con caratteristiche migliori rispetto a quelli commercializzati.
L’obiettivo sarebbe stato quello, non solo di avere pagelle migliori rispetto ai concorrenti, ma anche di raggiungere performance di vendita, immagine, posizionamento di prezzo e valore delle azioni, più alte, che avrebbero consentito ai manager di avere maggiori premi e bonus.
I giornalisti di Kauppalehti hanno fornito a supporto della loro tesi delle mail interne che confermerebbero come l’operazione andasse avanti dal 2005.
Il CEO di Nokian, Ari Lehtoranta ha smentito in una nota il fatto che il consiglio di amministrazione abbia mai incentivato tale operazione per scopi finanziari, proseguendo affermando “L’anno scorso abbiamo verificato le nostre operazioni. Subito dopo abbiamo chiarito le nostre regole per le prove degli pneumatici, che ora espressamente vietano qualsiasi pianificazione o fabbricazione di pneumatici mirata ai test dei media. La questione è stata subito trattata dal nostro consiglio di amministrazione e insieme abbiamo deciso di divulgare queste informazioni. Da parte nostra, ci scusiamo e rammarichiamo degli errori che abbiamo fatto in passato.”
Il danno d’immagine per un’azienda nota per la qualità degli pneumatici, soprattutto in condizioni di scarsa aderenza, a un prezzo molto concorrenziale rispetto a test positivi, è stato come sempre confermato dal calo del titolo sulla borsa di Helsinki, dove Nokian Reenkaat ha perso, senza praticamente mai recuperare, più del 10% del valore nell’arco di due settimane.
Va detto però che i tester di pneumatici indipendenti, nella maggior parte dei casi, acquistano da rivenditori le gomme utilizzate per i test.
L’ennesimo colpo al comparto automobilistico, dopo il dieselgate di cui si stanno vedendo in questi giorni gli effetti concreti, con l’annuncio del licenziamento di 3.000 impiegati da parte di Volkswagen AG, e dopo il maxi scandalo Takata airbag in america, porta a una riflessione.
I test di laboratorio, o più in generale i test specializzati, sono davvero al servizio del consumatore, o del business dell’azienda?
Indubbiamente qualcosa va rivisto per renderli più attinenti alla realtà e alla percezione e utilizzo reale del consumatore.
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