Il D. lgs. n. 98/2017, entrato in vigore dal 1° gennaio
2020, prevede la progressiva ’introduzione del Documento Unico di
Circolazione e di Proprietà del veicolo (DU), in sostituzione della Carta
di Circolazione (Libretto di circolazione) e del Certificato di Proprietà del
veicolo (CdP cartaceo o CdP digitale).
Il Documento Unico di Circolazione e di Proprietà del
veicolo è costituito dall’attuale modello di Carta di Circolazione nel quale
sono annotati anche i dati relativi alla situazione giuridico patrimoniale del
veicolo presenti nel Pubblico Registro Automobilistico.
Documento Unico di Circolazione: cosa cambia
Dopo alcuni mesi di ritardo dovuti alla pandemia dovuta al
Coronavirus, l’emissione del DU avverrà progressivamente per tipologia di
operazioni e, per i veicoli già immatricolati/iscritti al PRA, in occasione
della prima operazione effettuata, potranno coesistere nel corso del tempo
veicoli dotati di Carta di Circolazione e CdP con veicoli già dotati, invece,
di Documento Unico di Circolazione.
Oltre a diminuire la burocrazia, il secondo obiettivo, non
meno importante, è ridurre i costi per il guidatore. Il nuovo Documento
Unico comporta l'eliminazione dei due bolli (32 euro il costo totale), oltre
alla diminuzione della tariffa al Pubblico Registro Automobilistico per l'iscrizione
o la trascrizione della vettura. La diminuzione è minima, passando da 27 a 20 euro,
ma anche le immatricolazioni e i passaggi di proprietà dovrebbero scendere di
39 euro. Ovviamente, rimangono validi libretto e tutti gli altri documenti
fino a che non verranno cambiati tramite una di queste due operazioni, che
porteranno al Documento Unico di Circolazione.
ASI
contro il Documento Unico di Circolazione
Si schiera contro questo cambiamento ASI, l’Automotoclub
Storico Italiano, che afferma: “La carta di circolazione e il certificato di
proprietà rappresentano un ‘corredo’ importante e significativo per i veicoli
di interesse storico e collezionistico. Con l’avvio, il 4 maggio, della seconda
fase di attuazione del decreto legislativo 98/2017 in materia di rilascio del
Documento Unico di circolazione e di proprietà tutti i documenti cartacei sono
destinati alla distruzione. L’ASI sta intervenendo nelle sedi competenti per
modificare tale procedura e per salvare questa componente fondamentale di
“memoria storica” legata ai veicoli più datati.

La seconda fase di attuazione del suddetto decreto ha come
oggetto i motocicli e le autovetture in uso proprio e prevede l’utilizzo delle
sole procedure telematiche per il rilascio del Documento Unico nei casi di:
cancellazione dei dati inerenti l’intestazione temporanea di veicoli a nome di
soggetto diverso dall’intestatario (mini volture dei commercianti);
sottrazione, smarrimento, distruzione (cessata circolazione e demolizione per
esportazione) e deterioramento dell’originale. Per i suddetti casi, dal 4
maggio è quindi previsto l’obbligo della gestione telematica, mentre tale
procedura rimane facoltativa fino al 31 maggio per le operazioni di
immatricolazione, di nazionalizzazione, di reimmatricolazione e di
trasferimento della proprietà. Dal 1° giugno, quindi, anche con i semplici
passaggi di proprietà tra privati si assisterà alla distruzione dei documenti
originali cartacei se nel frattempo non verranno modificate le procedure,
magari con deroghe specifiche per i veicoli di interesse storico e
collezionistico sulle quali sta intervenendo ASI.
Commenta così Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub
Storico Italiano: “un danno enorme per i veicoli storici e per scongiurarlo
abbiamo già inoltrato le nostre proposte, che sarebbero di semplice ed
immediata attuazione”.