Si fanno sempre più insistenti le voci di corridoio circa un aumento delle accise sui carburanti. Già ad ottobre avevamo parlato della possibilità di un rialzo dei prezzi sottolineando come essi non avrebbero dovuto spaventare. Nonostante più di una volta le odiate tasse siano state in procinto di essere cancellate da parte delle forze politiche, sembra proprio che anche in quest’occasione ci sarà un ritocco al prezzo dei combustibili che ogni giorno tantissimi italiani usano per spostarsi o andare al lavoro.
Il motivo di tale decisione? Come sappiamo, oltre al parco circolante delle auto particolarmente vecchio, anche il trasporto pubblico locale risente di flotte non troppo recenti. Nell’ottica di ringiovanire l’età media dei mezzi che circolano sul territorio italiano, il Governo è alla ricerca di fondi.
Ad oggi, le accise su benzina e Diesel ammontano rispettivamente a 0,7284 euro/litro per la benzina e a 0,6174 euro/litro per il gasolio. Per riuscire a reperire circa 500 milioni, a Roma stanno pensando di uniformare progressivamente le aliquote tra i due prodotti. Secondo quanto riportato da “La Stampa”, per il 2025 dovrebbe quindi esservi l’aumento di un centesimo per il Diesel e la diminuzione dello stesso valore sulla benzina.
Ipotizzando questi aumenti, primo passo per il reperimento dei fondi per il rinnovo del parco circolante del trasporto pubblico, si potrebbe ipotizzare sulla base dei prezzi medi rilevati dal Ministero dell’Ambiente allo scorso 16 dicembre, la salita del prezzo per i consumatori per il gasolio da 1,648 a 1,660 euro/l mentre la benzina passerebbe da 1,750 a 1,738 euro/l.
Questo aumento sarà il primo di una serie
Come accennato sopra, questo aumento sarà soltanto il primo di una serie di misure che andranno progressivamente ad allineare le accise dei due carburanti allo stello livello. “In Italia, l’accisa applicata per il gasolio per autotrazione è inferiore a quella della benzina e ciò non trova giustificazioni in termini ambientali”, scrive il ministero dell’Ambiente nel “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi”.
Sempre secondo quanto riportato dagli organi d’informazione, il progressivo aumento sul Diesel dovrebbe via via crescere fino al 2027 quando la tassazione tra benzina e gasolio raggiungerà livelli similari. A regime, secondo le simulazioni effettuate, lo Stato dovrebbe avere maggiori incassi per 600 milioni di euro l’anno.
Probabilmente anche per sfavorire la vendita di auto Diesel e raggiungere gli obiettivi per lo stop del termico entro il 2035 alla fine del percorso di rimodulazione delle accise il gasolio costerà più della benzina anche tenendo conto che la materia prima che alimenta i motori Diesel costa di più al termine del processo di produzione. Per il momento comunque è difficile prevedere il costo finale che raggiungerà il gasolio, quello che si può ipotizzare è che, salvo variazioni di mercato, questo carburante potrebbe raggiungere 1,782 euro/l.
Come reagiranno le associazioni di categoria agli aumenti?
Come ben sappiamo il gasolio è il combustibile più utilizzato soprattutto per il trasporto merci e questi aumenti potrebbero quindi avere delle ricadute anche sui costi di alcuni beni di utilizzo quotidiano. Le associazioni di categoria daranno battaglia? Quello che è certo è che per il momento le opposizioni hanno fatto riferimento ad un vecchio filmato di Fratelli d’Italia che vedeva protagonista l’attuale premier ad una stazione di rifornimento lamentando che dei 50 euro pagati al distributore euro andavano al benzinaio e 35 euro allo Stato, tra Iva e le discusse accise sulla benzina. Riusciranno queste polemiche a scongiurare l’aumento?